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#Le5 esperienze di coming out dei nostri lettori (Speciale Coming Out Day)

- 11/10/2019


#4 – Un outing, un video e una chiacchierata con mamma

Mi ero sempre riproposto di trovare il momento giusto, che si verificassero le giuste condizioni e che la mentalità della società fosse “migliore”.
Questa era la premessa “utopica” che avevo sperato quando pensavo a come sarebbe dovuto essere il mio coming out, ma come si sa, non sempre è così.

Avevo 21 anni e ricordo la data come fosse ieri: era l’11 ottobre. Scoprii solo quel giorno dell’esistenza della giornata internazionale del coming out, prima nemmeno sapevo che esistesse e soprattutto nemmeno avrei mai pensato che sarebbe stato così “presto”.

Di me ho sempre saputo da quando ero in seconda media e ho avuto maggiore sicurezza con il passare degli anni, fino ad arrivare alla decisione di non dire nulla alla mia famiglia finché non fossi stato un minimo indipendente perché avevo paura di come l’avrebbe presa mio padre e, vista la sua “mentalità”, volevo evitare.

Il mio coming out fa seguito ad un outing che subii qualche mese prima ed alla fine però si è rivelato liberatorio, ma solo in parte. Arrivai a tale decisione dopo che a metà luglio fui costretto a dire di me a mio fratello.
In quel periodo uscivo con un ragazzo che consideravo un amico e che mi rivelò essersi preso una cotta per mio fratello. Io all’inizio fui un po’ imbarazzato perché era la prima volta che mi capitava una cosa del genere, e nonostante gli avessi detto e ridetto che fosse etero, ci volle provare ugualmente nonostante cercassi di dissuaderlo ed anzi, fece venire dei dubbi anche a me su mio fratello (rivelati poi in parte infondati). Morale della serata: a fine serata, nel locale dove lavorava mio fratello, si dichiara. Mio fratello rimasto spiazzato, gli dice che lui era etero, ed alla fine, dopo aver insistito, questo “amico” dice a mio fratello che era tutto uno scherzo e che era una mia idea per dirgli di me. Io non mi sentivo pronto a dirglielo e quando questo “amico” lo disse a mio fratello fu come vedere tutto al rallentatore come nei film e mi sentii il mondo crollare.

Per giorni io e mio fratello non ci parlammo quasi nulla, perché si sentiva che era in imbarazzo ed alcune situazioni che prima erano normali, adesso erano diventate imbarazzanti, e questa cosa venne notata specialmente da mia madre; che dopo un po’ iniziò giustamente ad essere preoccupata ed a fare domande sul perché il rapporto fra me e mio fratello fosse cambiato.

Fu questa la causa che mi portò a dichiararmi con lei. Di impeto glielo avrei voluto dire quando mi chiedeva cosa non andasse con mio fratello, ma capitava sempre che facesse quelle domande in luoghi che mi mettevano a disagio oppure con altra gente (per esempio mentre facevamo la spesa al supermercato) e quindi ogni volta ingoiavo il rospo e cercavo di evitar il discorso dicendo che fosse una sua impressione sbagliata e che tutto fosse a posto.

Sempre a luglio poi, ricordo che uscì un numero di una rivista sportiva, sport week, nella cui copertina vennero ritratti due giocatori di rugby. Ricordo che ne parlarono in tv ed anche in rete. Fu quella la “goccia” che fece traboccare il vaso. La notizia mi incuriosì e lì venni a conoscenza della squadra di libera rugby e dei loro progetti, ed iniziai a seguire sui social le loro iniziative. Fu proprio quell’11 ottobre che un loro post mi spinse a dichiararmi con mia madre e fu proprio tramite un loro post.

Nello specifico era un video dell’AGEDO di Roma che mi colpì al punto di farglielo vedere.

Uscita da lavoro, con una scusa le dissi se ci potessimo fermare in un bar. Misi il video sul suo telefono e dissi che avevo necessità di andare in bagno. (io mi recai verso il bagno ed invece telefonai un amico che era dichiarato e a cui sentivo di dire quello che stavo facendo) mi fece capire che il non essere presente, lo avrei poi rimpianto ed infatti poi seguii il suo consiglio e tornai da lei, giusto in tempo…. il video stava per finire e lei mi guardò e disse “e allora?”
Io mi sentivo a disagio perché non sapevo come avrebbe preso la notizia, e sopratutto cosa fare in quel momento. Finito il video mi abbracciò e mi disse: “e allora? Da quando lo sai? Sei più leggero ora che lo hai detto? Non è cambiato nulla, ti voglio bene come prima” e mi bacio sulla fronte.
Le raccontai allora tutto quello che era successo l’estate e lì capì del web e cercassi di cambiare argomento. Per alcuni giorni ci fu comunque imbarazzo, perché la cosa era successa all’improvviso e le ci volle un po’ di tempo per metabolizzare la notizia. Io credo però che lei lo sapesse da prima, dalle “classiche” domande dei parenti alle cene di Natale (del tipo “ma sei fidanzato?” “Guarda che tizio e caio sono fidanzati, e tu? Cosa aspetti a presentarci una/la tua ragazza?”) lei era l’unica che cambiava argomento.
Fu quindi si liberatorio, mi sentivo si pronto a dichiararmi, però quanto successe quell’estate mi costrinse in parte ad accelerare (e di molto anche) i tempi e quindi ancora oggi rivivo l’esperienza come bella ma anche in parte prematura.

Questo è il video che poi mi convinse a parlare con mia madre:

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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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