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No alla Tampon Tax a Pescara: mozione approvata.

- 10/10/2021


Ultimamente si sta parlando sempre di più della tampon tax, riconoscendo l’importanza di questa battaglia intersezionale di genere e sociale. Ma cos’è la tampon tax? E’ la tassa sugli assorbenti, ovvero il soprapprezzo che viene dato agli assorbenti, in questo caso del 22%, che è di fatto l’iva che viene data ai prodotti di lusso dal nostro sistema fiscale.

Ma gli assorbenti sono davvero un bene di lusso? Ovviamente non lo sono, anzi, tutto il contrario. Gli assorbenti sono, ed è fattuale, un prodotto strettamente necessario per tutte le donne e persone con mestruazioni e di certo non è loro (nostra) la scelta di sanguinare mensilmente.

Eppure abbiamo pagato questa IVA da sempre, e quando si è cercato di farlo presente e di fare azioni per abbattere questa tassa, la lotta è sempre stata ridicolizzata e mai presa sul serio, a differenza di molti altri paesi nel mondo, come la Scozia, in cui gli assorbenti sono gratuiti. La proposta era stata avanzata da Civati e Brignone, e la reazione dei politici (e non solo) è stato quello di scherno e di sfottò, considerato una questione di serie B e divertente.

I motivi per cui si è bypassato questa lotta sociale e di genere sono molteplici: prima di tutto perché il benaltrismo fa parte ormai nel DNA dell’amministrazione italiana, ma anche perché, diciamocelo, le mestruazioni sono ancora un tabù da sfatare. Vi ricordate quando da piccole (e alcune lo fanno tutt’ora…) dovevamo nascondere l’assorbente nella manica e chiamavamo il ciclo “le nostre cose” o “il marchese”?

L’altro giorno, ad un corso di comunicazione e storytelling, ho sentito una signora lamentarsi della pubblicità della Nuvenia perché il sangue era rosso (ovvero il suo reale colore) e non più blu. “Un vero schifo“, continuava a dire la signora, credo di una settantina d’anni. Non c’è da stupirsi: da secoli ci siamo dovute vergognare del nostro sanguinamento mensile, e ritrovarsi in TV questo sferzata di realtà e consapevolezza del ciclo spiazza i più. Ma la pubblicità, come anche i post su Instagram di ragazze che si fotografano con macchie di sangue come provocazione, è segnale di cambiamento, come la reazione negativa della signora è prova della cultura patriarcale, che si sta però combattendo.

Dopo che quella signora si è lamentata di questa pubblicità, e la mia risposta molto garbata (in quanto mi rendo conto che nasciamo tutt* sessist*, non si scappa) anche un’altra ragazza mi ha dato man forte, ribadendo che in realtà è arrivato il momento della comunicazione realmente inclusiva. La signora non era d’accordo, ma l’obiettivo del corso non era parlare di femminismo, ma di storytelling e così non ci siamo dilungate. Ma mi ha fatto riflettere che ,in effetti, ogni lotta ha il suo tempo.

Anche solo qualche anno fa, quando appunto Possibile propose una legge per abolire la tampon tax, non eravamo pront*. Oggi forse ci siamo quasi e il cambiamento è tangibile. Sarà il 2022 l’anno in cui ci sarà la consapevolezza dell’importanza della Tampon Tax? Credo proprio di si. E con essa, anche lo sradicamento di tutte le convenzioni e tabù che le mestruazioni comporta alla donna.

Non sarà di certo un cambiamento repentino, ma come ogni reale evoluzione, sarà lenta e duratura.

La lotta alla tampon tax è, di fatto, simbolo della battaglia per un welfare equo, solidale e progressista che tanto vogliamo e in questo momento storico più che mai. La questione dell’igiene femminile  è una questione di politiche sociale e sanitaria di cui il governo ne deve riconoscere l’importanza. Ed ecco perché bisogna partire dalle amministrazioni.

Fortunatamente moltissime città italiane, spinte anche dal tour “Tocca a noi” di Lucrezia Iurlaro e Laura Sparavigna (consigliera comunale di Firenze) si sono mosse per portare avanti delle mozioni di indirizzo, che possano fare pressione nazionale all’abbattimento dell’IVA. Pescara è una di quelle città, che ha felicemente approvato unanime la mozione lanciata dal Partito Democratico.

Tampon Tax a Pescara: la mozione.

La Consigliera comunale Pd Stefania Catalano ha infatti proposto in consiglio comunale una mozione, poi approvata, sul tema della “Tampon Tax”, per l’agevolazione all’acquisto dei prodotti igienici per donne, neonati ed anziani,

“Il Pd di Pescara è da tempo impegnato in questa battaglia di civiltà per l’abbassamento dell’IVA su questi prodotti” affermano il segretario cittadino Antonio Caroselli e la consigliera comunale Stefania Catalano.

“Abbiamo ospitato il 28 agosto una tappa del tour nazionale “Un nuovo ciclo”, iniziativa dell’associazione “Tocca a noi” di Lucrezia Iurlaro e Laura Sparavigna che si pone l’obiettivo di portare in giro per l’Italia la proposta dell’abolizione della “Tampon Tax” e di coinvolgere le amministrazioni comunali per iniziative per agevolare l’acquisto di questi prodotti.”

“Per questo abbiamo presentato come centrosinistra una mozione, approvata all’unanimità, che chiede al Sindaco di: impegnarsi per collaborare con Enti locali e Regione per attivare iniziative di agevolazione economica per i beni igienici femminili, per neonati ed anziani; di attivate iniziative di sensibilizzazione sul tema con il coinvolgimento di Fater Spa. e Federfarma; di predisporre un deposito di beni non alimentari di prima necessità”

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Classe 1990, Pescarese di adozione. Attivista transfemminista e co-fondatrice del Collettivo Zona Fucsia, si occupa da sempre di divulgazione femminista. È speaker radiofonica e autrice in Radio Città Pescara del circuito di Radio Popolare con il suo talk sulla politica e attualità "Stand Up! Voci di resistenza". Collabora nella Redazione Abruzzo di Pressenza. È infine libraia presso la libreria indipendente Primo Moroni di Pescara e operatrice socio-culturale di Arci.

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