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SORTILEGI di Bianca Pitzorno (Bompiani) | Recensione


Questa settimana vogliamo presentarvi un piccolo gioiellino pubblicato durante questa primavera. Probabilmente questo libro è passato un po’ in sordina, ma vi assicuriamo che probabilmente è uno dei migliori libri che ci siano mai stati inviati in redazione. Sortilegi di Bianca Pitzorno edito da Bompiani è il consiglio letterario di BL LIBRI.

LA TRAMA

Mentre infuria la peste del Seicento, una bambina cresce in totale solitudine nel cuore di un bosco e a sedici anni è così bella e selvatica da sembrare una strega e far divampare il fuoco della superstizione. Un uomo si innamora delle orme lasciate sulla sabbia da piedi leggeri e una donna delusa scaglia una terribile maledizione. Il profumo di biscotti impalpabili come il vento fa imbizzarrire i cavalli argentini nelle notti di luna. Bianca Pitzorno attinge alla realtà storica per scrivere tre racconti che sono percorsi dal filo di un sortilegio. Ci porta lontano nel tempo e nello spazio, ci restituisce il sapore di parole e pratiche remote – l’italiano secentesco, le procedure di affidamento di un orfano nella Sardegna aragonese, una ricetta segreta – e come nelle fiabe antiche osa dirci la verità: l’incantesimo più potente e meraviglioso, nel bene e nel male, è quello prodotto dalla mente umana. I personaggi di Bianca Pitzorno sono da sempre creature che rifiutano di adeguarsi al proprio tempo, che rivendicano il diritto a non essere rinchiuse nella gabbia di una categoria, di un comportamento “adeguato”, e che sono pronte a vivere fino in fondo le conseguenze della propria unicità. Così le protagoniste e i protagonisti di queste pagine ci fanno sognare e ci parlano di noi, delle nostre paure, delle nostre meschinità, del potere misterioso e fantastico delle parole, che possono uccidere o salvare.

LA RECENSIONE

Ammetto di essere ammiratore della prima ora, la mia, di Bianca Pitzorno. La mia adolescenza e le mie prime letture erano anche le sue. Nonostante questo ammetto che Sortilegi è uno dei suoi migliori libri mai scritti.

Cimentarsi nella stesura di racconti brevi è assolutamente più difficile, soprattutto se da essi si vogliano toccare tematiche universali e lanciare un messaggio politico chiarissimo. L’artificio letterario in tutti e tre i racconti, fondano la propria ragione d’esistere su solidissime basi fatte di analitiche ricerche e trentennali considerazioni maturate sapientemente.

Per ogni racconto Pitzorno dedica inchiostro in disanime personalissime che motivano la scelta e l’opportunità di aver cesellato questi racconti in quel modo. Abituati a fagocitare qualunque oggetto o prodotto in maniera frettolosa, Bianca Pitzorno, controcorrente, ci mostra la lenta strada della consapevolezza d’autrice. Trent’anni d’indagini che s’attorcigliano tra la corrispondenza di Galileo Galilei e saggi su villaggi francesi durante l’inquisizione. Sortilegi è la prova che ogni parola ed ogni idea debbano essere generate da una acuta sicurezza mentale che abbia come chiave di volta la ricerca.

I tre racconti, divorabilissimi, mettono il lettore in una posizione di spettatore consapevole della verità assoluta che violentemente assiste le spaventose vite delle protagoniste. Pitzorno descrive con le parole migliori il processo mentale umano di reazione alla paura. Ci fa giungere alla fonte dello stigma e dello stereotipo. Leggere questo libro è un viaggio: un viaggio crudele e opportuno. Il filo rosso che accomuna i tre racconti è, appunto, un sortilegio, un incantesimo che tenterà di cambiare il corso delle cose.

Nel racconto de LA STREGA, la protagonista Cate, Caterina, è la bucolica trasposizione seicentesca di una donna indipendente forgiata dalle miserie del suo tempo e vittima della cieca ignoranza intrisa di superstizione e dittatura ideologica del popolo. Nella nota l’autrice spiega: “il meccanismo terribile con quale una comunità, in un periodo difficile, passo dopo passo arriva a creare un capro espiatorio che poi nessuno sarà più in grado di difendere”. L’analogia con il 2021 è lampante, e, probabilmente ci aiuterà a decodificare anche la nostra epoca.

Il secondo racconto, MALEDIZIONE, narra di un forestiero che, sul punto di sposare una ragazza, le confessa che prima di lei s’era innamorato dell’orma dei suoi piedi nudi sulla sabbia. Il registro favolistico e l’intreccio complesso fanno emergere una squisita metafora in cui la cattiveria viene sconfitta dalla pura innocenza, dalla bontà d’animo.

Il terzo racconto, PROFUMO, ha come protagonista il vento e una fragranza. Le ultime pagine strizzano l’occhio a Calderon de la Barca e al nostrano Cesare De Titta. Un elemento naturale si fa portavoce dell’umano sentire. La selezione del lessico utilizzato in questo racconto ha un che di spirituale.

Dire che Sortilegi sia un libro stupendo, dopo aver letto questa recensione, appare lapalissiano. Insomma: appena potete, lasciate tutto, e concedetevi la lettura dell’ultima opera di Bianca Pitzorno.

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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