Salute, sicurezza, produttività, lavoro, stabilità economica. Al momento sembrerebbe questo l’ordine di priorità, sia in termini sociali che in termini individuali. O almeno questi sono i temi preponderanti in rassegna stampa. Cosa manca? Lo sguardo alle relazioni, all’affettività.
LA VITA È FATTA DI PRIORITA’– Ma c’è un altro grande assente in questa descrizione mediatica, ed è la sessualità. La vita sarà anche fatta di priorità, tuttavia bisogna capire chi stabilisce quali siano queste priorità e se le priorità sociali siano veramente “più prioritarie” di quelle individuali.
Certamente la biologia ci insegna che, davanti ad un pericolo, tutte le energie e l’attenzione vengono concentrate sull’affrontare/evitare tale pericolo, allo scopo di proteggersi. Ciò potrebbe portarci a pensare che la sessualità sia tutto sommato un’esperienza di secondaria o addirittura terziaria importanza, davanti a un rischio di salute.
Intendiamoci, il rischio effettivo c’è, ma forse è opportuno quanto meno parlare di quello che accade alla nostra sessualità in questi giorni.
Iniziamo ad avere la visione/illusione che il confinamento è ormai terminato e che sia sempre più vicino il ritorno alla “normalità”. Proviamo però ad analizzare cosa può essere accaduto in questi due mesi in cui per molte persone la sessualità è stata altrettanto confinata.
LA COPPIA CONVIVENTE – In questi giorni è possibile che alcune coppie abbiano sperimentato un aumento del desiderio nel primo mese, dovuto a una ricreazione di tempi prima rubati agli impegni, desiderio col tempo scemato a causa di una compresenza costante che non lascia spazio a un “immaginare l’altr* nell’altrove”. L’assenza favorisce lo sviluppo di fantasie e genera quella quota sufficiente di “incertezza” positiva, che alimenta il desiderio.
Il calo del desiderio può essere dovuto anche a causa (per chi lavora da casa) di un senso di auto-efficacia, e conseguente autostima, più basso (il lavoro nobilita l’essere umano e ha conseguenze su più fronti). Il discorso cambia totalmente per chi, non lavorando, ha certamente e comprensibilmente una costante preoccupazione realistica per la sopravvivenza.
SE LA COPPIA CONVIVENTE HA ANCHE FIGLI – Il tempo rubato agli impegni ora è totalmente rubato dai figli (e dai loro impegni scolastici). Finalmente i figli possono condividere più esperienze ed emozioni con i genitori, ma è praticamente impossibile mantenere una vita sessuale (supponendo che nel “prima” ci fosse). Ciò non toglie però che si possa parlare di sesso in coppia. Questa può essere un’occasione per esplorare i reciproci desideri, fantasie, timori, scardinando così eventuali tabù e preoccupazioni di giudizio e creando un terreno di intimità fertile per il futuro.
LA COPPIA A DISTANZA – Ci sono coppie che già vivevano una relazione a distanza e coppie che la distanza l’hanno sperimentata per la prima volta. Anche in questo caso la comunicazione diventa uno strumento importante, mediante il quale non solo scambiare desideri, fantasie e timori, ma anche eventualmente scambiando contenuti virtuali (in sicurezza) che mantengano viva l’attenzione sulla sessualità.
SINGLE – Le cose si complicano. Le persone che vivono da sole o che sono single ultimamente restano sempre fuori dall’elenco dei buoni consigli/passatempi dispensati ovunque e da chiunque. Linn da Quebrada, performer transgender brasilian* in un suo brano dice “mi provoco amore”. Sarebbe un “memento” riferito a tutte le categorie di persone (single e non) e in qualunque momento, a prescindere dalla situazione attuale. Porto l’attenzione però sul rischio che, utilizzando minivideo erotici o porno online, proprio per la loro brevità, si sviluppi una certa compulsione con una conseguente – a lungo termine – dipendenza da uno stimolo e appagamento sessuale immediato, e dunque una maggiore difficoltà futura nel raggiungimento dell’orgasmo in tempi più lunghi (un circuito di dipendenza che può portare ad esempio a sviluppare eiaculazione precoce). L’utilizzo di video va bene, ma è preferibile un lungometraggio o meglio ancora racconti, romanzi e personali proprie fantasie.
LA PAURA DEL CONTATTO – Qualunque sia la situazione abitativa o relazionale, resta comune a tutti questi soggetti la paura del contatto, in un tempo in cui la parola alla “contatto” viene associata automaticamente la parola “contagio”. Sarebbe da irresponsabili dire che ancora nei prossimi mesi i rapporti sessuali non comportino un rischio reale anche di contagio Covid-19 per ovvie ragioni (non menzioniamo qui altri rischi). Ma a prescindere da questa constatazione, temo che la sessualità e la ricerca di un partner sessuale diventerà ancora più difficile, più complessa, più evitata, rischiando così di confinarla ancor più nell’area dei tabù. E come tutti ormai sappiamo, ciò che è tabù, i desideri, le emozioni, le fantasie, se inespresse o negate finiscono sempre per trovare un’altra via d’uscita, solitamente un sintomo o malessere psicologico.
articolo a cura della Dott.ssa Pamela Pellegrini
Psicologa Psicoterapeuta, Consulente sessuale
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