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Dallo sviluppo genetico sessuale alla condizione di intersessualità

- 08/11/2020
diritti intersessuali


Per comprendere la condizione di intersessualità, partiamo dalle basi genetiche dello sviluppo sessuale. Una processo complesso che cercheremo di rendere più “potabile”.

Gli esseri umani nascono con 46 cromosomi, X ed Y determinano il sesso di una persona, combinati e distribuiti in 23 coppie. La maggior parte delle donne ha una composizione di 46 cromosomi XX, e la maggior parte degli uomini ha una composizione di 46 cromosomi XY.

La ricerca, tuttavia suggerisce che, con una frequenza di una su mille, alcuni individui nascono con un solo cromosoma sessuale (45X o 45Y dette “monosomie sessuali”) ed altri con tre o più cromosomi sessuali (47XXX, 47XYY o 47XXY, ecc. dette “polisomie sessuali”).

Inoltre, alcuni maschi nascono 46XX a causa della traslocazione di una piccola sezione della regione che determina il sesso nel cromosoma Y. Allo stesso modo, anche alcune femmine nascono 46XY a causa di mutazioni nel cromosoma Y.

Chiaramente, non ci sono solo femmine XX e maschi XY, ma piuttosto c’è una gamma di complementi cromosomici, equilibri ormonali e variazioni fenotipiche che determinano il sesso.

Le differenze biologiche tra uomini e donne risultano da due processi: la determinazione (che controlla se verrà seguita la differenziazione maschile/femminile) e la differenziazione del sesso biologico (lo sviluppo di un sesso dato) che implica diverse fasi di sviluppo gerarchicamente organizzate e regolate geneticamente.

Più del 95% del cromosoma Y è specificamente maschile, ed un’unica copia del cromosoma Y basta ad indurre la differenziazione in senso testicolare della gonade embrionale. Il cromosoma Y agisce come interruttore dominante del fenotipo maschile, e gli individui che hanno quattro cromosomi X ed un solo cromosoma Y (49XXXXY) sono fenotipicamente maschili (ossia avranno una morfologia e un funzionamento secondo tale polarità). Quando è presente un cromosoma Y, dei precoci testicoli embrionali si sviluppano verso la 10^ settimana di gravidanza. In mancanza sia del cromosoma Y che dell’influenza di un fattore di determinazione testicolare (TDF), si sviluppano le ovaie.

L’ “Intersessualità” dunque è il termine medico che si riferisce a persone che sono biologicamente in una posizione intermedia rispetto alle definizioni attualmente accettate nel mondo medico di “genere maschile” e “genere femminile”.

Ciò si riferisce a variazioni degli ormoni, dei cromosomi, dei genitali interni o esterni, o a qualsiasi definizione di tutte le caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie. Mentre alcuni individui vengono identificati o diagnosticati come intersessuali alla nascita, molti altri non lo sono. Poiché l’intersessualità viene riferita esclusivamente al sesso biologico, prescinde dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale. Una persona intersessuale infatti più identificarsi come uomo, donna, entrambe o nessuna delle due cose, ed avere un orientamento sessuale eterosessuale, omosessuale, bisessuale o asessuale.

Se consideriamo tutte le variazioni di intersessualità note, come quelle ormonali, per cromosomi o genitali, la frequenza di nascita di persone intersessuali negli ultimi vent’anni è passata da 1 su 100 a 1 su 10 persone. Ciò si spiega perché precedentemente gli adulti non erano consapevoli del loro stato clinico alla nascita, a meno che le variazioni di spettro di genere non fossero molto visibili. È quindi evidente che molti neonati nelle prossime generazioni saranno identificati più facilmente come intersessuali.

Assegnazione del genere nei neonati e bambini intersessuali

Da un punto di vista clinico, l’intersessualità viene considerata una anomalia congenita del sistema sessuale e riproduttivo.

La Intersex Initiative, una organizzazione del Nord America, stima che un bambino su 2000, o 5 bambini al giorno negli US, nasca evidentemente intersessuale. Questa stima entra in un range che va dalle anomalie genitali come l’ipospadia (malformazione congenita dovuta ad un incompleto e anomalo sviluppo dell’uretra e del pene) con una prevalenza alla nascita di un rapporto 1:300, ad anomalie genitali complesse che rendono difficile una assegnazione sessuale, con una prevalenza alla nascita di un rapporto 1:4500.

Molti bambini intersessuali sono stati sottoposti a interventi medici per ragioni di salute così come per ragioni ideologiche e sociologiche. Una considerazione importante riguardo l’assegnazione del sesso è il tentativo di “normalizzare” i bambini intersessuali alterandone chirurgicamente i genitali.

La chirurgia clitoridea nelle condizioni intersessuali è stata promossa negli USA da Hugh Hampton Young nei tardi anni Trenta. Successivamente, una strategia di standardizzazione intersessuale è stata sviluppata da alcuni psicologi della Johns Hopkins University (USA) basata sull’idea che i neonati sono di genere neutro alla nascita. Minto et al. dichiarano che “la teoria della neutralità psicosessuale alla nascita è stata ora rimpiazzata da un modello di interazione complessa fra fattori prenatali e postnatali che porta allo sviluppo del genere e, successivamente, all’identità sessuale” (Minto CL et al. The effect of clitoral surgery on clinical outcome in individuals who have intersex conditions with ambiguous genitalia: a cross sectional study. Lancet, 2003, 361(9365):1252).

Ad ogni modo, attualmente negli USA e in molti Paesi dell’Europa occidentale, le raccomandazioni cliniche ai genitori di neonati intersex prevedono che vengano cresciuti come donne, spesso includendo pratiche chirurgiche per femminilizzare l’aspetto dei genitali. Minto et al. hanno condotto uno studio con l’obiettivo di valutare gli effetti della chirurgia di femminilizzazione sul funzionamento sessuale di adulti con genitali ambigui. In questo studio, hanno notato una serie di questioni etiche in relazione a queste pratiche chirurgiche, che includono che

  • non vi è alcuna evidenza che ciò porterebbe a migliori effetti psicosociali
  • la femminilizzazione genitale chirurgica non può garantire che l’identità di genere sviluppata successivamente sia quella di donna
  • la funzione sessuale da adulta può risultare compromessa dalla rimozione del clitoride o del tessuto fallico. Gli studi di biologia per il loro sviluppo attuale, suggeriscono che una rigida credenza in un assoluto dimorfismo sessuale sia incorretta.

intersex day of remembrance

Auto-determinazione corporea e Stop alla mutilazione genitale intersessuale

Una persona ha intrinsecamente il diritto di essere informata sulle decisioni su ciò che riguarda il proprio corpo, inclusi cambiamenti al proprio sistema sessuale e riproduttivo. Le persone hanno il diritto di essere informate per dare un consenso consapevole alle decisioni mediche (vi rimandiamo a questo articolo).

Attualmente molti medici incoraggiano una chirurgia non-consensuale per persone intersex, soprattutto bambini e neonati. Queste procedure chirurgiche sono anche una forma forzata di sterilizzazione, poiché spesso i testicoli e/o le ovaie vengono rimosse.

Per anni è stato riferito che ciò potesse essere fatto con l’obiettivo di proteggere le persone intersessuali da bullismo o altre discriminazioni, ma di fatto si tratta di una assegnazione sessuale secondo un ormai obsoleto parametro di genere. Inoltre, molteplici studi stanno dimostrando con dati solidi le conseguenze psicologiche traumatiche determinate da tali pratiche, come Disturbo Post-Traumatico da Stress, perdita di sensibilità, disfunzioni sessuali, e anche pensieri suicidi, vivendo una situazione di esclusione, non accettazione, rifiuto del proprio corpo e invisibilità sociale.

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