2.084 views 7 min 0 Comment

“Lo stupratore sei tu!”. Quando un flashmob smonta la cultura dello stupro

- 10/12/2019
lo stupratore sei tu


Nessuno sarà sottoposto a tortura né a pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti.

Articolo 5 della dichiarazione dei diritti dell’uomo

Nessuno sarà oggetto di ingerenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nel suo domicilio […], né di lesioni al suo onore ed alla sua reputazione. Ogni persona ha diritto alla protezione della legge contro simili ingerenze e lesioni.

Articolo 12 della dichiarazione dei diritti dell’uomo

Un violador en tu camino” è una performance ideata dal collettivo femminista cileno ‘Las Tesis’ per protestare contro la violenza sulle donne, ribaltando alcuni dei concetti che sono alla base di quella che viene definita cultura dello stupro (rape culture).

Il flash mob – che è stato riproposto in diverse piazze del mondo, comprese quelle italiane di Roma, Bologna e Milano – pone l’accento proprio sul ribaltamento del pensiero dominante in termini di stupro. Significativo, in questo senso, è il ritornello che recita:

E la colpa non era la mia
né di dove stavo
né di cosa indossavo
lo stupratore sei tu

Ma che cos’è la cultura dello stupro? È un’espressione utilizzata per indicare essenzialmente una cultura che giustifica, attenua, sminuisce, normalizza e incoraggia lo stupro e che si esprime poi, nel concreto, in atteggiamenti, pratiche, narrazioni e altro.

flash mob stupro lo stupratore sei tu
Un momento del flashmob

Come si manifesta la cultura dello stupro?

Sono tanti i modi in cui questa cultura si manifesta. Più o meno evidenti, più o meno subdoli. Ognuno di loro contribuisce ad alimentare questa cultura, ponendo le basi per conseguenze ben più gravi. Di seguito riporto alcuni esempi di cronaca e di casi emblematici per comprendere meglio la situazione attraverso le storie di tutti i giorni. 

Sminuire il fatto

Una bambinata”. Così il sindaco di Pimonte definita uno stupro di gruppo ai danni di una ragazzina di 15 anni ad opera di coetanei. Una bambinata, una ragazzata, una cosa di poco conto. La gravità di un atto con ripercussioni psicologiche terribili viene paragonato a una comune marachella adolescenziale.

Ribaltare la vittima della vicenda

Quante volte vi sarà capitato di leggere articoli giornalistici in cui veniva sviscerata la vita privata della vittima alla ricerca di condotte da giudicare negativamente, alleggerendo al contempo la posizione dello stupratore trovando giustificazioni o evidenziando le difficoltà di quest’ultimo. Un esempio su tutti è il caso dello stupro dei pallavolisti cubani ai danni di una ragazza finlandese, come spiego meglio in questo articolo.

Omertà è sinonimo di complicità

Altro caso di stupro di gruppo, stavolta in Calabria ai danni di una ragazza. Tra omertà e prese di posizione contro, la ragazza da vittima è passata per colpevole. Una situazione terribile che ha portato il padre di lei a decidere di allontanarsi dal paese.

melito ragazza violentata

Strumentalizzare la vittima a fini politici

Cronaca di uno stupro riportata dai media. La prima domanda che sembra contare riguarda la nazionalità e il colore della pelle dello stupratore. Immigrato? Italiano? Bianco? Nero? Ecco che partono le fazioni, pronte a scannarsi a vicenda e ignorando completamente l’unica cosa importante. Della vittima frega qualcosa a qualcuno? Ovviamente no, se non al fine di pura strumentalizzazione politica. Anche questa è violenza, signori, senza se e senza ma. 

Insinuazioni. Se lei avesse detto/non detto, fatto/non fatto

Come eri vestita?
Perché hai accettato un invito da uno sconosciuto?
E perché non ha denunciato prima?
Eh però se viaggi da sola, poi te lo devi aspettare di fare brutti incontri.

Te la sei cercata.

Se non ti fossi vestita da zoccola non sarebbe successo.

… serve davvero spiegare che questa è cultura dello stupro?

Interrogatori, indagini e sentenze

Arrivare a denunciare uno stupro per una vittima non è affatto semplice. Addosso si porta i segni della violenza, dell’umiliazione, della paura. A questo si aggiungano le difficoltà di dover rivivere attraverso il racconto tutto quello che ha subito, la paura di non essere creduta, la vergogna. E non sono pochi i casi in cui proprio in queste fasi subisca domande, insinuazioni e giudizi dove sotto accusa pare essere lei. 

te la sei cercata

Qualche data su cui riflettere

Quelli elencati sono solo alcuni esempi, ma bastano per far capire quanto sia radicata questa mentalità. Occorre molto tempo e un grande lavoro collettivo che coinvolga tutt* – dai media alla politica, passando per scuole, associazioni, percorsi di crescita personali e collettivi di consapevolezza. Solo per avere un’idea di quanto siano recenti anche alcuni importanti cambiamenti legislativi, basti pensare che l’abrogazione dell’istituto del matrimonio riparatore è avvenuta solo nel 1981 mentre il passaggio dello stupro da reato contro la morale a reato contro la persona è avvenuto solo nel 1996.

Approfondimenti culturali 

E per concludere lasciamo alcuni utili approfondimenti che possono accompagnare a una riflessione più profonda degli aspetti di cui si è parlato in questo articolo. Perché di cose da dire ce ne sarebbero ancora tante ma questo articolo vuole essere solo l’inizio di quel percorso collettivo di cui sopra. 

Serie TV: Unbelievable, disponibile su NetFlix

Film: “Sotto accusa” di Jonathan Kaplan con Jodie Foster Oscar come migliore attrice protagonista

Canzone: Tori Amos – Me and a gun, dove Tori Amos canta il suo stupro avvenuto in giovane età

Libro: “Stupro” di Patrizia Carrano, basato su un fatto di cronaca 

Monologo: Franca Rame – Lo stupro

Esposizione: Cosa indossavi

<hr>Condividi:
- Published posts: 10

Molisana nata al mare da padre montanaro e madre arbëreshë, sono un misto di elementi naturali e culturali. Cresco con l’atlante geografico come migliore amico e un'infinita curiosità. Mi laureo in economia del turismo, mi appassiono a internet dal 1999 e contemporaneamente scrivo sul cartaceo e sul digitale. Credo nella gentilezza, nell'umiltà e nell'etica come colonne portanti della vita. Unite da un'abbondante dose di autoironia.