Un nuovo vaccino influenzale coltivato nelle piante è stato testato in due trials clinici su larga scala, per la prima volta nella ricerca dei vaccini.
Il vaccino conteneva particelle simil-virali che assomigliano ai ceppi
influenzali, estratte da una pianta della stessa famiglia del tabacco australiano che è stata geneticamente istruita a produrre proteine virali. I due trial combinati hanno coinvolto circa 23 mila persone, e i risultati suggeriscono che il vaccino pianta-derivato non solo è sicuro, ma anche comparabile ai vaccini antinfluenzali attualmente in commercio.
“Per quanto ne sappiamo, questi studi e il programma di sviluppo clinico che li ha preceduti sono la più grande dimostrazione del potenziale di una piattaforma basata sulle piante, per produrre un vaccino umano che sia sicuro, immunogenico ed efficace”, scrivono i ricercatori.
Ogni anno, i vaccini che ci proteggono dalle influenze devono essere riformulati per la stagione successiva, il che è un enorme impegno. Il virus influenzale è una sorta di camaleonte, cambia continuamente le molecole delle proteine che mostra sulla sua superficie esterna, e questo porta i ricercatori a cercare sempre nuovi modi per migliorare la tecnologia attuale in tema di vaccini.
Gran parte dei vaccini influenzali sono attualmente realizzati utilizzando particelle di virus cresciute e coltivate da uova di gallina o cellule coltivate in laboratorio, il che richiede mesi di lavoro anche quando gli scienziati scoprono quale ceppo influenzale (e proteine di superficie) devono colpire.
Le piante, che possono essere programmate per produrre proteine selezionate e coltivate in scala, potrebbero essere un’alternativa, aiutando così a implementare la nostra capacità di produrre vaccini influenzali. La tecnica può anche aiutare a superare le complicazioni incontrate nel modo in cui i vaccini sono realizzati, modalità di produzione che a volte rendono il vaccino meno efficace.
In questo sistema, i ricercatori hanno usato una pianta della famiglia del tabacco australiano, la Nicotiana benthamiana, programmata per produrre solo il guscio esterno dei virus influenzali. Queste particelle simil-virali sono quindi estratte e purificate in condizioni specifiche per realizzare un vaccino influenzale.
I ricercatori hanno testato il loro vaccino pianta-derivato in due trial clinici, finanziati dalla Canadian Biotech Company che ha sviluppato la tecnica, e non sono stati riportati dati preoccupanti rispetto alla sicurezza.
I trial della Fase 3, che testano la sicurezza e l’efficacia, sono solitamente uno degli ultimi ostacoli che i vaccini devono superare prima di essere approvati per un uso su larga scala.
Ma teniamo a mente che anche se un vaccino influenzale viene approvato come sicuro ed efficace, qualsiasi produttore necessita di produrre milioni di dosi ogni anno, il che potrebbe essere una sfida per il vaccino prodotto dalle piante.
Il primo trial ha coinvolto più di 10.100 adulti da Asia, Europa e Nord America, fra i 18 e i 64 anni, per verificare se il vaccino può proteggere il 70% di questa popolatone dallo sviluppare sintomi influenzali o altri problemi respiratori in una stagione influenzale. Sebbene questo alto standard non sia stato raggiunto nel trial, il vaccino ha protetto un terzo della popolazione dalla circolazione del virus influenzale del ceppo
dell’inverno 2017-2018 nell’emisfero boreale, che si è “associato” alle particelle virali contenute in questo vaccino.
Il risultato può apparire scarso, ma l’efficacia dei vaccini influenzali in commercio varia spesso di anno in anno in base a quanto lo stesso vaccino “si associa” i vari ceppi circolanti durante l’inverno.
I ricercatori sono giunti alla conclusione, basata sui dati raccolti durante il 2017-2018, che il loro vaccino pianta-derivato fornisce un livello di protezione “ampiamente simile” a quello dei vaccini commerciali usati nelle stagioni influenzali lunghe, il che è un buon risultato.
Il secondo studio ha coinvolto altre 12.700 persone dai 65 anni in su. Ciò è piuttosto rilevante, perché il sistema immunitario delle persone più anziane tende ad indebolirsi con l’età, rendendoli più vulnerabili alla contrazione del virus.
“Come altri vaccini influenzali, la risposta degli anticorpi al vaccino [pianta-derivato] può altrettanto diminuire con l’età”, dichiarano i ricercatori. Il vaccino pianta-derivato ha stimolato in misura minore una risposta di anticorpi nella popolazione anziana, un risultato piuttosto atteso, ma ha attivato una crescita sostanziale di cellule immunitarie pronte a rispondere a contagi simil-influenzali.
Approssimativamente, il vaccino ha protetto le persone dall’ammalarsi di influenza nella stagione 2018-2019 in misura parti ai vaccini influenzali commerciali utilizzati quella stessa stagione.
John Tregoning, un ricercatore di malattie infettive dell’Imperial College di Lontra, in un’intervista riguardante gli ultimi risultati dei trials ha dichiarato: “Il campo dei vaccini pianta-derivati è cresciuto molto negli ultimi 28 anni, fin da quando per la prima volta [nel 1992] si è visto che le proteine virali potevano esprimersi nelle piante – Questa è la prima volta che un vaccino pianta-derivato è stato testato in un trial clinico [umano]”, aggiunge Tregoning. “È una pietra miliare per questa tecnologia e pianta i semi per altri vaccini e farmaci basati sulle piante”.
Se va tutto bene, questa ricerca un giorno potrà darci un altro modo di produrre vaccini influenzali che può anche essere superiore nell’eventualità di un’altra pandemia influenzale.
Nella loro pubblicazione, i ricercatori dichiarano che il loro sistema basato su piante può produrre le prime dosi di un nuovo vaccino influenzale identificando un ceppo influenzale emergente in due mesi.
Ma c’è ancora una lunga strada davanti verso l’approvazione regolamentare per questo vaccino.
Articolo pubblicato il 9 novembre 2020 su sciencealert.com. L’articolo scientifico è stato pubblicato su The Lancet a questo link