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Un nuovo idrogel nel trattamento delle ferite attiva il sistema immunitario per ridurre le cicatrici

- 09/04/2021
laboratorio


Gli scienziati hanno sviluppato un nuovo idrogel capace di curare rapidamente le ferite degli animali minimizzando le conseguenti cicatrici, con l’aiuto del sistema immunitario. Ciò potrebbe potenzialmente funzionare come un upgrade delle nostre capacità di guarire dalle ferite.

Il MAP gel è risultato promettente nella sua struttura progettata per supportare la crescita dei tessuti e velocizzare la guarigione delle ferite, Il MAP gel è stato modificato anche per attivare una particolare risposta immunitaria.

Finora, la ricerca ha solo analizzato la cura delle ferite nei topi, ma potrebbe potenzialmente aiutare le persone con ustioni, tagli, ulcere diabetiche e altri tipi di ferite che altrimenti lasciano il posto a pelli danneggiate e con cicatrici.

“Questo studio mostra che l’attivazione del sistema immunitario può essere usata per portare l’equilibrio della guarigione delle ferite dalla distruzione del tessuto e formazione di cicatrici verso la riparazione del tessuto e la rigenerazione della pelle” riferisce l’ingegnere biomedico Tatiana Segura della Duke University.

Il tessuto cicatriziale si forma come parte di una rapida reazione del corpo alla ferita: riduce dolore e limita le possibilità di sviluppare infezioni. Tuttavia la ricrescita della pelle non è completa, mancando le ghiandole sudoripare e i follicoli piliferi, ed è anche maggiormente soggetta a future ferite.

Utilizzando già il MAP gel come un modo per organizzare le cellule nel guarire le ferite più rapidamente, il team ha cercato di tenere l’impalcatura biologica più a lungo girando la struttura peptidica di un particolare linker chimico presente nel gel così che il corpo lo percepisca familiare e – in teoria – rendendone più difficile la distruzione. “Precedentemente abbiamo visto che appena la ferita inizia a guarire, il MAP gel inizia a perdere porosità, il che limitava il modo in cui il tessuto poteva crescere attraverso la struttura”, dice l’ingegnere biomedico Don Griffin Della University of Virginia.

“Abbiamo ipotizzato che rallentando la degradazione della struttura biologica del MAP avremmo evitato la chiusura dei pori e fornito un supporto addizionale al tessuto in crescita, il che avrebbe migliorato la qualità del tessuto stesso”.

Comunque, negli esperimenti sui topi, il tentativo del team per prolungare la durata della struttura biologica rendendola “aliena” al corpo ha ottenuto l’effetto opposto: il gel è quasi totalmente scomparso dalla ferita nel tempo in cui l’ha curata. L’inversione della struttura peptidica  ha attivato una risposta immunitaria differente, quella del sistema immunitario più specializzato nell’adattamento – usa diversi tipi di cellule e reazioni più rigenerative.

Gli anticorpi e i macrofagi che sono stati attivati in questo caso si sono rivelati più efficaci nel rimuovere le tracce di idrogel, così come nel riparare la pelle in un modo più simile alla pelle originaria (inclusi i follicoli piliferi).

Questo processo deve ancora essere adattato al corpo umano, ovviamente, ma condividiamo molto del meccanismo di riparazione con altri mammiferi, e gli scienziati sono fiduciosi che una versione modificata del loro idrogel possa essere usata per curare le ferite in modo più rapido e naturale e forse anche contribuire allo sviluppo di vaccini.

Possibile realizzazione di nuovi materiali applicabili

“Sono entusiasta dalla possibilità di progettare materiali che possano interagire direttamente col sistema immunitario per supportare la rigenerazioni dei tessuti” dichiara Segura “Questo è un approccio nuovo per noi”.

La ricerca è stata pubblicata su Nature Materials.

Articolo di David Nield pubblicato su sciencealert.com e tradotto da Pamela Pellegrini

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