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CORONAVIRUS. Diario di un redattore in FASE 2 (Giorno 9)


Due miei carissimi amici, Alessio e Cristina, anni fa mi spiegarono come poter organizzare un piano di risparmio efficace. La passione bibliofila e la loro proverbiale passione per il Giappone li ha condotti all’utilizzo di un utilissimo strumento chiamato Kakebo.

Da giorni impazza il malumore parallelo alla Pandemia Covid-19: la crisi economica si sta abbattendo su di noi.

La rabbia degli italiani si sta accanendo contro qualunque cosa. Non ultimo, il riscatto evaso ai terroristi somali da parte dello stato italiano per liberare Silvia Romano.

Ogni scusa è buona per dar voce all’ira.

Ma il fine non giustifica affatto i mezzi.

Il buon senso mi porta a considerare che il metodo migliore per arginare la povertà sia quello adottato dagli amici Alessio e Cristina. Il Kakebo!

Vi spiegherò come funziona a livello casalingo e tenterò di portarlo a livello macroscopico: un maxi Kakebo per lo Stato Italiano.

Il Kakebo è il libro dei conti di casa a cui i giapponesi affidano il proprio budget personale. Si tratta di una sorta di agenda in cui annotare le entrate e le uscite, e grazie a cui tenere traccia delle proprie abitudini di spesa.

Secondo i giapponesi l’utilizzo del Kakebo aiuta a limitare le spese inutili e a risparmiare, ma soprattutto a riflettere sulle proprie abitudini di spesa. Chi ha iniziato a usare il Kakebo per gestire le spese sostiene che, per imparare a risparmiare, sia più utile di un file elettronico o di una app.

Ma come applicarlo ai conti dello Stato Italiano?

Non è assolutamente difficile comprendere che esistano alcune spese vive imprescindibili: sanità, scuola, stipendi dei lavoratori pubblici e, volendo, anche l’apparato burocratico che determina il nostro sistema democratico.

Le entrate sono date dalle Tasse e dagli investimenti che nazioni estere fanno nel nostro paese.

Chiaro come l’acqua!

Ovviamente questo sistema di entrate ed uscite è molto semplificato! Non vi tedierò con tutte le variabili e i distinguo di sorta: potete approfondire l’argomento con me in privato.

L’aspetto più importante del Kakebo è il limitare le spese inutili.

Avvalendomi dei dati rilevati dall‘Ufficio di Studi della Cgia di Mestre, che, con dovizia di dettaglio, ha calcolato gli sprechi pubblici, vi elencherò quanto si potrebbe risparmiare con una manovrina o un decretino semplicissimo.

Lo spreco della burocrazia dato dal cattivo ammodernamento e mancata digitalizzazione ci costa ogni anno 57 miliardi; i debiti commerciali della Pubblica amministrazione (mancate liquidazioni, more, denunce e ricorsi) 53 miliardi di euro; le spese inutili delle infrastrutture statali (che vanno dalle suppellettili inutili negli uffici, ma anche agli improvvisati restyling di grafiche) 40 miliardi l’anno;

Gli sperperi nel comparto giustizia sono altri 40 miliardi; spesa pubblica non necessaria 24 miliardi, spesa sanitaria non necessaria e non fondamentale (tipo targhe e vetrofanie) 23, 5 miliardi; il trasporto pubblico locale, invece, spende inutilmente 12,5 miliardi di euro l’anno.

Come non citare poi le spese che l’Italia deve sostenere annualmente per pagare la liquidazione della Società “Stretto di Messina S.p.A.” ? Gli amministratori della società del ponte sullo Stretto di Messina (che non esiste, ma sembra un dettaglio) costa alle casse dello stato 300.000€ l’anno.

Queste sono solo le spese inutili della pubblica amministrazione.

Non solo essa genera sperperi però….

Ad esempio l’evasione fiscale in Italia nel 2019 ci è costata 108 miliardi di euro.

L’elenco si allungherebbe di molto considerando anche le spese regionali e locali non necessarie.

Non posso, perdonatemelo, non citare i famosi 49 milioni di euro che si sono volatilizzati nelle casse di un noto partito italiano….

Sommando tutta la spesa inutile, che neanche Mario Monti è riuscito ad estirpare brandendo la spada della Spendig Review, è:

trecentocinquantottomiliardiquarantanovemilionitrecentomila euro!

358.049.300.000€

I dati sono pubblici, pubblicati su molte testate che si occupano di economia e finanza. Credo che solo chi non voglia vedere lo sperpero, non lo veda.

Io in un pomeriggio sono riuscito a fare questa somma.

Potete farlo anche voi come ludica ricreazione tra un post contro il riscatto per Silvia Romano e la pubblicazione di video contro il 5g!

Spero che chi di dovere prenda in seria considerazione di utilizzare il Kakebo giapponese come soluzione a questa immensa crisi economica che si sta abbattendo tempestosa nei destini di milioni d’italiani!

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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