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VIAGGIO NELL’ITALIA DELL’ANTROPOCENE di T. Pievani e M. Varotto (Aboca) | Recensione


Condivido con voi lettori il mio “stato dell’arte” dell’ultima settimana: sommerso da impegni scolastici e di puro attivismo, nelle mie brevissime traversate casalinghe, talvolta, inciampo sulla pila enorme di libri che mi osserva, immobile, da circa due settimane. Nonostante il pochissimo tempo da poter dedicare alla lettura, questa settimana, uno dei miei inossidabili lettori, mi ha generosamente fatto recapitare un libro che “bisogna assolutamente leggere“.

Ed ha assolutamente ragione!

La settimana che si è appena conclusa la ricorderemo per il pessimo epilogo della Conferenza Internazionale sul Cambiamento Climatico tenutasi a Glasgow, in Scozia. Conferenza che, sulla carta, era partita bene dopo i protocollicchi del G20 di Roma. Insomma, questa è la settimana dove il BLA! BLA! BLA! vaticinato da Greta, Cassandra, Thunberg si è praticamene realizzato.

Il consiglio bibliografico di questa settimana è VIAGGIO NELL’ITALIA DELL’ANTROPOCENE -La geografia visionaria del nostro futuro- scritto a quattro mani da Telmo Pievani e Mauro Varotto, pubblicato da Aboca (che evidentemente non produce solo decotti e tisane).

LA TRAMA

Come ormai tutti purtroppo sappiamo, l’impatto dell’umanità sul pianeta sta producendo effetti devastanti. La realtà geografica che identifichiamo con l’Italia è stata nei millenni estremamente mobile per ragioni tettoniche, morfogenetiche, climatiche, ma in ultimo anche antropiche e possiamo dunque affermare, con rigore scientifico, che Homo sapiens sta contribuendo a cambiare il clima e pertanto anche la conformazione della superficie terrestre: non è un fenomeno recente, ma non era mai accaduto in tempi così rapidi e con conseguenze così vaste.

Considerata questa inedita accelerazione, non possiamo fare a meno di chiederci: come muterà l’aspetto del mondo nel futuro prossimo? Se tutto continuerà ad andare per il verso sbagliato e non attueremo le giuste misure per evitarlo, assisteremo alla fusione dei ghiacci perenni e all’innalzamento del livello dei mari…
Per farci riflettere sui rischi concreti a cui potremmo andare incontro, il filosofo ed evoluzionista Telmo Pievani e il geografo Mauro Varotto hanno immaginato come si trasformerà l’Italia proiettandoci, in maniera distopica, nell’anno 2786. Esattamente 1000 anni dopo l’inizio del viaggio in Italia di Goethe, comincia così il tour di Milordo a bordo del battello Palmanova attraverso la geografia visionaria del nostro futuro: la Pianura Padana sarà quasi completamente allagata; i milanesi potranno andare al mare ai Lidi di Lodi; Padova e tantissime altre città saranno interamente sommerse; altre ancora si convertiranno in un sistema di palafitte urbane; le coste di Marche, Abruzzo e Molise assumeranno l’aspetto dei fiordi; Roma sarà una metropoli tropicale; la Sicilia un deserto roccioso del tutto simile a quello libico e tunisino…

Tappa dopo tappa, al viaggio di Milordo farà da contraltare l’approfondimento scientifico che motiverà, con dati e previsioni, le ragioni del cambiamento territoriale – illustrato, per l’occasione, con una serie di mappe dettagliatissime create da Francesco Ferrarese. Uno scenario giudicato per fortuna ancora irrealistico, ma utile per farci capire che l’assetto ereditato del nostro Paese non è affatto scontato e che la responsabilità di orientarlo in una direzione o nell’altra è tutta nostra.

LA RECENSIONE

I libri distopici hanno da sempre il fascino di far comprendere al lettore quale possa essere una delle possibili vie che il futuro possa riservare al genere umano. Lo è stato “1984” di Orwell, nell’aver immaginato, nel 1948, sistemi di controllo della privacy dei cittadini; “Il racconto dell’Ancella” di Atwood sulla condizione femminile, ci auspichiamo che, invece, “Apocalisse” di Giovanni, nonostante gli intenti distopici, un domani si riveli solo un’ opera Fantasy. Il Libro che mi è stato dato da leggere, invece, si è rivelato un’assoluta e puntuale possibile previsione. Una disamina geografica ed antropologica di livello accademico. Lo stile non è quello di noioso saggio universitario, anzi, è assolutamente incalzante. Viaggio nell’Italia dell’Antropocene pone importantissimi quesiti a noi, esistenze umane del 2021. Ormai è chiaro a tutti che le nostre abitudini e il sistema economico lineare, che da secoli stiamo perseguendo, sta mandando a rotoli gli equilibri della nostra Casa Terra. Pievani e Varotto, con il loro focus sulla nostra nazione mettono in luce una orrendissima possibilità: la penisola Italiana, da Bel Paese a parco archeologico subacqueo al nord e aridissimo deserto al sud.

Lo stile utilizzato dagli autori è abbastanza didascalico da poter essere agilmente letto anche da ragazze e ragazzi adolescenti. Alla luce di quello che sta accadendo probabilmente quest’opera più che di fantasia, sembra di previsione. Stupendi sono i legami letterari che gli autori hanno voluto dare a questo bislacco “Viaggio in Italia”. Notevolissimo è il supporto cartografico ideato da Francesco Ferrarese. Unica notina dolente è perimetrata nella scelta del font di alcuni capitoli: lo stile grafico scelto dall’editore m’è apparsa una inutile velleità stilistica. Un pelo nell’uovo.

Vi consiglio di leggere e regalare questo libro: ASSOLUTAMENTE!

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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