Questa settimana ho aperto un sondaggio sulla pagina Facebook di BL MAGAZINE per la recensione settimanale di BL LIBRI.
La categoria che ha vinto è quella del “Classico” da portarvi in spiaggia.
Quindi questa settimana vi consiglio vivamente di acquistare questo racconto-lungo Romantico:
SUOR MONIKA scritto, forse, da E.T.A. Hoffmann.
Questo libro è un classico del Romanticismo Tedesco e fu una vera e propria mina vagante nei salotti letterari d’occidente.
Io lo lessi per caso da adolescente. Ricordo che in una torrida estate abruzzese, un po’ annoiato dal pomeriggio a casa di mia nonna che nel frattempo era affaccendata a seguire il bislacco giardiniere Alderico,
molto simile per fattezze e proprietà di linguaggio a Padre Salvatore de “il Nome della Rosa”, mi fiondai nella enorme libreria in cerca di spunti.
Dietro a dei tomi enciclopedici fece capolino questo libretto: Suor Monika – il romanzo proibito-.
Un pomeriggio da urlo!
LA TRAMA
In un convento la giovane e splendida Suor Monika decide di raccontare le sue avventure alle consorelle che, attonite, ascoltano tutte le vicende sessuali scabrose della giovinetta.
Come una Mistica dell’Eros, Suor Monika, snocciola tutte le pratiche proibite a chi, della castità, aveva fatto ragione di vita. Tra penetrazioni multiple ed angoscianti racconti sadomasochistici le pure e verginee consorelle subiscono il fascino passivo di ciò che a loro è negato. Vivono in maniera travolgente le esperienze della consorella. Suor Monika conserva inalterato il suo profilo di fredda sacerdotessa dell’Eros, di cui pure celebra, con encomiabile slancio, i riti perversi. Curiosamente, il personaggio della protagonista – inerme vittima esposta a violenze, sopraffazioni e sevizie eseguite con rituali del tutto impersonali e anonimi – si associa a quelle figure bidimensionali di sante (descritte quasi sempre come «giovanissime» e immancabilmente «purissime») di cui si elencano le interminabili tribolazioni a opera di feroci persecutori. La stessa Monika, del resto, si paragona a una martire: la martire di un piacere perverso.
LA RECENSIONE
Considerando l’epoca storica, Suor Monika, è stato un libro di assoluta avanguardia. Probabilmente è stato il primo romanzo erotico che avesse come protagoniste delle suore. Da sempre le mistiche donne sono state considerate il prototipo dell’erotismo. Leggendo le ricerche globali su PornHub o Xnxx, la voce più cliccata da sempre è “Pornosuora”. La società patriarcale non ha mai digerito la rivoluzione sessuale delle monache. Riflettendoci bene, il monachesimo femminile è stata la prima grande rivoluzione femminista mai compiuta. Scegliere di non essere oggetto sessuale o fattrice e massaia, ma mente ed anima è stata la prima grande possibilità che le donne hanno creato per se stesse.
Proprio per questo, nell’immaginario collettivo, la suora peccaminosa è diventata il simulacro di tutte le fantasie erotiche maschili. Toccare l’intoccabile. Deflagrare l’indeflagrabile- per- scelta.
Il libro mette in luce pratiche sessuali all’avanguardia: 50 sfumature di Grigio sono nulla a confronto. Inoltre, gran parte dei racconti della Monachella sono con esperienze avute con badesse e suore più grandi di lei: un’autentica mappatura del corpo femminile eseguita per mezzo di polpastrelli, che descrivono le potenzialità clitoridee. Alla fine delle 99 pagine si capisce che di impenetrabile esistono solo le narici del naso. Probabilmente questo grande classico non è mai stato scritto da Hoffmann, dato che fu pubblicato come anonimo. Sicuramente,però, i continui rimandi a citazioni e la modalità di descrivere i personaggi ricalcano totalmente lo stile del grande scrittore e compositore prussiano.
Inoltre il titolo completo dell’opera “SUOR MONIKA documento erotico- fisico- psichico – filantropico -filantropinico del Convento Secolarizzato di X. a S.” rimanda ad alcune riflessioni interiorizzate di Hoffman e del circuito culturale romantico tedesco, che voleva scardinare e secolarizzare la struttura religiosa del tempo. Insomma, Suor Monika è un classico imprescindibile sia per chi vuole concedersi una lettura storica ma, soprattutto, per chi vuole scoprire l’ignoto regno sotto il monte di Venere di una mistica ottocentesca che aveva fatto della sua vagina il suo Tempio e del Piacere una liturgia perpetua.