Dopo che il 24 Giugno la Corte Suprema ha eliminato il diritto di abortire negli Stati Uniti, l’Unione Europea risponde con l’approvazione di una mozione che segna il primo passo di un percorso che potrebbe portare nella carta fondamentale dell’Unione il diritto ad un aborto sicuro, definendo inoltre la situazione atlantista una «regressione in materia di diritti delle donne e di salute sessuale».
La mozione è stata proposta da alcuni membri del gruppo di Alleanza progressista (S&D), di Renew Europe, di Verdi/Alleanza libera Europa (V/ALE) e di The Left ed è stata approvata con 324 voti favorevoli. I contrari erano 115 in tutto, oltre a 38 astenuti. Tra i voti contrari quelli dei gruppi Conservatori e riformisti (Ecr), Identità e democrazia (Id), e alcuni indipendenti. Tra questi, anche i politici italiani del partito di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Anche la Presidente del parlamento Europeo, Roberta Metsola, è antiabortista e rappresentante di uno dei paesi europei con la legge più restrittiva in tema, Malta, ma, nonostante le sue posizioni, ha tenuto fede alla sua promessa di mantenere le posizioni del Parlamento europeo sul tema.
Nel concreto si andrà a modificare l’articolo 7 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea che recita così: “Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e delle proprie comunicazioni”, aggiungendoci la dicitura “ogni persona ha diritto all’aborto sicuro e legale”.
Ma non solo la mozione comporterà la modifica della Carta dei diritti fondamentali europei, ma anche un’azione più politica per garantire l’accesso all’IVG: “La Commissione e gli Stati membri – affermano gli europarlamentari – dovrebbero intensificare il loro sostegno politico a favore dei difensori dei diritti umani e dei prestatori di assistenza sanitaria che lavorano per far progredire la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti“.
Con questa svolta europea è stato lanciato così un appello al Congresso Usa perché approvi un progetto di legge che tuteli l’aborto a livello federale, un appello che è stato in parte colto da Biden, in quanto venerdì ha firmato un ordine esecutivo per rafforzare il diritto all’aborto, che ha come obiettivo quello di garantire l’accesso ai medicinali necessari per l’aborto farmacologico, contraccettivi e cure mediche per problemi legati alle gravidanze.