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LIBRO di Maccio Capatonda (Mondadori Electa) Recensione


Da settimane attendevo di poter leggere questa novità editoriale. Lo ammetto: sono un fan sfegatato di Maccio Capatonda dai primissimi trailer demenziali che produsse, ormai, quasi vent’anni fa! LIBRO di Maccio Capatonda, edito da Mondadori Electa è il suggerimento bibliografico della settimana.

La Trama

«Che sia maledetto il giorno che ho incontrato Maccio Capotonda» – Herbert Ballerina

Marcello Macchia è nato all’ospedale di Vasto nel 1978, partorito da sua mamma. Maccio Capatonda invece è nato nel 2004 dentro un armadio, quando Marcello, intento a registrare la voce fuori campo per il trailer La febbra, diede un nome al suo personaggio, senza pensarci troppo. Nessuno dei due poteva immaginare che, da allora, non si sarebbero più separati, e insieme avrebbero creato sketch, trailer, serie tv e film che li avrebbero consacrati tra i protagonisti della scena comica italiana. In questo libro Marcello Macchia e Maccio Capatonda si alternano per raccontare la loro storia, dai primi istanti di vita del primo a quello che sta facendo ora (proprio adesso!) il secondo. Un’autobiografia sincera e profonda in cui il lettore, dopo aver finito di leggere i lunghi preamboli che precedono l’inizio del libro, scopre le passioni segrete di Marcello e come ha fatto a diventare il famoso Maccio. Come sono nate le produzioni più famose e come ha fatto l’autore a sopravvivere alla tragica, lenta scomparsa dei capelli. Ma attenzione: grazie alla narrazione ironica e a tratti surreale, la storia talvolta prende derive imprevedibili venendo interrotta da aneddoti paradossali, dettagli improbabili, capitoli fuori dal tempo che si insinuano tra riflessioni serissime e rivelazioni a cuore aperto. Infine, Libro soddisferà alcuni grandi interrogativi che i fan di Marcello/Maccio si sono sempre posti: chi è Riccardino Fuffolo? Come è nato il tormentone di Padre Maronno? E soprattutto: Che fine ha fatto Buonanima?

La Recensione

E’ un libro surreale, ironico e demenziale. Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, ha fatto del lapalissiano e del pleonastico una finissima arte che dubito non riesca a strapparvi almeno un sorriso. Tendenzialmente sono molto diffidente quando appaiono nelle librerie le autobiografie o le biografie di personaggi dello spettacolo. LIBRO, invece, non solo ci fa conoscere la genesi della comicità di Marcello Macchia, nella sua totale apoteosi del futile e dell’imprescindibile ovvio, ma regala al lettore la decodifica chirurgica di una satira sociale spietata nei confronti dell’uomo medio italiano. Maccio Capatonda negli anni è riuscito a sorprenderci e a farci ridere rendendo palese al grande pubblico l’avanzata dell’analfabetismo funzionale. Già nei primi anni 2000 l’orda degli imbecilli minacciava il paese. Ora li troviamo spudoratamente all’apice del nostro sistema democratico.

Ho riso a crepapelle leggendo LIBRO. Ho trovato assolutamente interessante la parte relativa all’infanzia. L’autore è riuscito a mettere nero su bianco l’evoluzione umana in maniere assolutamente ovvia, talmente ovvia che stenti a credere che sia esistito qualcuno che abbia voluto realmente pubblicare quei capitoli. E’ vero che in quasi vent’anni di carriera, Capatonda, ci ha educati alle sue narrazioni e il suo stile è diventato nazional popolare. Credo che LIBRO sia una mera opportunità terapeutica per estraniarsi e ridere fragorosamente. Leggetelo: non ve ne pentirete!

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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