Giornata densa di votazioni alla Camera per il DDL Zan.
La seduta, diretta dalla vicepresidente Maria Elena Spadoni, è stata aggiornata a domani dopo aver portato a termine le votazioni agli emendamenti dei primi cinque articoli.
L’emendamento Annibali con le definizioni
Dopo che nella giornata di ieri sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità che avevano messo in serio pericolo il futiro della legge, oggi è proseguito il voto agli emendamenti.
La maggioranza, sempre compatta, ha introdotto due importanti novità: la prima è l’accoglimento, all’art. 1, dell’emendamento Annibali (prima firmataria) che vede l’inserimento nel testo delle definizioni di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere.
Nella fattispecie: per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico; per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione.
Lotta all’abilismo
La seconda novità è l’approvazione (con un solo voto contrario dell’intero emiciclo) dell’emendamento a firma Lisa Noja (Italia Viva) sull’inserimento della fattispecie di discriminazione e incitamento all’odio legata alla disabilità.
L’emendamento ha accolto il favore anche dell’opposizione, che in fase di lavori in commissione aveva lamentato un differente approccio ideologico tra le fattispecie di discriminazione.
Il DDL Zan, pertanto, oltre a misure contro l’omo-bi-lesbo-transfobia e la misoginia, si arricchisce anche del contrasto all’abilismo.
L’impressione, tuttavia, è che questo emendamento sia più un tentativo di colmare una lacuna indipendente dal DDL Zan che un sostegno reale e concreto ai diritti dei disabili, i quali meriterebbero leggi a loro dedicate di più ampio respiro, con discipline specifiche in materia di accesso al lavoro, assistenza sanitaria e supporto alle famiglie.
Fa specie, inoltre, come l’opposizione abbia ravvisato un vuoto normativo proprio in sede di dibattito della legge contro l’omotransfobia, e che nulla abbia fatto in questi anni per promuovere un’estensione della legge Mancino anche alla discriminazione delle persone disabili.
E l’opposizione riesuma persino Luca di Tolve
Tutti gli emendamenti dell’opposizione sono stati cassati a larga maggioranza. Tra i tanti, spiccava uno che creava un salvacondotto per gli atti e le dichiarazioni provenienti da attività di stampo religioso.
Non sono mancati momenti di imbarazzo per alcune esternazioni omofobiche dei parlamentari delle destre: se Paolini della Lega si è vantato di propagandare “la superiorità della famiglia tradizionale” temendo di poter “incorrere in un processo”, il collega on. Vito Comencini ha rispolverato il sempreverde Luca di Tolve, autore del libro “Ero gay. A Medugorje ho trovato me stesso” e omosessuale “pentito e convertito”. “Persone come lui – ha dichiarato Comencini – sono la dimostrazione che prima avevano un privilegio e una tutela speciale e adesso rischiano di essere perseguitati se dicono la loro opinione e parlano del business della lobby lgbt+ o se dicono che vogliamo una società fatta di uomini e di donne – chiude – È una battaglia di diritto naturale“.
Secondo il deputato Ciro Maschio (FdI), invece, la legge Zan rischia di alimentare un “delirio ideologico monomaniacale“, mentre Antonio Palmieri (FI) si è preoccupato di raccontare un’erronea (e del tutto parziale) versione dei fatti della vicenda che ha visto protagonista la sindaca di Lizzano e il suo supporto ad una manifestazione spontanea (e del tutto innocua) contro una veglia di preghiera in difesa dalla minaccia alle famiglie del DDL Zan.
Ormai giunti a metà dei lavori, la legge dovrà essere approvata nella sua interezza entro il 30 ottobre, come da calendario disposto dalla Presidenza della Camera.