È accaduto nel maggio dell’anno scorso, quando, dopo la denuncia di molestie di una ventisettenne di un alpino durante il loro raduno nazionale a Rimini, c’è stato un caso mediatico che ha coinvolto tutta l’ANA (Associazione Nazionale Alpini). Infatti, dopo quella denuncia ci sono state ben 500 segnalazioni di donne che hanno subito delle molestie, anche in branco, da parte degli alpini, forti dall’essere spalleggiati dai compagni e spesso in stato di ebrezza.
In risposta a questa tempesta mediatica negativa, nonostante sia passato quasi un anno, il 14 gennaio, durante l’Assemblea annuale, l’associazione ha deciso di creare una campagna ad hoc per sensibilizzare, monitorare e denunciare comportamenti inappropriati all’interno della loro comunità alpina, fatta da più di 330mila associati : “abbiamo avviato, proprio basandoci sui nostri valori, incentrati su spirito di servizio, solidarietà, amore per la convivenza e la pace, una riflessione profonda e concreta anche sul tema dei comportamenti molesti: in Italia il 31% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale (fonte: Istat). Parliamo di quasi 7 milioni di donne, ovvero una su tre. Oltre l’80% delle donne è stata oggetto di molestie verbali: fischi, approcci a sfondo sessuale, che in altre nazioni costituiscono reato. È una situazione non accettabile in una società civile e libera, in difesa della quale l’Associazione nazionale alpini lavora da 103 anni” afferma l’ANA in una nota ufficiale.
La campagna servirà agli alpini stessi a riconoscere i comportamenti tossici nei confronti delle donne, di sé stessi ma anche degli altri, molto spesso minimizzati come goliardate o semplici complimenti, attraverso delle formazioni pratiche e attraverso esempi molto concreti. L’obiettivo è infatti quello di “promuovere un cambiamento culturale che passi in primo luogo attraverso l’esempio: abbiamo avviato al nostro interno un progetto di sensibilizzazione attraverso cui i nostri associati sappiano riconoscere i comportamenti inadeguati ed al tempo stesso si adoperino a sorvegliare in modo che tali comportamenti non vengano mai agiti, da nessuno“.
Oltre alla campagna, l’Associazione ha creato un sito, chiamato Controlemolestie.it, dove vengono raccolte le collaborazioni di persone che hanno voglia di far parte di questo cambiamento, le testimonianze.