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Bufale, fake news e pregiudizi sulla legge Zan: la guida su come affrontarli

- 10/05/2021
legge zan bufale


Si parla ovunque del ddl Zan, e lo fa anche BL Magazine da quando è cominciato il percorso della legge in Commissione Giustizia alla camera nell’ottobre del 2019, cercando di offrire sempre un’informazione sempre più completa e puntuale.

In questo articolo abbiamo deciso di mettere insieme tutte le fake news che i detrattori del testo, da più parti, sul web e in politica, diffondono per screditarne le argomentazioni, e di confutarle, per discutere su quello che effettivamente la legge prevede a livello giuridico.

False notizie, bufale, teorie cospirazioniste e complotti di varia natura circolano incontrollati partendo da un territorio comune: l’intolleranza e la precisa volontà di non rendere meritevole di protezione la sfera intima delle persone lgbt+, e quindi di riconoscerla. Perché – e nessuno qui ha mai avuto il coraggio di dirlo – nella maggior parte dei casi, per molti di loro, si tratta di non voler dare pubblicità a comportamenti sessuali o condizioni personali giudicati fuori dal novero dell’ordinario.

Sta a noi, ancora una volta, difendere le nostre prerogative e dimostrare tutta la bontà di una legge che, anche con i suoi limiti, vuole dare al paese uno slancio di modernità attorno a temi che qualcuno si ostina a definire “controversi”.

“Legge inutile, le tutele ci sono già”

Classicone capace di mettere d’accordo tutti, anche chi non prova sentimenti contrari al mondo lgbt+ ma reputa superfluo che la politica se ne occupi. Smentiamo questo punto: le “tutele” di cui tutti parlano non ci sono, e quelle millantate non sono diverse rispetto a quelle cui può avvalersi chi riceve uno spintone in una lite per un parcheggio.

L’omotransfobia (così come la misoginia e l’abilismo, previsti dalla stessa legge Zan) non può essere assimilata alla casistica dei “futili motivi” perché ciò che muove una persona ad aggredire una persona gay/lesbica/bisessuale (come abbiamo visto in un recente caso di cronaca) è proprio la sua omosessualità/bisessualità, così come spesso, purtroppo, alcune persone subiscono umiliazioni e vessazioni a causa del colore della loro pelle.

Le aggravanti generiche di cui si parla sono rimesse alla discrezionalità del giudice. Pur essendo applicabili nel caso specifico a casistiche legate all’omotransfobia, non è certo che vengano riconosciute perché il codice penale, su questo punto, tace.

Occorre spezzare la catena di odio con interventi legislativi mirati, perché il livello di una democrazia si valuta anche da come questa protegge e tutela i diritti delle minoranze.

“Gli omosessuali e i transgender diventerebbero soggetti privilegiati di fronte alla legge”

Assolutamente no, è falso. Anzi, negli articoli 2 e 3 della legge Zan la parola “omosessualità” non appare neanche. Questo perché i crimini d’odio puniti ai sensi del 604 bis e 604 ter saranno quelli che avvengono a causa dell’odio e dell’intolleranza nei confronti dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere di una persona, qualunque essi siano.

Che vuol dire? Capovolgiamo il mondo, e immaginiamo che un giorno una persona venga picchiata o discriminata perché eterosessuale: venga mandata via da un esercizio pubblico o sia vittima di un’associazione o un gruppo lgbt+ che inciti all’odio sulle persone eterosessuali con intimidazioni, minacce e violenze. In questo caso potrebbe denunciare ai sensi della legge Zan.

Non vi è, quindi, un favoritismo nei confronti delle persone gay o lesbiche o transgender, semplicemente perché il 604 bis e ter parlano in generale di orientamento sessuale e identità di genere.

Ma allora perché si parla solo di gay, lesbiche e transgender?

Perché sono soggetti più esposti e vulnerabili a episodi di violenza e discriminazione. E chi dice il contrario mente sapendo di mentire.

E allora io che sono religioso?

La legge Mancino – Reale, artt. 604 bis e ter prevede già delle aggravanti per episodi di violenza, discriminazione e propaganda d’odio per motivi religiosi, oltreché etnici, razziali e nazionali. Quindi chi è religioso ha già una protezione in più prevista dalla legge, se vittima di aggressione perché esercita la propria fede. Giustamente. Chi è il vero “privilegiato” ora?

Il Ddl Zan va contro la libertà di opinione: io sono contro la violenza ma non potrò più dire che per me l’unica famiglia è quella tradizionale unita in matrimonio”

Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­mento di atti discriminatori o violenti“.
Lo dice l’art. 4 della legge Zan, intitolato “Pluralismo delle idee e libertà delle scelte“. Nessuno può importi cosa pensare, purché le tue condotte e le tue dichiarazioni non rientrino nell’alveo penale delle casistiche del 604bis e ter, ossia non incitino all’odio o non si concretizzino in violenza nei confronti delle persone LGBT+.

“Il DDl Zan è una legge liberticida”

Non si può considerare libertà d’opinione l’offesa o la sistematica propaganda d’odio verso le persone LGBT+, perché non esiste libertà di insulto o di aggressione verbale in un paese civile. Questo può capirlo anche chi è convintamente eterosessuale, perché può accadere a tutti: al proprio figlio, a un parente, al vicino di casa, a un amico. Non vorreste proteggere i vostri cari con strumenti maggiormente efficaci?

“Non si potrà più dire di essere contro l’utero in affitto” (M. Salvini)

La gpa (gestazione per altri), o maternità surrogata, volgarmente detta “utero in affitto” in Italia è vietata ai sensi dell’art. 12 della l. 40/2004 sulla procreazione assistita, nel quale si prevede che “«Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro»“. Questo è un assunto che non è messo in discussione dal Ddl Zan, nel quale non si cita la maternità surrogata in alcun modo.

Ogni dichiarazione come questa è del tutto priva di senso, in quanto intende esclusivamente spostare l’attenzione dalla legge in sé verso una questione inesistente. Bisogna poi aggiungere che la maternità surrogata è praticata, in 7 casi su 10, da coppie eterosessuali (lo ricorda anche l’Huffington Post).

“Col Ddl Zan i gay potranno adottare”

Al di là di come la si pensi, il ddl Zan non parla in alcun modo di omogenitorialità, sebbene recenti pronunce della Cassazione abbiano stabilito che l’orientamento sessuale di una persona non delinei in alcun modo la sua inidoneità a diventare padre o madre. In ogni caso, quando passerà il ddl Zan non cambierà alcunché su questo tema perché serve una legge apposita.

“Con il Ddl Zan avremo IL GENDER NELLE SCUOLE”

Altro refrain conosciuto: il gender. Premesso che questa teoria abbia solo detrattori e non reali sostenitori, tutto ciò che il DDL Zan fa è prevedere all’art. 7, per il 17 maggio, la Giornata Nazionale contro l’omo-bi-lesbo-transfobia per promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contra­stare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione. A tal fine, il terzo comma dispone che siano organizzate cerimonie, incontri e iniziative per la realizzazione delle succitate finalità, coinvolgendo le scuole (nel rispetto del piano di offerta formativa triennale e del patto educativo di corresponsabilità), e altre amministrazioni pubbliche.

Cosa vuol dire, in soldoni? Che le scuole potranno organizzare incontri per sensibilizzare gli studenti al rispetto verso gay, lesbiche, bisessuali o transgender, far capire loro che l’orientamento sessuale e l’identità di genere di una persona non possono essere cause di discriminazione nella società, nel mondo del lavoro e in famiglia. Questo verrà fatto nel rispetto delle singole scelte operate da ciascun istituto scolastico, che potrà decidere in autonomia, e i genitori potranno dire la loro.

Questo non è portare “il gender” nelle scuole, è educare al rispetto verso l’altro da sé. Se poi la paura dei singoli genitori è quella di venire a conoscenza dell’omosessualità del propri figli, beh, di certo non sarà un incontro teso a sensibilizzare al rispetto che modificherà l’orientamento sessuale dei loro pargoli.

“Decido io come educare mio figlio”

Lecito, ma una scuola che offre gli strumenti per crescere privi di pregiudizi e a tollerare le differenze è solo un valore aggiunto all’educazione di un minore, e non una deviazione dalla quale mettersi al riparo. O preferite crescere bulli che picchiano i soggetti più deboli?

“Col Ddl Zan i maschietti saranno costretti a scuola a vestirsi come le femminucce e a giocare con le bambole

Sì, è assurdo ma ho letto anche questa. Tuo figlio continuerà a giocare con ciò che vorrà e tu continuerai a vestirlo come reputi meglio. La Legge Zan non ha niente a che fare con tutto ciò.

“L’Italia non è un paese omotransfobico”

Partiamo dalla transfobia: i dati dal progetto di ricerca Transrespect versus Transphobia Worldwide (riportati qui), il nostro risulta essere il paese più transfobico d’Europa42 sarebbero gli omicidi registrati di persone trans dal 2008, con un ulteriore aumento di 4 decessi in questo 2020: si tratta del dato più alto nel vecchio continente.

Quanto all’omofobia, i dati OSCAD (Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori) che spesso vengono sbandierati dal Sen. Pillon e soci sono del tutto parziali, e non tengono conto del sommerso proprio perché l’assenza di un’aggravante specifica rende impossibile qualificare e quantificare episodi di violenza di matrice omotransfobica, spesso derubricati a “futili motivi”.

Il numero basso delle aggressioni omofobiche registrate dall’OSCAD, pertanto, è tale perché manca una legge che riconduca ai motivi omotransfobici tantissime aggressioni ai danni di persone omosessuali e transgender, che spesso non denunciano, o quando denunciano non vengono riconosciuti come vittime di crimini di odio omotransfobico. Secondo i dati raccolti da Simone Alliva, giornalista e autore del libro-inchiesta “Caccia all’Omo, viaggio nel paese dell’omofobia”, i casi in esame sarebbero stati 212 solo nel 2019.

Volete poi esempi più concreti? Siete coscienti di quello che viene detto a ragazzi e ragazze lgbt su facebook? Non lo augurerei al mio peggior nemico.

“Mi dà fastidio vedere due donne o due uomini che si baciano, ci sono i bambini”

Non è un problema delle persone omosessuali se ti senti in imbarazzo di fronte a una manifestazione di affetto tra due uomini o due donne, né una questione dirimente all’interno della Legge Zan. Puoi insegnare a tuo figlio che amare un uomo o amare una donna va altrettanto bene per la sua felicità, e che gay, lesbiche, bisessuali, transgender ed eterosessuali hanno gli stessi diritti. E potresti impararlo anche tu!

“Non si potrà più dire che l’omosessualità è una malattia”

Ecco, questo per fortuna non potrai più dirlo, perché l’omosessualità è stata rimossa dall’indice delle malattie previsto dall’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, già nel 1990. Comunque la pensi, commetti due errori: il primo è quello di considerare malati degli esseri umani che stanno benissimo, il secondo è di perdere un’occasione per considerare il mondo un posto migliore, dove c’è chi ama le persone dello stesso sesso e lo fa con serenità, considera famiglia il proprio partner ed è felice. E sì, se proprio insisti potrai essere denunciato se da questa tua convinzione metti in atto una discriminazione o inciti all’odio verso una persona lgbt.

“Ci sono altre cose a cui pensare”

Il Parlamento è l’organo legislativo il cui compito è quello di approvare le leggi. È composto da commissioni diverse che esaminano le leggi a seconda del loro ambito di intervento e poi le trasmettono all’Aula per l’approvazione finale. La Commissione Giustizia, ad esempio, si occupa di esaminare nuove leggi penali, la Commissione Agricoltura di leggi relative al settore primario, la Commissione Igiene e sanità scrive leggi appartenenti al suo settore. Affermare che “anziché la legge Zan si potrebbe pensare a… *inserire argomento a caso*” è qualunquismo bello e buono, perché ci sono migliaia di persone che aspettano da anni che arrivi il loro turno perché la politica si ricordi dei loro diritti. Questo ritornello era tanto in voga ai tempi delle unioni civili (a proposito, sono passati 5 anni e l’Italia non è diventata Sodoma e Gomorra) e torna, puntualmente, ogni volta che l’agenda politica si tinge di arcobaleno.

Il Parlamento si occupa di lavorare su tante leggi nello stesso momento, e se i tempi si dilatano è per colpa di chi, per ragioni ideologiche, rifiuta questa legge. Il benaltrismo è solo una giustificazione alla vostra intolleranza.

Per fugare ogni vostro dubbio fino in fondo, il consiglio è sempre e solo uno: diffidare da tutti e leggere la Legge Zan a questo link.

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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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