Grandissima vittoria per le attiviste femministe in Spagna. Mercoledì scorso, 18 Maggio, il governo spagnolo ha approvato un disegno di legge che comprende, tra le altre cose, il congedo mestruale.
Il congedo mestruale consiste nell’assenza giustificata dal lavoro per 3 giorni al mese fino a un massimo di 5 di cui le donne con ciclo doloroso (dimostrato clinicamente) possono usufruire. Ma nel caso spagnolo si prevede un congedo mestruale senza limiti di giorni per le donne che hanno mestruazioni molto dolorose e invalidanti, tramite certificato medico.
Un grandissimo passo avanti verso la parità di genere, che tocca delle corde molto sensibili a moltissime donne. Per evitare che questa legge possa fare un effetto boomerang, ovvero quello di diventare uno strumento di discriminazione sul lavoro per le donne stesse, il congedo non sarà a carico dei datori o delle datrici di lavoro, diventando quindi a tutti gli effetti, una legge che aiuterà concretamente le donne.
Un segno di grande civiltà e umanità, che comprende finalmente appieno alcuni dei bisogni delle donne, in un periodo in cui finalmente il tabù delle mestruazioni sta venendo sempre meno, anche qui in Italia: il congedo mestruale è sicuramente molto lontano, ma qualcosa si sta muovendo sul fronte “rosso”. Infatti il 3 Maggio è stata depositato alla Camera e al Senato una proposta di legge che riconosce l’endometriosi e la vulvodinia, malattie da sempre ignorate e sminuite, considerate spesso inventate dalle donne o effetti dovuti dallo stress.
Un tabù che si sta pian piano decostruendo, in quanto il ciclo è un qualcosa che ancora oggi non se ne parla in maniera naturale e spontanea, anzi. E’ proprio questo stigma che si ha nei confronti del ciclo che ci ritroviamo con una serie di problematiche legata ad esso, come la tampon tax (di cui è stato finalmente abbassato dal 22% al 10%), il non (per ora!) riconoscimento dell’endometriosi e in ultimo, non considerare validi dei congedi mestruali perché ritenuti inutili ed esagerati. Sicuramente quello della Spagna sarà una felice apripista per tantissimi altri paesi europei, che si ritengono, molto spesso erroneamente, progressisti.
Congedo mestruale ma non solo!
Oltre al congedo mestruale in Spagna è stato eliminato, all’interno dello stesso disegno di legge che trattava appunto di salute riproduttiva, sessuale e diritto all’aborto, l’obbligo del permesso dei genitori o dei tutor per le ragazze di 16 e 17 anni che hanno bisogno di una interruzione volontaria di gravidanza e dei tre giorni di riflessione attualmente obbligatori prima dell’operazione.
La riforma contiene poi diverse iniziative a favore della salute riproduttiva e del diritto di aborto: tra le altre, la creazione di un albo che impedisca a un medico che vi compare come obiettore di coscienza nel pubblico di praticare aborti nel privato.
Insomma, un gran passo avanti per i diritti delle donne e persone con la vulva, perché l’unico modo per raggiungere la parità non è appiattire le problematiche ed ignorarle, bensì riconoscerle e risolverle.