Da quando è partita l’emergenza coronavirus abbiamo assistito alle più becere forme di sottomissione della popolazione. Le doverose misure di contenimento dei contagi spesso e volentieri sono sfociate in vere e proprie sopraffazioni istituzionali.
In tutte le nazioni qualcosa è cambiato inesorabilmente giorno dopo giorno.
A Minneapolis, negli Stati Uniti, la polizia ha fermato, per motivi ancora da chiarire, un uomo di nome George Floyd, afroamericano. E’ stato immobilizzato da quattro agenti.
Uno di questi lo ha bloccato a terra con il ginocchio sul collo. I passanti hanno iniziato a filmare e fare dirette sui social network su quello che stava accadendo.
L’uomo supplicava il poliziotto di lasciarlo respirare.
“I can’t breathe…”
Le persone lì presenti protestano ed assistano alla perdita degli umori di Floyd. Impassibili i poliziotti.
L’uomo muore in diretta facebook.
A meno di ventiquattro ore nella Mill City si sono scatenate numerosissime proteste dei cittadini.
La polizia non riesce a contenere le manifestazioni spontanee di protesta.
Attualmente i poliziotti non sono stati incriminati di nulla ma sono stati licenziati.
L’America non è nuova a questo tipo di aggressioni razziste.
In passato anche la comunità italiana fu bersaglio di poliziotti conservatori. Lo stesso accadde con gli ispanici e, gli afroamericani, dal 1700, continuano a vivere con la consapevolezza di essere odiati da qualcuno nella loro nazione solo per il colore della loro pelle.
Il Presidente Trump non ha dichiarato nulla. Anzi, ha inscenato un teatrino discutibilissimo con i vertici di Tweeter. Non solo si è limitato a bacchettare il colosso Social di San Francisco, ma , a reti unificate, ha dichiarato di voler chiudere i social network millantando poca par condicio dei social nei confronti dei conservatori.
Le cose sembrano non aver alcun nesso. Invece la medioevale dialettica del Tycoon è lineare.
Attualmente una delle città più popolose d’America, Minneapolis, sta vivendo scontri tra civili e polizia a causa dell’omicidio in diretta social di George Floyd. L’attenzione mediatica non poteva essere incentrata su questo enorme problema. Donald Trump non può in questo momento fare alcuna dichiarazione per non inimicarsi la parte razzista del suo elettorato. A novembre ci saranno le elezioni.
In realtà Trump si sta mostrando per quello che è: un antidemocratico incapace di guidare la più grande democrazia del mondo che ha mostrato, ancora una volta, la falsità in cui è avvolta quella nazione.
Solo ieri il Presidente Americano voleva dare lezioni di democrazia alla Cina sulla questione Hong Kong. Il bue che dice cornuto all’asino.
Questa epoca puzza di marcio. Occorre immediatamente una svolta epocale.
Il tramonto del capitalismo è stato accelerato dalla pandemia.
Sarà compito delle donne e degli uomini contemporanei cercare una soluzione comune. Il malcontento planetario è solo il primo sintomo di una nuova era. Auspicabilmente non esplosiva.
Ora però torno ad informarmi sul web di fatti nazionali: Sandra Milo si è incatenata davanti palazzo Chigi.