Salve lettori urisini e non! Continua l’appuntamento con la nostra rubrica dedicata ai personaggi famosi e interessanti che appartengono al nostro coloratissimo mondo LGBT!
Come potete notare c’è una novità! Abbiamo trovato un nome più accattivante, più bello ma soprattutto più vicino al nostro intento, ossia trasportarvi nel mondo fiabesco di personaggi, attori, cantanti, pittori, uomini e donne che in qualche modo si son fatti ricordare.
Questa volta parleremo di una donna diventata non tanto icona di stile e femminilità quanto più di indipendenza, creatività e orgoglio femminista! Immagino che la maggior parte di voi abbia già capito che parleremo proprio di Frida Kahlo. Il mio intento è quello più puro e semplice di raccontarvi una storia con la speranza di riflettere insieme su una personalità che, dopo tanti anni dalla sua scomparsa, riesce ancora insegnarci qualcosa. Mi trovo ancora una volta, ahimè nella posizione di dover muovere una critica, non a Frida chiaramente, ma prima vorrei raccontarvela.
Frida Kahlo viene ricordata come una delle più importanti artiste messicane, la sua specialità era la pittura e il suo soggetto preferito era proprio se stessa. Questa passione per gli autoritratti fu figlia della profonda solitudine di quest’artista, relegata a letto per molti anni a causa di un gravissimo incidente in autobus. Non tutti i mali vengono per nuocere, verrebbe da dire, perché fu proprio quella condizione a fornirle quella determinazione tale da far diventare l’arte la sua ragion d’essere.
Oggi Frida è ricordata non solo per il suo spirito artistico ma soprattutto per il suo spirito indipendente, la sua capacità di rinascere come una fenice dalle proprie ceneri ma anche per il suo spirito socialista. Difatti fu proprio in quell’ambiente che conobbe l’amore della sua vita, il pittore Diego Rivera.
Il loro matrimonio non fu affatto convenzionale, proprio come le loro personalità indomite e creative. Se volessimo utilizzare la dicitura delle app da incontri troveremo sicuramente scritto nei loro profili: in a open relationship! Ed è proprio in questa apertura, fisica e mentale, che Frida ebbe diverse relazioni, molte delle quali con attrici del calibro di Dolores del Rio, Paulette Goddard e Maria Felix.
Per lei l’amore era puro e senza etichette di genere, e questo era palpabile in molti dei suoi lavori, come nel dipinto “Due nudi nel bosco” (1939), per altro venduto due anni fa alla cifra record di 8 milioni di euro, e in alcuni suoi scatti dove per affermare la sua indipendenza, di artista e di donna, rivendicava la volontà di abbandonare i classici canoni estetici vestendosi da uomo.
Vi avevo promesso però una critica! Provate a cercare notizie di Frida su Google, troverete pochissimi riferimenti alla sua bisessualità e alla sua voglia di amore senza etichetta. Soltanto i siti a tema LGBT sottolineano questo aspetto della sua personalità, in altri contesti viene solo accennato o alle volte completamente omesso. Nella famosa pellicola “Frida” di Julie Taymor del 2002, con Salma Hayek nei panni della celebre pittrice messicana, si accenna infatti in una scena ad una liaison con Tina Modotti, fotografa italiana fortemente legata a Frida da un rapporto molto stretto.
Mi chiedo a questo punto, se nel 2018 siamo ancora così indietro da ritenere certi temi un taboo e se oggi per affermare la nostra indipendenza dobbiamo ancora scontrarci con l’ignoranza e la chiusura mentale delle persone ma forse questa è un’altra favola!