Se vivi a due passi dal mare, ti piace viaggiare verso zone balneari o stai organizzando una vacanza su un’isola quest’estate è probabile che, oltre a divertirti, tu ne stia anche guadagnando in salute.
Storicamente, i medici raccomandano ai propri pazienti di andare al mare per guarire da diversi mali. L’uso dell’acqua marina per scopi medici ha persino un nome: talassoterapia.
Nel 1769 un famoso medico britannico, Richard Russell, pubblicò una tesi sostenendo di usare l’acqua di mare per le malattie ghiandolari, come scorbuto, l’ittero, la lebbra e febbre ghiandolare, nuotando o addirittura bevendola.
Ad oggi abbondano le stazioni termali e curative marine. Sono pensate come luoghi in cui le persone possono dedicarsi al relax e, in alcuni casi, anche curare l’artrite.
Ma ci sono evidenze scientifiche sui benefici, fisici e psichici, dell’acqua di mare?
Effetti dell’acqua di mare su pelle e ferite
L’acqua di mare differisce dall’acqua del fiume per le quantità significativamente più elevate di minerali che la compongono, sodio, e magnesio e calcio. Ecco perché è molto utile per alcune condizioni della pelle come la psoriasi.
La psoriasi è una malattia della pelle cronica, autoimmune (in cui il sistema immunitario attacca le cellule sane), che comporta spesso di eruzioni cutanee costituite da placche pruriginose e squamose.
Il bagno in acque naturali ricche di minerali (anche nelle sorgenti), è chiamato balneoterapia ed è stato a lungo usato per trattare la psoriasi.
Molti pazienti affetti da psoriasi hanno constatato un miglioramento della propria condizione dopo aver nuotato in mare, grazie anche all’esposizione al sole.
Il nuoto in acque salmastre ha anche benefici per l’eczema, un’altra condizione immuno-mediata. Ciò può accadere perché l’acqua di mare ricca di magnesio può migliorare la ritenzione di umidità nella pelle, rendendola più forte e più rigida.
In virtù della ricchezza di altri sali minerali come sodio e iodio, il mare pu essere anche un ottimo antisettico, ossia può avere proprietà cicatrizzanti. D’altra parte, nuotare nell’oceano con ferite aperte può esporre a potenziali infezioni batteriche.
L’acqua di mare per curare febbre da fieno e sinusite
L’irrigazione nasale, o l’irrorare la cavità nasale con soluzioni saline viene utilizzata come terapia complementare da molte persone che soffrono di febbre da fieno, nonché di infiammazione e infezione dei seni nasali.
Il nuoto nell’oceano e l’esposizione in ambiente salino sono probabilmente associati a una riduzione di febbre da fieno e sinusite, nonché ad altri sintomi respiratori, questo perché l’effetto salino sul rivestimento dei seni può ridurre l’infiammazione.
Il direttore dei servizi clinici presso la Charity medica Allergy UK afferma che le persone che vivono e nuotano in zone di mare tendono ad avere sistemi respiratori più sani.
Acqua di mare, meditazione e relax
L’esercizio fisico in ambienti naturali ha dimostrato di avere maggiori benefici per la salute mentale rispetto all’esercizio fisico in altri luoghi, questo perché riesce a combinare i benefici dell’esercizio fisico con gli effetti riparatori dell’essere a contatto con la natura. Nuotare in mare aperto non è da meno .
Può essere rilassante, meditativo e ridurre lo stress. Nel suo libro “Blue Mind” del 2014, il biologo marino Wallace J. Nichols ha raccolto prove del perché le persone si trovano in uno stato meditativo e rilassato quando sono dentro, sopra o sott’acqua.
Uno dei motivi è lo schema respiratorio utilizzato durante il nuoto e le immersioni, che stimola il sistema nervoso parasimpatico (il sistema che controlla la funzione degli organi) e ha effetti sulle onde cerebrali e sugli ormoni che influenzano positivamente il cervello.
L’assenza di gravità dell’acqua può anche avere un effetto calmante sulla mente, anche cambiando o rallentando le onde cerebrali.
L’idroterapia e il nuoto hanno anche dimostrato di ridurre i sintomi della depressione e dell’ansia. Uno studio ha mostrato che gli effetti della balneoterapia erano paragonabili a un farmaco antidepressivo comunemente usato chiamato paroxetina.
Terapia dell’acqua fredda
L’idroterapia è stata ampiamente utilizzata nella riabilitazione, ma qui mi concentrerò sui benefici per la salute del nuoto in acque marine più fredde.
Il nuoto in acqua fredda attiva i recettori della temperatura sotto la pelle che rilasciano ormoni come endorfine, adrenalina e cortisolo. Questi hanno benefici terapeutici per condizioni muscolo-scheletriche – come la fibromialgia, che è una condizione con dolore cronico e mollezza in tutto il corpo.
L’esposizione ricorrente in acqua fredda può anche portare a una migliore funzionalità del sistema nervoso parasimpatico, che come aiuta con la funzione degli organi. Ciò è collegato ad un aumento del rilascio di dopamina e serotonina.
A seconda della temperatura, nuotare in acque più fredde consuma più calorie per preservare la temperatura corporea, sebbene l’effetto complessivo sulla massa grassa sia controverso. È stato anche dimostrato che una frequente esposizione all’acqua fredda aumenti l’immunità del corpo.
Nel complesso, sarebbe saggio rendere il nuoto in acque marine un’abitudine salutare.
Articolo originale apparso su “The Conversation” e scritto da Sergio Diez Alvarez, Professore di Medicina presso l’Università di Newcastle.
Adattamento per Dr. Rainbow a cura di Chicco Grassellini e Nicola Napoletano.