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#Le5 esperienze di coming out dei nostri lettori (Speciale Coming Out Day)

- 11/10/2019


#1 – Tutto cominciò in “una serata particolare”

Il mio Coming Out è stato più di 20 anni fa.
Erano gli anni ’90, avevo circa 20 anni e covavo da anni il disperato desiderio di parlarne con mia madre. Purtroppo non lo feci prima perché nonostante mamma fosse la persona più amorevole del mondo, la sua opinione sul tema omosessualità era poco incoraggiante per un Coming Out. Ma una sera decisi di farlo preparando (per l’ennesima volta) il “terreno”.

Quella sera trasmettevano in TV il film di Ettore Scola “Una giornata particolare”, con Sophia Loren e Marcello Mastroianni. È la storia di un maestro condannato alla deportazione dal regime fascista in quanto omosessuale. Conoscevo il film e volevo fosse lo spunto per dire finalmente quello che sentivo. Così, terminato il film, con il cuore in gola, mi rivolsi a lei e balbettai qualcosa. Ma lei non mi fece finire perché aveva capito tutto. Disse con aria severa: “Cosa vuoi dirmi? Che anche tu sei così???” [come il protagobista del film]. Io rimasi di pietra e riuscì a malapena a borbottare un sì.

Poi cercai di spiegarle che avrei voluto dirglielo prima, ma vedendo più volte la sua reazione avevo preferito parlarne prima con alcuni amici. Mai lo avessi detto! Si arrabbiò tantissimo perché secondo lei avevo preferito parlare prima con degli estranei che con lei! Disse che non me lo avrebbe mai perdonato e che le avevo irrimediabilmente mancato di rispetto. Aggiunse che se lo avessi fatto prima avrebbe magari potuto fare qualcosa, tipo portarmi da uno psicologo…
I miei tentativi di spiegare furono inutili, sia quella sera che negli anni a venire. Insomma, dovevo essere io quello che avrebbe voluto sfogarsi dei soprusi e le violenze psicologiche subite a scuola nel corso degli anni, magari sperando nell’abbracciato consolatorio della persona che amavo di più, e invece ero passato da “vittima” a “carnefice”, con un altro disagio da sopportare.

Intanto il mio desiderio di scappare da quel piccolo paese di provincia e da una realtà più che bigotta aumentava. Così di lì a un anno, alla prima occasione, “scappai” da un giorno all’altro all’estero. Gli anni passarono e anche le infinite discussioni telefoniche con mamma. Ma dopo una decina d’anni, un giorno ricevetti una sua chiamata diversa dalle altre.

Mentre parlava scoppiò in lacrime e mi disse che aveva capito. Mi implorò di perdonarla per non aver capito la necessità di un ragazzino di aprirsi a sua madre e il peso enorme che un adolescente stava sopportando tutto solo. Io ero senza parole. Poi aggiunse che aveva trovato una persona che le aveva aperto gli occhi e spiegato come stavano le cose. Quel qualcuno era il giovane parroco del paese. Disse che era da tanto che lo osservava perché era colpita dal suo modo gentile e rispettoso di parlare durante le prediche in chiesa. Così un giorno chiese di parlargli. Non ho mai avuto molta stima della Chiesa cattolica, ma quello che quell’uomo disse a mia madre fu incredibile. Le disse che avrebbe dovuto amarmi per quello che ero, perché anche questo era il volere di Dio!

Aggiunse che, anzi, avrebbe dovuto amarmi anche più di mio fratello, se possibile, perché probabilmente avrei avuto più difficoltà nella vita. Difficoltà causate non da me, ma dai pregiudizi e dalla cattiveria della gente. Le disse di andare a casa tranquilla perché lei non aveva sbagliato nulla nel modo di educarmi. Le disse di chiedermi scusa per non avermi capito prima e soprattutto di dirmi che mi amava tanto.

Non ho mai dimenticato la sua voce rotta dal pianto mentre ripeteva come un mantra, “figlio mio perdonami, figlio mio perdonami”. Da quel giorno le cose cambiarono.

Mamma da un anno non c’è più, ma sono felice che nel frattempo le cose fossero un po’ migliorate e che abbia potuto conoscere il mio attuale compagno. Mi manca un casino!

mastroianni una giornata particolare
Una scena del film “Una giornata particolare” di Ettore Scola
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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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