Per l’appuntamento per le celebrazioni di Gianni Rodari, questo mese ho scelto una raccolta di racconti che hanno come protagonista la celebre Alice Cascherina.
LA TRAMA
Anche se non va nel paese delle meraviglie, l’Alice di Rodari porta a termine straordinari, inaspettati e simpaticissimi percorsi: la sua piccolissima statura le consente infatti di esplorare oggetti e angoli nascosti della vita quotidiana; in famiglia ormai conoscono la sua predilezione per le avventure imprevedibili e non si stupiscono più delle improvvise scomparse e delle altrettanto prodigiose riapparizioni.
Rodari nascondeva in ognuno dei suoi personaggi un fondo di verità e con Alice il nostro «favoloso» Gianni sembra valorizzare la curiosità, che è una delle stupende, preziose qualità dell’infanzia.
LA RECENSIONE
Pensare ai racconti di Rodari come semplice esercizio di intrattenimento dei piccoli è un errore clamoroso. Con le Favolette di Alice vi immergerete nella metafora pedagocica più splendida della letteratura. Alice è il paradigma dello sviluppo di tutti i bambini e delle bambine del mondo. La potenzialità di ricerca dettata dal caso, l’esigenza analitica della scoperta del mondo e la vittoria del carattere sulla paura dettata dal “non conosciuto” tipica dei bambini.
Otto sono le storie illustrate magistralmente. Alice Cascherina appare per la prima volta nel 1961 sul “Corriere dei Piccoli”. Einaudi ha unito le storie di Alice proponendoci questa encomiabile antologia.
Immortali rimarranno le gesta della protagonista che talvolta cade in un a bottiglia, altre volte in mare o in una bolla di sapone. In ogni suo viaggio Alice scopre, cresce ed impara.
Lettura consigliatissima a chiunque: un vero gioiello!
Ho scelto per voi uno dei racconti che mi ha sempre toccato l’anima ed il cervello, inoltre Rodari pone al centro un corollario per la scrittura: le parole devono venire dal cuore!
ALICE NEL CALAMAIO
Una volta Alice Cascherina tuffò il pennino nel calamaio con un pò troppa energia e ci cascò dentro.
“Ahi!” disse una voce al suo fianco.
Alice non vide nessuno, perchè l’inchiostro è nero di dentro come di fuori. Domandò:
“Chi è? Che ti ho fatto?”
“Mi hai urtato”, sono la parola FRAGILE “e devi trattarmi con delicatezza: avresti potuto spezzarmi.”
“Tante scuse,” disse Alice,nuotando un pò più in là.
Ora cominciava a distinguere certe ombre che nuotavano attorno a lei: talune lunghe, talune corte, talune con un accento sulla testa. Erano le PAROLE.
Il calamaio ne era così pieno che non si capiva come potesse contenerne tante: bisognava per forza urtarne qualcuna nel muoversi. Ma per fortuna non tutte si offendevano.
“Salute!” disse allegramente una parola a cui Alice per sbaglio aveva dato un colpo sulla coda.
“Io sono Alice: E lei?”
“Sono la parola MATTACCHIONE: una ne faccio e una ne penso.Con me si ride.”
“Ma io non rido.” osservò Alice.
“Fatti il solletico e riderai. Ahahah!….”
“Spirito di patata!” osservò una voce profonda lì vicino.
“Chi è?” domandò Alice.
“Sono la parola DISASTRO. Capirà: a me la voglia di ridere non mi viene tanto facilmente!”
“Scusi domandò Alice, lei che è tanto serio, potrebbe indicarmi le parole per fare un bel componimento?”
“Ah…Io conosco solo parole serissime: SCONTRO, TERREMOTO, NUBIFRAGIO, BOCCIATURA, LATTEROVESCIATOSULGAS e roba simile.”
“Grazie tante!” disse Alice. E si allontanò con una mossa brusca che la portò a pungersi sullo spunzone della parola SPINA. Ritrovò ben presto l’orlo del calamaio, ci si arrampicò e rivide la luce.
“Ah, respiro!” disse riprendendo fiato e asciugandosi il vestito.
“Le parole per il componimento le cercherò dentro di me: nel calamaio c’è troppa confusione .