TORRICELLA PELIGNA (CHIETI) Il Festival procede con l’intervento toccante del dottor Pietro Bortolo, medico condotto a Lampedusa. Lo ricordiamo nel film vincitore dell’Orso d’Oro di Berlino “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi.
Ad introdurre Bortolo, l’immancabile Paolo Di Giannantonio, che, opportunamente, da cronista RAI ha posto gli accenti sulla situazione attuale sull’immigrazione e la nave Diciotti.
“Non chiamateli clandestini!”
Pietro Bortolo porta all’attenzione del pubblico del Festival contenuti multimediali di prima mano sulle storie tragiche (ma talvolta anche positive) che negli ultimi anni ha visto passare nel suo minuscolo poliambulatorio lampedusano.
Raccontando con grande trasporto emotivo le storie degli sventurati migranti, ha scardinato molti luoghi comuni su questa problematica. Uomini e ragazzi, tutt’altro che muscolosi o palestrati, donne ustionate dalla miscela di sale e benzina che giace sul fondo dei canotti, neonati con il cordone ombelicale legato da lacci di scarpe o ciocche di capelli materni, ragazzini decorticati nei lager libici. Uno scenario da olocausto: una testimonianza diretta che ha fatto prendere coscienza ed ha commosso la platea del Festival John Fante.
Di Giannantonio conclude il dibattito affermando: “Non possiamo più separarci in due su questa tematica: buoni e cattivi… dobbiamo farci carico di questa realtà critica in tutta la sua complessità. Le idee populiste sono più semplici da comprendere: bisogna tornare ad un dibattito serio e senza stereotipi.”