Questa settimana dedichiamo la nostra rubrica ad un libro particolare nel suo genere che affronta tematiche di attualità scottante di un angolo di mondo che difficilmente viene raccontato dagli organi stampa nazionali.
Voliamo nello Yemen attraverso il magistrale esperimento di Laura Silvia Battaglia e Paola Cannatella: “La sposa Yemenita” edito da BeccoGiallo.
Ho avuto l’onere e l’onore di presentare questo libro durante “Porte Aperte” a Vimercate. Un’occasione unica dove il cohousing “La corte dei Girasoli” , in controtendenza ai venti politici attuali, ha aperto le porte per ospitare il mondo.
Laura Silvia Battaglia è giornalista professionista freelance e documentarista specializzata Medio Oriente e zone di conflitto, con particolare focus su Yemen e Iraq. Nata a Catania, vive tra Milano e Sana’a (Yemen). Ha scritto Lettere da Guantanamo (Il Reportage, 2016).
Paola Cannatella , anche lei catanese, ha vinto il concorso «Fumetto International – Talent Award» (La Triennale di Milano, 2006). Il suo esordio per Tunué avviene con un intenso graphic novel di impianto realistico, Inchiostro di Jack. Vive ad Alessandria.
LA TRAMA
La prima storia che la reporter Laura Silvia Battaglia ci racconta è un rito nuziale. Nello Yemen i matrimoni durano tre giorni, durante i quali lo sposo e la sposa festeggiano ognuno per conto proprio, uomini con uomini, donne con donne. Laura viene invitata a una cerimonia riservata alle donne e riceve in dono una rosa rossa, segno e profezia che sarà la prossima a sposarsi (sarà proprio così!). La reporter continua la sua cronaca incontrando uno degli sheikh più importanti della capitale Sana’a, raccontando il traffico dei bambini fra Yemen e Arabia Saudita, la partecipazione delle donne “velate” allo spazio pubblico, il problema dei rapimenti di stranieri visto dal lato degli yemeniti, il dramma dei bombardamenti dei droni. Un reportage esclusivo, a fumetti, da un Paese straordinario e poco conosciuto.
RECENSIONE
Le vicende Yemenite, per quanto siano “non pervenute” nei notiziari nazionali, in realtà riguardano tutti noi. Da anni una terribile guerra, fomentata dalle grandi potenze mondiali, sta decimando migliaia di persone . L’esperimento di Battaglia e Cannatella è più che riuscito. Ammetto che è la prima volta che leggo un graphic reportage.
L’espediente iniziale del matrimonio yemenita apre alla comprensione di una cultura e alla storia di una nazione che in questo momento trema tra le bombe, la violenza e la fame.
Una delle tracce che lascia questo libro è la voglia di conoscere più da vicino le dinamiche del conflitto a sud della penisola araba.
Per sommi capi cerco di raccontarvi brevemente la guerra civile dello Yemen.
È un conflitto in corso cominciato nel 2015 tra le fazioni che dichiarano di costituire il legittimo governo dello Yemen, insieme ai loro alleati. Le due forze che si contendono il controllo della nazione sono gli Huthi, che controllano la capitale Sana’a e sono alleate con le forze fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, un dittatore a tutti gli effetti, e le forze leali al governo di Abd Rabbuh Mansur Hadi, con sede ad Aden.
Il conflitto nasce sulla scia della Primavera araba, ma le tonalità fosche e il profumo di petrolio fanno da cornice alle vicende di questa republica araba che Pasolini definiva “Lo Yemen, architettonicamente, è il paese più bello del mondo. Sana’a, la capitale, una Venezia selvaggia sulla polvere senza San Marco e senza la Giudecca, una città-forma, la cui bellezza non risiede nei deperibili monumenti, ma nell’incompatibile disegno… è uno dei miei sogni’’.
Anche altre organizzazioni notoriamente non pacifiste hanno preso parte al conflitto: al-Qāʿida e gli affiliati yemeniti dello Stato Islamico (ISIS). Insomma un carnaio.
Il 19 marzo 2015, dopo aver preso il controllo della capitale Sana’a nel settembre 2014 e aver costretto Hadi alle dimissioni e alla fuga ad Aden tra gennaio e febbraio 2015, gli Huthi hanno lanciato un’offensiva per estendere il loro controllo nelle province meridionali. Il 25 di marzo l’offensiva degli Huthi, alleati con forze militari fedeli a Saleh, è arrivata alle porte di Aden, la sede del governo di Hadi; Hadi è fuggito in Arabia Saudita lo stesso giorno. Il giorno seguente, una coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita è intervenuta militarmente con attacchi aerei contro gli Huthi per restaurare il deposto governo di Hadi.
Secondo l’ONU, solo tra marzo 2015 e aprile 2016 fra 7.400 e 16.200 persone sono morte in Yemen,e 500 morti in Arabia Saudita Secondo il presidente dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, la coalizione a guida saudita ha causato il doppio delle vittime civili rispetto a tutte le altre forze messe insieme, quasi tutte in conseguenza degli attacchi aerei. Attualmente 22 milioni di persone sopravvivono solo con gli aiuti umanitari.
Gli interessi sulle sorti dello Yemen riguardano un po’ tutti, anche noi europei. La sua posizione geografica è strategica sull’asse est-ovest del mondo. Controllare lo Yemen significa accaparrarsi la gratuità del passaggio dal Golfo di Aden ed il Mar Rosso nello sretto di Bāb el-Mandeb.Trenta chilometri tra la costa della penisola araba e il corno d’africa. Il significato del nome di questo stretto sembra essere profetico nelle vicende yemenite. Bāb el-Mandeb significa Porta del Lamento Funebre.
Tornando al libro.
Attraverso la matita di Paola Cannatella e le parole di Laura Silvia Battaglia scopriamo la condizione dei minori attraverso il racconto di Saif, vittima del traffico di bambini acuito con la guerra civile. Si narrano anche di rapimenti di stranieri come il fotoreporter Luke Somers: storia finita tragicamente. Un intero capitolo è dedicato all’ISIS.
La sposa Yemenita regala, non solo un punto di vista in più, ma ha l’autorevolezza di essere un canale differente per fruire informazioni su una parte di mondo che altrimenti rimarrebbe nei trafiletti dei quotidiani.
Consigliatissimo!