Il sondaggio di questa settimana ha visto come categoria vincitrice “Cristiano Malgioglio”.
Lasciandomi ispirare dalla sua figura singolare, ho abbinato ad una sua hit estiva un grande classico della Letteratura francese: L’IMMORALISTA di André Gide.
Dal celebre “Mi sono innamorato di tuo marito”, nel mio archivio mentale di letture a tema, ho scelto questo sconvolgente capolavoro che vi consiglio vivamente di leggere!
LA TRAMA
L’Umanista parigino Michel si ammala di tubercolosi quando è in viaggio verso Tunisi, in luna di miele, con la nuova mogliettina. Mentre guarisce, riscopre i piaceri fisici del vivere e si ripromette di abbandonare gli studi del passato per vivere il presente. Questi non è il Michel familiare ai colleghi e nemmeno il Michel che verrà accettato dalla società tradizionale: è costretto a nascondere i suoi nuovi valori sotto una facciata che adesso ha in odio. Annoiato dalla società parigina, si trasferisce con la famiglia in una fattoria in Normandia. Lì è felice, specialmente in compagnia del giovane Charles, ma deve presto ritornare in città e in accademia. Michel è inquieto finché svolge la sua prima lezione e si imbatte in Ménalque, che ha da tempo oltraggiato la società, e in lui riconosce il riflesso del suo tormento. Michel torna a sud, si spinge nel deserto, finché, come racconta agli amici, si è perso in un mare di sabbia.
“… Ognuno desidera assomigliare il meno possibile a se stesso; ognuno si costruisce un modello, poi lo imita; accetta addirittura un modello già scelto. Si dovrebbero cercare altre cose nell’uomo, io credo. Ma non si osa farlo. Non si osa voltare pagina. … Quello che sentiamo in noi di diverso, è la parte più preziosa, quella che determina il valore di ciascuno, eppure si cerca di sopprimerla. Si ricorre all’imitazione, pretendendo così di amare la vita.”
LA RECENSIONE
Questo grande classico francese di primo ‘900 apre un nuovo capitolo del pensiero umano. Sicuramente la trama “scandalosa” per l’epoca , oggi, forse, ci fa sorridere nonostante siano innumerevoli i casi di mariti fedifraghi che costellano con profili neri le chat di incontri sessuali maschili. L’autore, da questa trama ingarbugliatissima, pone l’accento sul principio di autodeterminazione individuale. L’Io che si impatta col mondo e con le sue convenzioni. La riflessione che l’Immoralista pone al centro è proprio questa: quanto è giusto piegarsi alla società e alle abitudini culturali abnegando la propria vera identità? Quanto il peso del presunto giudizio degli altri incide sulle nostre vite?
La ricerca interiore del protagonista Michel è parallela alla mera disquisizione che avviene dopo la malattia. Scopre l’importanza del corpo. In Africa è debole e malato: la malattia per la prima volta lo costringe a prestare attenzione al suo “Involucro”: l’edonismo giovanile e la forza del giovane adulto trovano un punto di crisi a causa della tubercolosi. Dopo la guarigione fisica si convincerà a godere delle sue necessità fisiche e non frenerà i suoi impulsi sessuali. “Let your body decide” cantavano gli Arck. Così fa questo protagonista reo bigotto andando a concupire giovinetti berberi tunisini. Tuttavia Michel non riesce a staccarsi totalmente dalle convenzioni, tornato in Francia cercherà di adattarsi ad una vita più convenzionale, con un lavoro e la moglie in attesa di un figlio. Insomma, unn etero curioso che cela la sua natura omosessuale mascherandosi da borghese reazionario: una storia quatidiana quindi! Ma mentre dentro di lui matura sempre di più la necessità di dare sfogo al proprio vero sé nell’affermazione della propria voluttà, parallelamente Marceline, la giovane moglie, si fa sempre più debole, quasi soffocata dalla spinta edonistica del marito. Perde il bambino, Michel la convince dell’opportunità di un nuovo viaggio nei luoghi che li hanno visti felici, anche se in realtà il suo desiderio è quello di ritrovare quella primordiale gioia sensuale che aveva conosciuto in Africa. Insomma, ogni scusa è buona per replicare la sua gioia d’essere. Marceline lo asseconda, ma è debilitata e peggiora via via nel proseguio del viaggio, la Provenza, l’Italia, l’Africa. Eppure Michel va avanti, sempre più a sud, fino alla fine. L’immoralista è breve e privo di difficoltà nella lettura, tanto da rappresentare comunque una buona occasione per conoscere Gide, la cui lucidità e il cui doloroso senso etico ne fanno un autore da conoscere e apprezzare.