La notizia è passata un po’ in sordina ma, a dicembre 2020, l’acqua è approdata in Borsa, dove è possibile scambiare un future legato alle variazioni di prezzo sull’acqua in California.
Lo strumento finanziario, creato dal CME group e Nasdaq, è stato chiamato NQH20 e lanciato il 7 dicembre. L’obiettivo dichiarato è quello di aiutare gli utenti dell’acqua a gestirne il rischio e bilanciarne meglio le richieste di fornitura e domanda. Il future consente agli acquirenti e venditori di barattare un prezzo fisso per la consegna in una data futura di una determinata quantità d’acqua.
Bene comune
Uno tra i più importanti beni comuni della terra potrà quindi essere oggetto di investimenti. L’operazione ha suscitato diverse reazioni: da un lato c’è chi afferma che la sua quotazione sarà utile per rendere il mercato ancora più trasparente mentre altri sostengono che tutto ciò potrà portare a speculazioni.
Il rappresentante dell’ONU Pedro Arrojo-Agudo, Relatore speciale sui diritti umani per l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari sicuri, in data 11 dicembre 2020 esprimeva le sue preoccupazioni per la creazione del primo mercato mondiale dell’acqua.
“Non si può dare un valore all’acqua come si fa con altre materie prime scambiate. L‘acqua appartiene a tutti ed è un bene pubblico. È strettamente legato a tutte le nostre vite e mezzi di sussistenza ed è una componente essenziale per la salute pubblica“.
Diritto umano
Il diritto umano all’acqua potabile sicura veniva riconosciuto per la prima volta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e dal Consiglio per i Diritti Umani il 28 luglio 2010. Minacciato ogni giorno di più dal numero della popolazione in crescita, dall’inquinamento e cambiamento climatico, ora il suo valore e diritto viene minacciato anche dalla Borsa.
Lo scenario più probabile, come delineato dalla Dichiarazione dello Special Rapporteur on the Rights to Water & Sanitation, è che ora l’acqua sarà trattata “come oro, petrolio e altre materie prime che vengono scambiate sul mercato dei futures di Wall Street. Oltre agli agricoltori, alle fabbriche e alle società di servizi pubblici che cercano di bloccare i prezzi, un simile mercato dei futures potrebbe anche attirare speculatori, ripetendo la bolla speculativa del mercato alimentare nel 2008.“
Ancora una volta, i grandi attori agricoli ed industriali, potranno acquistare, emarginare ed influenzare l’economia, a discapito di tutti gli altri, con oggetto il bene più irrinunciabile ed insostituibile al mondo.