Il 2 di Marzo: l’ottavo giorno di quarantena.
Oggi vorrei concentrare la vostra attenzione su un noto accessorio che, ormai, è diventato indispensabile per l’outfit inverno-primavera nelle zone rosse e gialle d’italia: la mascherina.
Solo una settimana fa abbiamo assistito all’accaparramento indebito delle tanto millantate mascherine che, come armature medioevali, avrebbero dovuto proteggerci dal coronavirus.
Informandomi sul web e chiedendo conferma al mio Medico ho scoperto che la mascherina non protegge dal coronavirus o da qualunque agente patogeno, ma impedisce a chi ne è contagiato di spargere eventuali microrganismi nell’aria. Insomma è il salto della quaglia della virologia: non ti protegge dal mondo esterno, ma protegge il mondo esterno da te!
Non sono mancati i rincari ai pezzi di straccetti per coprire il muso: abbiamo constatato su amazon che alcune mascherine da falegname o da giardinaggio, millantate come panacea all’agente patogeno cinese, siano arrivate a costare come due ore di compagnia con la Nipote di Mubarak (pace all’anima sua!).
La speculazione degli sciacalli è sempre in agguato.
Tornando a Milano. La cosa migliore di questa città è che zampilla sempre di creatività e glamour: anche in una situazione “pestilenziale” come questa.
Ho assistito personalmente alla personalizzazione delle mascherine. Da quelle “basic” bianche con gli elastici, (il minimal abbinabile con tutto) a quelle più eleganti con decorazioni floreali o monogrammi di case di moda: lo stile è milanese. Indubbiamente.
Lasciando al quadrilatero della moda la declinazione fashion della mascherina antimicrobica, devo dire che uno stuolo di uomini e donne ha colto l’occasione per sfoggiare maschere al limite dello stile camp. Qualcuno ha addirittura osato di riproporre la maschera del bisnonno materno usata nelle trincee sul Piave. Oppure qualcuno, in puro stile Sadomaso si è concesso il total latex.
Menzion d’onore per il Governatore Attilio Fontana che, come uno studentello delle medie negli anni ’90, ha osato indossarla soltanto con un elastico: perché fa figo!
Ad oggi penso anche che Milano abbia avuto una precorritrice dei tempi. Una che aveva fiutato la tendenza del momento anni fa. Nella storia C’é sempre stato qualcuno che ha anticipato i tempi: Leonardo Da vinci con le sue invenzioni, Nikola Tesla con l’energia elettromagnetica e Alan Turing con il suo proto-Computer.
Ora il genio indiscusso della mascherina è Lei: M¥SS KETA.
Un consiglio per tutti. Adeguiamoci alla “ragazza di Porta Venezia” non solo per la mascherina ma anche per il suo modo di pensare!
Girl Power!
Oggi piove. Decido di ascoltare un vecchio disco a tema. Era il 1999 quando i Litfiba portarono in radio uno delle loro canzoni più belle!
MASCHERINA
Canzone
per chi non dice le cose in faccia
Non chiedo che tu mi prenda tra
le tue braccia
Vorrei capire il tuo pensiero e basta
Parlarsi
in faccia è l’ideale e preferisco sia cosi
Le
mezze parole mi fanno male e la tua maschera mi butta
giù
Travestimenti da carnevale ne vedo sempre di più
E nei
salotti c’è un gran da fare
Tra finti amici e finta complicità
Io
ti conosco mascherina ti conosco
Ti conosco mascherina ti
conosco
Mediatizzati da ogni canale ne scopro sempre di
più
Regnano nel mondo del virtuale
E
fanno a gara di popolarità
Io vi conosco mascherina vi
conosco
Non vi capisco mascherine ma vi conosco
Oppoppopo
oppoppopo
Canzone
per chi non me la racconta giusta
Non chiedo che tu mi prenda tra
le tue braccia sai
Vorrei capire il tuo pensiero e basta
Vuoi
farmi il pacco? Poi dimmi perché
Nella mia testa vedrò cose più vere
E ti conosco mascherina ti conosco
Ti riconosco mascherina ti conosco oppo oppo
Non ti capisco ma ti conosco
Oppoppopo oppopopo