Una delle cose che si sta studiando in questo periodo di pandemia è il sonno. Com’è il sonno ai tempi del COVID-19?
A questa domanda sta provando a rispondere un team di ricercatori del Laboratorio di Psicofisiologia del Sonno e Neuroscienze Cognitive dell’Università degli Studi dell’Aquila. Il responsabile del progetto è il professor Michele Ferrara, ordinario di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica, coaudiuvato dalla professoressa Daniela Tempesta, dal dottorando Federico Salfi e da quattro tesisti post laurea: Giulia Amicucci, Domenico Corigliano, Jasmin Cascioli, Lorenzo Viselli.
Il laboratorio, che si occupa di studio del sonno umano, ha fatto partire questa ricerca il 25 marzo, cioè poco più di due settimane dall’inizio del lockdown. L’obiettivo è raccogliere dati sulla qualità del sonno degli italiani.
Un evento come quello del COVID-19 quanto sta influendo sul nostro sonno?
Per tentare di capire ciò, bisogna compilare un questionario online rispondendo a una serie di domande relative ad abitudini di sonno, stati d’animo ed eventuali cambiamenti di routine nella propria vita.
Gli italiani in quarantena? Dormono male.
I primi dati che stanno emergendo – su una base di più di 13000 questionari compilati – rivelano una qualità del sonno decisamente pessima.
In tutta Italia, infatti, sono stati superati i livelli di guardia che evidenziano quelli che sono i disturbi di qualità del sonno, con una maggiore incidenza dell’insonnia. “Una delle cose che abbiamo valutato” – spiega il professor Ferrara “riguarda variabili che sono collegate sia all’insonnia sia alla qualità del sonno, come ansia, depressione, stress e la percezione dello stress. L’evento è lo stesso ma la reazione allo stress che comporta varia chiaramente da persona a persona. Ciò che abbiamo notato è la stretta correlazione tra il modo in cui le persone percepiscono l’evento stressante e la qualità del sonno, vale a dire che la qualità è tanto peggiore quanto più le persone ritengono negativo e stressante l’evento che si trovano a dover affrontare.“
“Mediamente per la popolazione italiana sembra che l’impatto sia devastante” aggiunge il professore, “ma bisogna sottolineare che non abbiamo una rilevazione prima dell’evento. Normalmente in un esperimento che si fa in laboratorio si fa prima una rilevazione di base, poi si verifica quello che accade dopo una certa manipolazione in laboratorio. Si ha, quindi, un prima e un dopo da confrontare. In questa ricerca non abbiamo un prima, infatti non ho detto che c’è stato un peggioramento, ho detto che c’è una pessima qualità del sonno adesso”.
Altro dato interessante che sta emergendo riguarda le similitudini con un altro terribile evento che il laboratorio si è trovato ad analizzare, sempre relativamente al sonno: gli effetti del terremoto de L’Aquila. “Ci sono delle similitudini, anche se sono situazioni diverse perché quella fu una rivelazione a un anno dal terremoto mentre qui siamo nella fase acuta e anche perché, ovviamente, all’epoca era rivolta solo alla popolazione aquilana.” spiega il professore. “Avevamo trovato dopo il terremoto un aumento dei disturbi del sonno e un peggioramento della qualità. I dati che abbiamo oggi ci dicono che la qualità del sonno di tutta Italia, aquilani compresi, è molto peggiore rispetto a quella del post terremoto”.
Per avere un quadro completo sulla situazione italiana e fornire i ricercatori di maggiori informazioni, è importante continuare a partecipare alla ricerca. Pochi minuti per contribuire a delineare quello che è il quadro preciso della situazione e poter approfondire ulteriormente studi e dati.
Per partecipare basta cliccare a questo link.