Utilizzando i dati dell’Indagine sulla Salute della Popolazione Transgender Statunitense, uno studio condotto da William Institute (il principale centro di ricerca sull’orientamento sessuale, la legge sull’identità di genere e le politiche pubbliche negli USA) esamina le caratteristiche che possono aumentare la vulnerabilità al COVID-19 per 1.400.000 adulti negli Stati Uniti che si identificano come transgender.
Secondo il CDC (Centers for Disease Control and Prevention), gli abitanti con più di 65 anni e quelli con patologie mediche preesistenti sono maggiormente a rischio per le gravi malattie dovute al COVID-19.
Molte persone transgender hanno sperimentato la vita da senzatetto, mettendosi a rischio significativo durante la pandemia di COVID-19 in corso. Tuttavia, anche la casa potrebbe non essere un luogo sicuro per chi denuncia conflitti con le proprie famiglie e alti tassi di violenza da parte dei partner.
Questi i dati di partenza dello studio:
- 319.800 adulti transgender hanno una o più delle seguenti condizioni: asma, diabete, malattie cardiache o HIV
- 217.000 adulti transgender negli Stati Uniti hanno 65 anni o più
- 137.600 adulti transgender non hanno un’assicurazione sanitaria
- 450.400 adulti transgender non sono andati da un medico nell’ultimo anno perché non potevano permetterselo
- 667.100 adulti transgender vivono al di sotto del 200% della soglia di povertà
Il nuovo coronavirus, che causa il COVID-19, ha avuto un forte impatto sulla salute, sui mezzi di sussistenza e sulla vita sociale delle persone in tutto il mondo. L’attuale risposta alla pandemia può danneggiare le fasce della popolazione più deboli dal punto di vista economico e sociale.
In questo rapporto della William Institute si sono incrociati i dati più recenti (2016-2018) sulla salute della popolazione transgender statunitense (“TransPop”), e dati provenienti da altre fonti per descrivere le caratteristiche che potrebbero aumentare la vulnerabilità al COVID-19 per 1.400.000 adulti statunitensi che si identificano come transgender.
Vulnerabilità sanitarie
Un fattore di rischio saliente per una malattia grave derivante da COVID-19 è avere 65 anni o più. Nel 2016, il Williams Institute ha stimato che circa 217.000 adulti americani over65 si identificano come transgender.
Inoltre, gli adulti transgender di tutte le età possono soffrire di base di alcune patologie che aumentano l’esposizione al COVID-19. Dei 319.800 adulti transgender in database, si registrano 208.500 asmatici, 81.100 diabetici, 72.700 malati cardiaci e 74.800 sieropsitivi.
A fronte di questo, tuttavia, circa 361.400 transgender adulti apparterrebbero ad una “zona grigia” non identificabile, associata a una varietà di scarsi risultati sulla salute.
Il CDC identifica anche l’isolamento sociale, la tensione finanziaria e la perdita di posti di lavoro come fattori associati ad un elevato rischio di suicidio: 587.100 adulti transgender (circa il 40% del totale) hanno tentato il suicidio almeno una volta nella propria vita. La risposta della sanità pubblica alla pandemia da COVID-19, compresi gli ordini di confinamento e distanziamento sociale, può esacerbare i fattori di rischio esistenti per il suicidio.
L’accesso all’assistenza sanitaria è di fondamentale importanza durante la pandemia da COVID-19, ma circa 137.600 adulti transgender negli Stati Uniti non hanno un’assicurazione sanitaria. Le persone transgender possono anche provare disagio o discriminazione nelle strutture sanitarie, rendendole potenzialmente meno propense a cercare le cure necessarie e più probabilità di ricevere cure scadenti. Stimiamo che 483.000 adulti transgender (il 34%) si preoccupano che, a causa della propria identità di genere, potrebbe essere loro negata una buona assistenza medica.
Infine c’è il fattore relativo al costo delle cure, autentica barriera per l’accesso all’assistenza sanitaria. Si stima che 450.400 adulti transgender non si siano recati dal medico nell’ultimo anno perché non potevano permetterselo.
Si suppone inoltre che alcuni tipi di cure chirurgiche per le persone transgender potrebbero essere ritardate per massimizzare la capacità delle strutture sanitarie di curare i pazienti con COVID-19.
Vulnerabilità economiche
Prima della pandemia da coronavirus, circa 667.100 adulti transgender negli Stati Uniti vivevano al di sotto del 200% della soglia di povertà. Nel 2020, il 200% della soglia di povertà consisteva in un reddito annuo di $ 25.520 per un individuo che viveva da solo.
Durante il periodo del sondaggio TransPop (2016-2018), il tasso di disoccupazione annuale per gli adulti transgender era in media del 12,8%, circa tre volte il tasso di disoccupazione per la popolazione medio degli Stati Uniti. In base a questi dati, si stimano circa 139.700 adulti transgender disoccupati dall’inizio della pandemia da coronavirus. Le recenti perdite di posti di lavoro a causa dell’allontanamento sociale aumenteranno probabilmente questo numero e aggraveranno le disparità occupazionali esistenti.
Per quanto riguarda i senzatetto transgender, stimati in 377.000 adulti nell’ultimo anno, le criticità consisterebbero nell’impossibilità di attuare l’allontanamento sociale e il lavaggio regolare delle mani, due misure raccomandate per prevenire l’infezione da coronavirus. Le persone che vivono senza fissa dimora, inoltre, accedono spesso a rifugi e servizi in ambienti condivisi con molte persone, che favoriscono la diffusione del virus.
Vulnerabilità sociali
È importante notare che la casa potrebbe non essere un luogo sicuro per molte persone, in particolare le persone transgender.
Il 57% di loro vive infatti una relazione conflittuale con la propria famiglia a causa dell’identità di genere, e il 54% ha subito violenze intime dal partner. Le misure ufficiali per mitigare la diffusione del coronavirus, come gli ordini di “stare a casa”, possono mettere le persone transgender in situazioni in cui devono convivere forzatamente con membri della famiglia che non accettano la loro identità di genere e possono mettere le persone transgender a ulteriore rischio di violenza da parte dei partner.
Jody L. Herman, Studioso di politica pubblica
Kathryn O’Neill, Analista delle Politiche
per William Institute
articolo tradotto da Chicco Grassellini per Dr. Rainbow
editato da Nicola Napoletano