“Prostitute del diavolo, vi odio, odio gay e lesbiche, Dio vi odia“. Sarebbero state queste, secondo le ricostruzioni dei presenti, le parole che un sessantenne ha riservato a due ragazze lesbiche di 18 e 23 anni ad Agrigento.
Il fatto
Le due ragazze stavano mangiando un gelato all’interno del bar di un centro commerciale, quando un signore sulla sessantina, lì presente insieme a due bambini (presumibilmente i suoi nipoti), dopo averle osservate qualche minuto si è avvicinato per aggredirle, prima verbalmente con insulti e maledizioni e poi fisicamente.
Pare, infatti, che l’uomo abbia anche schiaffeggiato una delle due ragazze, prima di dileguarsi e far disperdere le sue tracce dopo aver attirato l’attenzione dei presenti.
Una delle ragazze, fortemente turbata dall’accaduto, ha commentato l’episodio ad Agrigentonotizie.it. “La gente che ha assistito all’accaduto mi ha spinta, sotto shock e in presa al panico, a denunciare l’accaduto, e adesso, vi scrivo perché questo fatto non resti impunito.“. E continua “Ci troviamo nel periodo del Pride, dell’accettazione e dell’uguaglianza, ed è impensabile che nel 2019 accadano casi del genere, che nella quiete di due ragazze di 19 e 23 anni, intervenga un tale energumeno e si possa minimamente sentire in diritto di attaccare due persone che non stanno recando nessun fastidio“
Le due ragazze hanno sporto denuncia presso la stazione dei carabinieri di Villaseta, che stanno indagando sull’accaduto.
L’opinione
Si tratta purtroppo dell’ennesima aggressione omofobica ai danni di giovani ragazzi che vivono liberamente il proprio diritto ad amare. Si fa ancora più pressante la necessità di una legge contro l’omofobia, perché nessuno possa più sentirsi in diritto di aggredire qualcuno per via della contrarietà all’altrui orientamento sessuale.
Se poi l’uomo abbia voluto “punire” le due ragazze per essersi mostrate in atteggiamenti affettuosi davanti a due minori, siamo certi che l’aggressione e le parole utilizzate dall’uomo rappresentino, agli occhi di due bambini, un cattivissimo esempio di civile convivenza e di mancanza di rispetto.