Pochi minuti fa la conferenza dei capigruppo ha fissato l’approdo direttamente in aula al Senato del ddl Zan per martedì 13 luglio alle 16:30.
La calendarizzazione è stata approvata da M5S, LeU, PD e Italia Viva, nonostante il partito di Renzi si sia dichiarato a favore della “mediazione” al ribasso proposta dal presidente della Commissione Giustizia Andrea Ostellari.
Voti contrari sono giunti dai partiti di centrodestra.
Alessandra Maiorino (M5S): “Calendarizzazione non scontata, ottenuta vittoria di principio”
“Oggi è una buona giornata, ci siamo. La legge Zan andrà finalmente in aula al senato il 13 luglio come ci eravamo impegnati a fare“.
I toni della diretta di Alessandra Maiorino, senatrice pentastellata, sono entusiastici nonostante la stanchezza: “È stata una giornata campale, da questa mattina presto con il tavolo voluto da Ostellari che ci ha fatti incontrati due volte. Il patto era che noi ci saremmo seduti a quel tavolo se ci fosse stato dato un termine preciso in cui la legge sarebbe andata in discussione in aula. Ebbene, fino all’ultimo hanno cercato di far slittare il termine o di non darcelo affatto. Hanno provato a scipparci questo termine e in aula ci hanno accusato di voler forzare la mano“.
Questo nonostante siano trascorsi otto mesi dall’approvazione della legge alla Camera dei deputati, ci siano voluti ben quattro mesi perché la discussione della legge venisse calendarizzata al Senato e Ostellari abbia propinato 170 audizioni su un ddl già approvato da un ramo del Parlamento.
Dopo l’ennesimo tentativo di ostruzionismo, il M5S ha chiesto l’attivazione dell’art 77 del Senato per chiedere la calendarizzazione d’urgenza. “Sono firme che abbiamo tenuto nel cassetto“, ha continuato Maiorino, “ci è stato chiesto di dialogare per trovare un punto d’incontro, ci siamo seduti al tavolo ma hanno cercato di impallarci e di non farci andare a segno“.
Incognita voto segreto, ma Forza Italia…
Nonostante abbiano garantito il voto per la calendarizzazione, i senatori di Italia Viva, guidati dal capogruppo Davide Faraone, hanno mostrato grande confusione sulla questione relativa alla discriminazione sull‘identità di genere (da loro stessa proposta alla Camera con l’emendamento Annibali), preferendo una più vaga indicazione, già prevista dal ddl Scalfarotto, recante la dicitura “omofobia e transfobia“.
Un tentativo di boicottaggio della legge che appare maldestro e soprattutto tendente al ribasso in rapporto alle esigenze della comunità transgender, per via della grande confusione che tale dicitura comporterebbe a livello di efficacia penale (ma di questo ne parleremo domani con un approfondimento di BL Legalità). Ciò che però nasconde questa mossa disperata è il tentativo – piuttosto evidente – di far saltare il banco prestando il fianco alla Lega.
Se però il voto segreto potrebbe portare a perdere qualche senatore renziano, a supporto del ddl Zan potrebbe arrivare qualche parlamentare di Forza Italia, partito che non ha lesinato sorprese nel sostegno del testo già alla Camera.
Sulle pagine del quotidiano La Repubblica, infatti, è giunto il supporto della Sen. Barbara Masini, che ha fatto coming out: “Ho una compagna, ma non mi batto a favore del ddl Zan mossa da ragioni personali”, ha detto intervistata da Repubblica la parlamentare berlusconiana, “la mia è una battaglia di giustizia e libertà. Non capisco perché un omosessuale non dovrebbe sentirsi rappresentato da un partito di destra e soprattutto da un partito liberale come Forza Italia”.
La Masini potrebbe non essere l’unica “stampella” del ddl Zan al Senato: “Alla Camera c’è stata un pattuglia di liberal forzisti, tra cui Elio Vito, che hanno votato a favore della legge Zan, ma al Senato non sono sola e, soprattutto nei voti segreti, ci sarà più di qualcuno pro“.
Nessun problema, inoltre, ad accogliere il ddl Zan nella sua interezza: “non ho difficoltà a votare il ddl Zan così com’è. Nel centrodestra ho visto un cambiamento: da quando si diceva che la legge contro l’omofobia non era necessaria, che le aggressioni omofobe non c’erano o erano poche, a oggi, finalmente si è preso atto che una legge ci vuole, mi auguro di avere contribuito un po’ anch’io a questo cambiamento”.
Come accaduto alla Camera, quindi, il voto segreto potrebbe ampliare la frangia dei parlamentari a favori della legge anziché ridurla. Non resta che aspettare, qualunque sia l’esito siamo in dirittura d’arrivo.
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