Un rinvio sine die, un tunnel da quale pare non esserci via d’uscita. Il percorso al Senato del ddl Zan contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo subisce un nuovo, prevedibile stop, ancora a causa del presidente della Commissione Giustizia Andrea Ostellari della Lega.
Era atteso per oggi l’ufficio di presidenza della commissione che avrebbe dovuto calendarizzare la discussione della legge Zan, già approvata al Senato. Ostellari, dopo aver ricevuto l’ok dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati per l’unificazione dei testi presenti, ha di nuovo negato di procedere alla discussione del testo con l’ennesimo pretesto, rinviando la decisione alla conferenza dei capigruppo dell’aula.
Il motivo starebbe proprio nella mancanza di volontà della Lega, partito della maggioranza, di procedere all’esame del testo ponendo una sorta di diritto di veto, proprio in quanto componente della coalizione di governo. Un veto del tutto arbitrario e incomprensibile, su una legge di iniziativa parlamentare.
Alessandro Zan, nel comunicato pubblicato su facebook poche ore fa, ha chiesto l’intervento della presidente Casellati per uscire dall’impasse e porre un argine all’ostruzionismo antidemocratico della Lega.
È inaudito che il presidente di una commissione neghi il diritto alla discussione di una legge ad un’aula parlamentare e che un provvedimento sia ostaggio di una minoranza contraria.