ultimi aggiornamenti: 23 gennaio ore 15:40
Sarebbero 25 le vittime del misterioso virus che assomiglia alla Sars e che viene dalla Cina, con 600 casi accertati di contagio nel Paese. Ma le cifre, già alte e preoccupanti, continuano a salire di giorno in giorno.
L’allerta sul nuovo coronavirus sta diventando globale: oltre a casi accertati anche in Giappone, Thailandia, Corea del Sud, Taiwan, Macao e Hong Kong, ad oggi si hanno notizie di contagi perfino in Australia, nelle Filippine, negli Stati Uniti e anche a Singapore tutti da viaggiatori di ritorno da Wuhan, la città dove è esploso il primo focolaio.
Il direttore dell’OMS, intanto, ha convocato un comitato che avrà il compito di decidere se l’epidemia rappresenta un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza nazionale, analizzando tempi e modalità di contagio.
Dopo la conferma ufficiale, ieri, che il virus si può trasmettere anche tra uomo e uomo, il Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) ha rivisto al rialzo la classificazione del rischio, portandolo da “basso” a “moderato”.
Cos’è il coronavirus e da dove arriva
Il coronavirus 2019-nCoV (così è stato ribattezzato dalla comunità scientifica) è un agente patogeno facente parte della famiglia dei virus a cui appartengono anche Sars e Mers. Può causare febbre e difficoltà respiratorie, che possono degenerare in insufficienza polmonare e renale, provocando la morte.
Secondo le ricostruzioni delle autorità sanitarie, il nuovo coronavirus è stato trasmesso all’uomo da animali infetti tra le bancarelle di animali vivi del mercato centrale di Wuhan, città nella provincia di Hubei (Cina centrale) che conta 11 milioni di abitanti. Non è escluso, tuttavia, che i focolai dell’infezione possano essere diversi: in tal caso potrebbe essere particolarmente complicato ripercorrere il percorso del virus.
Nuovo virus cinese: quali sono i sintomi?
Sul Corriere della Sera Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, ha illustrato i sintomi della malattia a cui oggi, in Italia, possono essere interessati solo coloro che hanno effettuato recentemente un viaggio in Cina. I sintomi sono perlopiù respiratori, quindi febbre, tosse, raffreddore, mal di gola, grave affaticamento polmonare. La malattia si cura come i gravi casi di influenza con terapie di supporto.
Tuttavia, l’incubazione, come spiegato da Brendan Murphy, responsabile sanitario australiano, dura probabilmente circa una settimana e può essere del tutto asintomatica.
Rischi per i viaggi in Cina
Se i dati in possesso dell’OMS confermassero la gravità del fenomeno, si potrebbero intraprendere nuove misure, come restrizioni per i viaggi nella città di Wuhan. C’è preoccupazione, inoltre, per il grande flusso di viaggiatori di tutto il mondo che in questo periodo vanno e vengono dalla Cina in occasione del capodanno cinese (chiamato in patria “capodanno lunare” o “festa di primavera“), che quest’anno apre l’Anno del Topo. Si contano circa 3 miliardi di tratte interessate in 40 giorni tra aeroporti, strade, stazioni ferroviarie e trasporti marittimi per le festività.
È stato confermata, intanto, la trasmissione del virus da persona a persona da un rinomato esperto della Commissione della salute pubblica del governo cinese, Zhong Nanshan. Per questo, il ministero della Salute italiano raccomanda di posticipare i viaggi non necessari in Cina, e per chi dovesse avere la necessità di farlo per recarsi a Wuhan, è consigliato di effettuare il vaccino antinfluenzale almeno due settimane prima della partenza.
Il sindaco di Wuhan Zhou Xianwang, inoltre, per limitare al massimo i rischi di contagio ha annullato i festeggiamenti per il Capodanno cinese, invitando inoltre i residenti a non lasciare la città e i visitatori a evitarla. Il rischio, secondo la Commissione Sanitaria Nazionale Cinese, è di una mutazione virale e di una ulteriore diffusione della malattia.
Anche la capitale Pechino ha seguito l’esempio di Wuhan cancellando le manifestazioni per il Capodanno e chiudendo alle visite la Città Proibita, il vecchio Palazzo Imperiale.
I controlli negli aeroporti, anche a Fiumicino
Negli scali di tutto il mondo è allerta per possibili contagi, e sono stati attivati screening sui voli provenienti da Wuhan. In Italia, La direzione sanitaria dell’aeroporto di Fiumicino – dove giungono da Wuhan tre aerei a settimana, il martedì, il giovedì e il sabato – ha esortato tutte le compagnie aeree con voli provenienti dalla Cina, da qualsiasi aeroporto, sia con voli diretti che con scalo intermedio, a controllare passeggeri ed equipaggio.
A Fiumicino inoltre – l’unica città italiana ad avere un collegamento diretto con Wuhan – a ogni passeggero proveniente da Wuhan viene misurata la temperatura nel corridoio sanitario riaperto per l’occasione e controllata la capacità respiratoria. Oggi è giunto il secondo volo settimanale da Wuhan con le nuove norme vigenti, e si procederà anche alla compilazione di una scheda che indichi destinazione e percorso dei passeggeri in Italia, una volta sbarcati, con l’obiettivo di tenere traccia di chi è arrivato da Wuhan. Il rischio più grande, come detto, è l’incubazione asintomatica.
Allo studio un vaccino
È già in fase di studio al National Institutes of Health americano un vaccino contro il nuovo coronavirus cinese, come confermato da Anthony Fauci, direttore dei National Institutes of Allergy and Infectious Diseases, alla CNN. Fauci ha inoltre spiegato che ci vorranno pochi mesi per arrivare alla prima fase di sperimentazione clinica, e circa un anno per ottenere il siero.
Sulla questione è intervenuto anche Rino Ruoppoli, chief scientist e head of external R&D dell’azienda GKS Vaccine, secondo il quale sarebbe teoricamente possibile sin da subito mettere a punto un vaccino contro il nuovo virus 2019-nCoV comparso in Cina: il virus è stato isolato la sequenza genetica è pubblicata sul sito della GeneBank, pertanto facilmente accessibile a tutti i gruppi di ricerca del mondo, tanto da poter ritenere il vaccino disponibile addirittura nel giro di una settimana, come accaduto per la Sars quando il siero fu ottenuto in tempi molto rapidi.
5 virus in 16 anni capaci di mutare e trasmettersi all’uomo
Sono 5, in 16 anni, i virus che sono riusciti ad adattarsi ad un nuovo ospite diverso dagli animali, e capaci di trasmettersi per via interumana: 3 di questi appartengono alla macrofamiglia dei coronavirus, quella del 2019-nCoV che oggi sta spaventando tutto il mondo.
Intervistata dall’ANSA, la virologa Ilaria Capua dell’Università del Florida ha parlato dello stretto legame tra la diffusione del coronavirus e i cambiamenti dell’ecosistema in corso: sarebbero gli stravolgimenti dell’ambiente a “costringere” il virus a trovare nuovi ospiti da infettare.
Il coronavirus 2019-nCov è solo l’ultimo di una serie di mutazioni di agenti patogeni trasmessi dagli animali all’uomo: nel 2003 la Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome), era stata trasmesso dai pipistrelli agli zibetti e successivamente all’uomo, mentre anni più tardi, nel 2009, il virus dell’influenza A H1N1 trasmesso dagli uccelli ai suini era poi giunto questi all’uomo, attribuendo al virus un poderoso corredo genetico.
Nel 2012 si è parlato poi di Mers (Middle East Respiratory Syndrome), un ulteriore coronavirus che dai pipistrelli si era trasmesso facilmente ai cammelli e successivamente all’uomo, e poi il virus ebola nel 2014
Percorso simile è stato effettuato dal 2019-nCoV che, come reso noto dalle autorità sanitarie cinesi, sarebbe passato dai pipistrelli ad un nuovo ospite animale, ancora non identificato, e da lì sarebbe mutato per potersi adattare all’organismo umano.