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LA DISCIPLINA DI PENELOPE di Gianrico Carofiglio (Mondadori) | Recensione


Questa settimana abbiamo il piacere di presentarvi l’ultima fatica letteraria del prolifico autore pugliese Gianrico Carofiglio: La disciplina di Penelope edito da Mondadori è il consiglio della settimana di BL LIBRI.

La Trama

Penelope si sveglia nella casa di uno sconosciuto, dopo l’ennesima notte sprecata. Va via silenziosa e solitaria, attraverso le strade livide dell’autunno milanese. Faceva il pubblico ministero, poi un misterioso incidente ha messo drammaticamente fine alla sua carriera. Un giorno si presenta da lei un uomo che è stato indagato per l’omicidio della moglie. Il procedimento si è concluso con l’archiviazione ma non ha cancellato i terribili sospetti da cui era sorto. L’uomo le chiede di occuparsi del caso, per recuperare l’onore perduto, per sapere cosa rispondere alla sua bambina quando, diventata grande, chiederà della madre. Penelope, dopo un iniziale rifiuto, si lascia convincere dall’insistenza di un suo vecchio amico, cronista di nera. Comincia così un’investigazione che si snoda fra vie sconosciute della città e ricordi di una vita che non torna. Con questo romanzo Gianrico Carofiglio ci consegna una figura femminile dai tratti epici. Una donna durissima e fragile, carica di rabbia e di dolente umanità.

La Recensione

Questo libro si discosta molto dalle ultime pubblicazioni di Carofiglio. L’autore con la sicurezza di una massaia di Bari Vecchia riesce a produrre qualunque cosa in maniera saporita: che siano saggi o romanzi, il prodotto è sempre ben articolato e, come dicevo, di squisito risultato. La Disciplina di Penelope è un giallo. La sua eccezionalità non è assolutamente la trama, lineare, asciutta e a tratti molto cruda, né tantomeno la caratterizzazione dei personaggi che per aderenza al genere rimangono avvolti in una opportuna nube di mistero e di disincantato cinismo noir. La genialità di Carofiglio in questo libro è il talento dell’autore nell’immedesimarsi nella protagonista. La vicenda è narrata in prima persona: è Penny l’investigatrice che racconta i fatti e le evoluzioni del caso. Ma racconta anche le emozioni, le illusioni e le “umidità” di donna. Gianrico Carofiglio con la sua Penelope ha articolato magistralmente un crossdressing autoriale palesando, oltre ai suoi virtuosismi da scrittore, che la creazione di un’opera non ha genere sessuale. L’artificio letterario gli è riuscito talmente bene che se non avessi saputo che fosse stato Carofiglio a scriverlo, avrei potuto sospettare che la mano di un’autrice scandinava avesse dato la genesi a Penelope. Così non è. Carofiglio ha immaginato un personaggio calandosi “immortalmente” nella protagonista. La durezza caratteriale della detective non la maschilizzano affatto, anzi, suggerisce che forse esista già una parità di genere mentale e culturale non riscontrabile nella vita sociale quotidiana. Proprio per questa motivazione ho inserito La disciplina di Penelope tra i romanzi marzolini sulle donne. Infondo femminista è chi femminismo fa e Carofiglio è avanti anni luce. Oltre questo aspetto, però, il libro ha delle piccole pecche (rimediabili soltanto con eventuali altri romanzi sequel e prequel). Il finale aperto e la dovizia dei dettagli giuridici, talvolta, appesantiscono la storia. Singolare è la trovata di rendere manifesta la possibilità che molte persone possano essere colte da Bias (errori cognitivi) e di interpretare i fatti soltanto attraverso il proprio punto di vista senza scandagliare altre possibili realtà: che sia una piccola denuncia sociale di Carofiglio?

Attendiamo il seguito.

Lettura consigliata per un ormai sempre più vicino ombrellone…. ammesso che si esca dal tunnel della malattia pandemica e dai decreti restrittivi.

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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