In questo appuntamento speciale della rubrica BL Legalità, facendo un’eccezione alla regola, vi parlerò di qualcosa che mi coinvolge da vicino, qualcosa per cui, insieme a tantissime persone, ho lottato, qualcosa in cui ho, abbiamo, creduto, qualcosa per cui ci siamo impegnati in prima persona riuscendo ad ottenere un risultato.
Questa vittoria non cambierà le cose, non riporterà indietro Elisa, ma costituisce la fine di un percorso che sarebbe stata l’ulteriore morte, l’ulteriore offesa.
Oggi vi parlerò di Elisa Amato, del suo assassino e del suo assassinio.
Elisa Amato non era una ragazza qualunque. Elisa Amato era la cugina di una mia carissima amica e tantissimo altro ancora. Non posso dire di averla conosciuta veramente poiché l’ho intravista di sfuggita pochi giorni prima che venisse brutalmente assassinata.
La cosa che mi ha colpita fu comunque il suo sorriso.
Ho appreso della sua morte dalla mia amica ed è stato un pugno allo stomaco.
Quello che è successo dopo forse è stato anche peggio di quell’attentato ad una ragazza che voleva semplicemente andare avanti nella propria vita.
Non vi parlerò di cosa è accaduto quella notte, non spenderò parole sul suo assassino, sulla loro storia, sui comportamenti nel corso del rapporto, su quello che ha portato alla fine del rapporto, non parlerò delle attenzioni indesiderate, né dei comportamenti tenuti o di quello che avrebbero dovuto essere tenuti.
Vi parlerò di quello che è successo poco dopo la morte di Elisa avvenuta per mano di Federico Zini.
Federico Zini, dopo aver ucciso Elisa, si è tolto la vita.
Cosa è successo dopo? La famiglia dell’assassino ha deciso di fondare un’associazione contro la violenza sulle donne. Fin qui tutto potrebbe sembrare normale, ma…
Questa associazione non ha un nome di fantasia, non è stata intitolata alle donne vittime di violenza.
Questa associazione ha il nome dell’assassino di Elisa.
Quando la notizia fu diffusa ci fu un vero e proprio sollevamento dovuto all’incredulità e all’indignazione. Come era possibile che un assassino venisse ricordato grazie ad un’associazione che aveva come scopo, tra l’altro, quello di evitare ciò che lui aveva fatto?
Questa domanda non ha mai trovato una spiegazione.
In molti hanno detto che anche i genitori di chi ha ucciso Elisa avevano perso un figlio, che anche il loro dolore doveva essere rispettato. Nulla da obbiettare se non fosse che Elisa non ha chiesto di essere uccisa, Elisa non si è uccisa.
Sembra una lieve differenza ma in realtà è abissale.
La famiglia di chi ha ucciso Elisa aveva chiesto che all’associazione avesse personalità giuridica. A questa richiesta la famiglia di Elisa si è opposta, e insieme alla famiglia si sono opposti anche esponenti politici, ma soprattutto si è opposta la comunità.
È stata attivata, quindi, una petizione.
Servivano firme, tantissime firme per impedire che la personalità giuridica venisse concessa. Ho contribuito alla raccolta delle firme e posso dirvi che è stato bello vedere quante persone hanno deciso di firmare.
Alcuni hanno chiesto notizie, volevano capire cosa stavano firmando, cosa fosse accaduto. In molti hanno semplicemente firmato. Si è trattato di una corsa alla solidarietà che ha portato alla raccolta di c.a. 5000 firme cartacee e di c.a. 4000 firme a mezzo web.
In data 03 Dicembre 2018, gli uffici legislativi della Regione Toscana, hanno ritenuto “contrario all’interesse generale al contrasto alla violenza verso le donne l’intitolazione di un fondazione all’autore dell’omicidio dell’ex compagna”.
“Tale denominazione nel sollevare evidenti sentimenti di sdegno, finisce per offuscare gli scopi della fondazione e, ingenerando confusione, reca pregiudizio all’effettiva portata operativa della Fondazione”.
“In conclusione la Conferenza dei servizi ritiene all’unanimità che la denominazione Fondazione Federico Zini sia connotata da un pregnante disvalore, che afferendo elemento essenziale previsto dall’articolo 16 del codice civile quale denominazione, determina un vizio dell’atto di fondazione che ne impedisce il riconoscimento giuridico.
Non avendo ottenuto la personalità giuridica la predetta Fondazione non potrà svolgere alcuna attività istituzionale.
Posso solo ringraziare tutti coloro che hanno firmato e sperare che presto potremmo parlare di Elisa, di come fosse e cosa sognasse, e cosa desiderasse. Non in maniera didascalica come di solito si fa in questi casi.