Le convenzioni linguistiche hanno da sempre rappresentato lo scolio maggiore per chi, negli anni, voleva cercare di abbattere il muro della lingua e riappropriarsi di termini, modi e lemmi più inclusivi.
L’evoluzione dell’italiano è stato un cammino tortuoso che ha lavato dalla lingua madre, il latino, un genere. La nostra lingua, infatti, come quasi tutte le neolatine, ha cancellato il “terzo genere” il neutro, sostituendolo nella stragrande maggioranza dei casi con il maschile generico.
Il neutro non esiste più ma non perchè il mondo percepito, in italiano, sia diventato binario. Nessun albero, improvvisamente, da quando nel bel paese è entrata in auge la lingua di Dante, si è visto spuntare un’appendice sessuata…
La lingua è una “convenzione” e come tale può essere modificata.
È il caso della casa editrice effequ che ha iniziato una particolarissima riappropriazione del genere neutro sui propri libri.
È stato introdotto nei testi un nuovo carattere per definire le cose neutre o i nomi generici. Si tratta dello Schwa. Non è nulla di inventato. Il carattere Schwa esiste da tempo immemore. Si tratta di una forma grafica largamente utilizzata in linguistica e fonologia. Alcuni, magari la ricordano come “Scevà”, ad ogni modo si tratta di una vocale intermedia che graficamente viene rappresentata in questo modo “ə”.
Non spaventatevi nel vedere questa “novità”… in realtà ha lo stesso suono della vocale finale della parola “mammeta” (trad. tua madre) presente nella maggior parte delle Lingue del Sud Italia e in Inglese.
L’utilizzo della Schwa rivoluzionerà le norme editoriali introducendo come opzione grafica per indicare un “neutro” o un “generico”.
Il cammino per una vera parità di genere passa anche da queste minuscole accortezze.
Siamo orgogliosi che sia una casa editrice italiana ad essere la prima al mondo ad apportare questa necessaria e “paritaria” modifica editoriale.