Ventunesimo giorno di quarantena in Lombardia.
Adesso ho dei dubbi: devo portarmi dietro il certificato ministeriale per buttar via l’umido?
La prigionia volontaria a cui siamo sottoposti tutti mi sta rivelando una parte di me che assolutamente non conoscevo. Inoltre ho iniziato a dedicarmi anche a lavori domestici che da settembre ho delegato a Donna Sara, la mia veemente signora delle pulizie equadoriana che tutti i lunedì mi aiuta nelle faccende domestiche. Domani non può venire mi ha detto.
Oggi stavo rileggendo un vecchio classico intramontabile. Un libro tranello che non ho mai ultimato ma che ho iniziato decine di volte: OBLOMOV dello scrittore russo Ivan Aleksandrovič Gončarov.
Il’ja Il’ič Oblómov è un proprietario terriero che vive senza compiere alcuna attività particolare. Per la gran parte del tempo, giace su un divano o su un letto, circondato da poche persone, tra le quali il suo pigro, riottoso, ma fedele servitore Zachar, senza il quale non riesce neanche ad indossare le scarpe e gli stivali. Vive in una casa di San Pietroburgo, nel disordine e nella trascuratezza. Esattamente come il sottoscritto negli ultimi giorni.
Penso che tutti noi, data la circostanza nazionale, stiamo ampiamente testando la possibilità di essere un Oblomov qualunque.
Spesso e volentieri ho parlato di questo libro con la mia amica, psicoterapeuta e libroterapeuta Elisa Tracanna, anche perchè la costrinsi a leggere tutto il libro affinché mi raccontasse il finale. Ecco , il “mite fantasma” della letteratura russa, il pigro protagonista di una storia confinata in un divano a San Pietroburgo, mi ha da sempre impigrito….
Ecco dunque che però ho elaborato tenacemente delle tattiche per non oblomovizzare la mia vita in quarantena:
Svegliarsi sempre la mattina presto come Galletti Padovani. La tentazione di trasformarsi in ghiri catatonici è altissima, ma vi assicuro fa bene avere rispetto dei ritmi circadiani.
Lavarsi, imbelletarsi come se si dovesse uscire per andare ad un incontro importante, tipo “A cena con Ornella Vanoni”. La livrea pigiamosa delle migliaia di persone in diretta su instagram o facebook mi fa riflettere su come il poltrire in casa possa trasformarsi in depressione in men che non si dica. Ecco, abbiate un minimo di accortezza con voi stessi.
Evitare di ingozzarsi come maiali il giorno prima dell’Apocalisse. La tentazione è altissima. Vediamo in continuazione tutorial di nonnine, influencer, foodblogger e di Benedetta, che, non ho mai capito perche, impasta tutto a mano ed usa le sue dita come una frusta: è feticismo alimentare…. data l’immobilità continuare a mangiare tantissimo trasformerà l’ #andràtuttobene in #andràtuttostretto. E sarà un casino dato che chissà quando riapriranno i negozi.
Continuiamo però a cantare dai balconi, a sorridere e, per favore, rimanete in casa! La situazione nella Bergamasca sta precipitando per numero di contagi… gli attrezzatissimi ospedali ormai sono pieni ed hanno dovuto inviare dei pazienti a Palermo.
Immaginate se improvvisamente accada in una zona interna del meridione… penso alla mia terra d’origine in cui negli ultimi anni sono dimezzati ospedali e posti letto.
Sarebbe una ecatombe disastrosa.