Anche Roma ha i suoi “Venerdì positivi“. Dopo la fortunata esperienza di Bologna, i meeting dedicati alle persone sieropositive sono sbarcati da pochi mesi nella capitale grazie all’impegno e all’attivismo di Giulio Maria Corbelli, ingegnere leccese che, oltre a promuovere la prevenzione e la buona informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili, incoraggia l’aggregazione e il confronto come presupposti fondamentali per vivere la condizione di sieropositività nella maniera più serena possibile.
BL Magazine lo ha intervistato per capirne di più sui Venerdì positivi e non solo.
Giulio, la prima domanda è d’obbligo. Come sono nati i Venerdì positivi?
La storia di come sono venuti fuori passa anche dalla mia storia personale. Faccio parte di un’associazione, PLUS ONLUS, composta da uomini gay ma ma dedicata prevalentemente alla questione della salute sessuale: hiv, persone sieropositive, prevenzione. Al suo interno è stato predisposto, a Bologna, un servizio chiamato BLQ Check Point, gestito dall’associazione, che per primo in Italia ha offerto test liberi per hiv, epatite c e altre malattie sessualmente trasmissibili. Va specificato che l’associazione è composta quasi prevalentemente, anche da statuto, da persone sieropositive. Da qui l’idea di ritagliare un momento di condivisione e dialogo, i Venerdì positivi, che sono un’occasione per stare insieme e confrontarci.
Su cosa vi confrontate?
Negli appuntamenti dei Venerdì Positivi ci si dà un appuntamento e una volta riuniti si sviluppa un tema, legato alla convivenza con l’hiv e tutto ciò che questo comporta, attorno al quale ci si scambiano esperienze e pareri. Sono ovviamente incontri pensati e dedicati a uomini gay sieropositivi, ma sono frequentati anche da sieronegativi e in passato hanno partecipato anche donne.
Quindi immagino che vi concentriate soprattutto su come si vive socialmente la sieropositività.
Sì, cerchiamo di affrontare quel tipo di approccio e punto di vista. Per dirtene una, recentemente si è parlato di coppie aperte e coppie chiuse, discorso che riguarda non solo le persone sieropositive, ma affronta anche la questione della cosiddetta disclosure (rivelazione), dichiararsi sieropositivi con i partner sessuali.
La proposta dei Venerdì Positivi a Roma nasce anche grazie ai social: il gruppo facebook LOGHIVA, una piccola ma nutrita community di persone sieropositive, raccoglie esperienze, idee e persone da tutta italia, che si fanno domande e cercano risposte, si confrontano su questioni riguardanti la propria condizione sotto tutti i punti di vista. La socializzazione virtuale ha fatto crescere la voglia di incontrarsi dal vivo.
“Gli utenti del nord hanno Bologna come riferimento” spiega Giulio, “e presto anche a Roma è sorta l’esigenza di incontrarsi dal vivo, così abbiamo organizzati una cena per conoscerci. L’incontro è andato così bene che abbiamo cominciato a vederci regolarmente ogni mese, con i Venerdì positivi. Oltre alla cena iniziale ci sono stati due incontri, ad aprile e a maggio, e il prossimo appuntamento è fissato per il 14 giugno“
Quali sono le problematiche maggiori che scaturiscono da questi incontri?
È forte la questione visibilità: fortunatamente l’hiv, con i farmaci a disposizione, è ben gestito e gli aspetti strettamente legati alla salute sono risolti. Resta la questione di come uno la vive dentro, e spesso, giustamente, c’è voglia di confrontarsi sul proprio vissuto e scambiare opinioni, o semplicemente avere un gruppo di persone con le quali trattare di questi argomenti, perché spesso non se ne parla nemmeno con gli amici più intimi.
Secondo te, la percezione che le persone sieropositive hanno rispetto allo stigma sociale sulla propria condizione corrisponde alla realtà?
Va fatto appunto un distinguo: c’è una percezione sociale difficile da quantificare e poi c’è la percezione da parte di persone con hiv. In base alla mia esperienza, e anche stando ad alcuni sondaggi, posso dirti che la paura che le persone con hiv hanno di essere discriminate è superiore rispetto alla realtà, e che forse la società è più aperta di quanto non sembri, su questo tema. Certo, poi se parliamo delle dinamiche nel mondo gay c’è sempre la persona che in chat ti rifiuta, e nel migliore dei casi scappa – nei peggiori ti insultano, ti danno dell’untore, dell’infetto – questo accade. Quindi credo che la discriminazione sessuale nell’ambito gay esista, c’è ancora. Le informazioni che abbiamo e che cerchiamo di diffondere nella comunità gay non bastano mai perché ci sono persone che con i nostri messaggi non riusciamo a raggiungere.
Dopo aver spiegato cosa sono i Venerdì positivi, se a qualcuno venisse voglia di partecipare cosa potrebbe fare?
Il mio profilo fb è pubblico e sono contattabile volentieri. Vivo visibilmente la mia condizione e non ho problemi. Tramite me sarà inserito nel gruppo LOGHIVA.
Credits foto di copertina: Paolo Lipartiti