Cinquantasettesimo giorno di quarantena.
In vino veritas.
Sono giorni che cerco di comprendere quali siano gli sviluppi e le ricerche in merito alle cure o vaccini contro il coronavirus.
Sono assolutamente consapevole che non sia cosa affatto semplice.
Alexander Fleming per caso, dopo mesi scoprì la penicillina. Era così indaffarato nei suoi studi che si dimenticò di qualunque cosa, anche della frutta nel tavolo della cucina. Ma fu quella distrazione e quel marciume di giorni a fargli scoprire la penicillina dalla muffa del suo limone.
Negli ultimi anni la percezione nei confronti della medicina ha visto il ripristino della credenza che ogni farmaco sia come un filtro magico. Dati statistici dimostrano come l’uomo contemporaneo occidentale usi ed abusi di farmaci per qualunque malessere. Dalla micro ferita alla tristezza. L’Italia è al primo posto per consumo di farmaci anti depressivi… è all’ultimo posto per terapie psichiche. Sostanzialmente stiamo assistendo alla volontà popolare di concedere tempo e denaro agli Alchimisti e meno ai Dottori.
In vero esiste addirittura un certo numero di persone che la pensa in modo totalmente contrario: il movimento no vax. Ma questa è un’altra storia da approfondire in maniera sadica con il santino di Charles Darwin nel portafoglio…
Tornando agli sviluppi e alle ricerche, una delle più importanti riguarda quella relativa al Resveratrolo.
Personalmente ho fatto i salti di gioia vedendo i primi risultati positivi. Una cura a portata di mano di tutti!
Probabilmente vi starete chiedendo cos’è?
Il Resveratrolo è un fenolo non flavonoide e una fitoalessina prodotta naturalmente da numerose piante in risposta agli attacchi da agenti patogeni.
Tale sostanza aiuta la pianta attaccata da diverse malattie a sopravvivere.
Fin qui nulla di esaltante.
Andando a ricercare meglio dove sia contenuto il Resveratrolo è partito il mio giubilo!
Il vino rosso!
Ebbene sì, gli studi condotti dall’Università Federico II incrociati con quelli di diversi istituti di ricerca cinesi e americani stanno dando ottimi riscontri.
Questo studio è stato di recente pubblicato sulla rivista scientifica Nature, condotto dai ricercatori Guangdi Li ed Erik De Clercq. Si evidenzia che il Resveratrolo del vino rosso possa avere un ruolo contro il Covid-19.
I pazienti contagiati da Covid19 a cui è stata somministrata questa sostanza stanno guarendo.
Sarò sprovveduto, ma ho iniziato immediatamente la profilassi.
Non ho consultato alcun medico. Ho chiamato immediatamente alcuni miei zii in Abruzzo:
“Tenevate arraggione! Lu rosce fa sanghe e ndé fa murì!” (trad: Avevate ragione, il vino rosso fa buon sangue e non ti fa morire!)
Probabilmente abbiamo pregato tutti quanti per il dio sbagliato: Bacco ci salverà!
Una delle mie fortune è avere un cugino in casa che studia agraria, Orlando, la cui personale biblioteca mi ha permesso di indagare anche quali vini rossi contengano questo probabile elisir contro il coronavirus.
Vi dico che quantità massicce di questa sostanza sono presenti nei vini di alta quota. Le viti coltivate tra i 500 e 1000 metri di altitudine potrebbero essere lo scudo contro il virus.
Qui vi elenco la top five dei vitigni che contengono più Resveratrolo (dal più basso al più alto).
Schiava (Un nome un programma. Un rosso del Trentino che schiavizza i palati e amabilmente vi farà dimenticare la pandemia).
Pinot Nero (Celebre vino super reperibile. Un classico che non tramonta mai: sta bene su tutto, abbinabile anche con l’ascolto dei cori sul balcone e le dirette della D’Urso!)
Lagrein (Vino nero un po’ crucco. Non sarà il miglior vino che berrete ma se lo accompagnate con il quantitativo di dolci che state sfornando quotidianamente vi aiuterà a dimenticare le calorie).
Cannonau di Mamoiada (Qui apriamo un capitolo bellissimo dell’enologia. Se trovate questo cannonau potete dimenticarvi delle vostre preoccupazioni. Due bicchieri a colazione e la vita in quarantena vi sembrerà la cosa migliore che abbiate mai fatto nella vostra vita. Inoltre questo vino si accompagna benissimo con i partner. Si avete capito bene: è il vino dell’amore per eccellenza. Quindi, oltre che curare l’eventuale agente patogeno che ha messo in quarantena il mondo, risolverà anche i vostri, eventuali problemi coniugali. Se invece siete in totale equilibrio di coppia, questo vino vi agevolerà ad aumentare la passione. Sappiamo tutti quali animali pascolano beatamente in Barbagia. Che dire: Buon divertimento! Beeee!)
Nella top Five dei vini con maggior Resveratrolo troviamo un vitigno che è quasi un relitto archeologico. Il Nero Antico. Incredibile ma vero è un’uva delle mie terre, l‘Abruzzo Citeriore, esattamente sul versante orientale della Majella. Se così fosse, ossia che il Resveratrolo fosse la cura al coronavirus, dovremmo andare nelle cantine dei nonnetti abruzzesi a berci questa bontà estrema. Estrema per la sua potenza sul palato.
Sono pronto a sperimentare questo tipo di cura!
Estendo l’invito a dei miei amici bukowskiani di Vimercate. Quelli che festeggiano 29 anni ad oltranza! Ci rincorriamo on line per fare aperitivi con la qualunque cosa alcolica presente in casa, vuoi che mi dicano di no per fare da cavie al Resveratrolo?
Allora non mi resta che augurare all’umanità: