La campagna pubblicitaria choc della scorsa settimana, contraddistinta dallo slogan #StopUteroInAffitto e promossa dalle associazioni Pro Vita e Generazione Famiglia a Roma, Milano, Napoli e Torino (ne abbiamo parlato qui), ha rilanciato nel dibattito sociale il legame tra omogenitorialità e surrogazione di maternità, impropriamente detta “utero in affitto”.
Una campagna tendenziosa e dal chiaro contenuto omofobico, in quanto come sappiamo tale pratica è adottata in 7 casi su 10 da coppie eterosessuali, e in tutto il mondo da percentuali che variano tra il 70 e il 90%.
È un argomento da sempre molto divisivo quello della gestazione per altri (denominazione tecnica del più propagandistico e mercificatorio “utero in affitto“) per l’opinione pubblica, e in particolare preso di mira da una certa frangia cattolica integralista che cavalca l’onda della polemica per delegittimare le conquiste lgbt sui diritti civili.
Noi non abbiamo la pretesa di farvi cambiare idea sull’argomento, né quella di propendere aprioristicamente a favore o contro la gestazione per altri, ma solo delineare un quadro della situazione chiaro, semplice ed esaustivo descrivendovi passo per passo le legislazioni vigenti sul tema, senza avventurarci in riflessioni di natura etica e bioetica ma magari sfatando qualche luogo comune.
È importante comunque precisare che la legislazione italiana PROIBISCE categoricamente il ricorso alla gpa all’interno dello Stato, secondo la l’art. 12 della l. 40/2004 sulla procreazione assistita:
«Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro».
Cos’è la Gestazione Per Altri (gpa)?
La gpa (o surrogazione di maternità, surrogazione gestionale, gestazione d’appoggio) è una forma di fecondazione assistita che consiste nella scelta LIBERA, da parte di una donna, di portare a termine una gestazione per conto di terzi.
La madre surrogata, una volta portata a termine la gestazione e partorito il bambino, non avrà diritti sul nascituro che verrà considerato a tutti gli effetti figlio della coppia o del soggetto richiedente.
Tutti i termini della gpa sono disciplinati da un contratto, che indica il procedimento e le regole a cui è sottoposta tale pratica.
È una pratica gratuita o a pagamento?
Nei vari Stati in cui è consentita (circa 25 in tutto il mondo), la gpa è prevista, in via alternativa o concomitante, in modalità altruistica o commerciale. Nel primo caso non è previsto alcun compenso per la madre surrogata ma solo un rimborso per le spese mediche o un indennizzo per i giorni di lavoro persi; nel secondo il coinvolgimento della madre surrogata è a titolo oneroso, oltre al sostenimento delle spese mediche. I costi possono variare da diecimila a diverse centinaia di migliaia di euro.
Chi può ricorrere alla gpa?
Ogni legislazione ha un orientamento diverso. In alcuni Stati del mondo è consentito alle sole coppie eterosessuali sposate, in altre è previsto anche per chi ha adottato un contratto di convivenza. Possono essere previste restrizioni per la nazionalità dei richiedenti o, come nel caso di Israele, addirittura nella religione. Alcune legislazioni permettono il ricorso alla gpa anche ai single o alle coppie dello stesso sesso. In Brasile è permesso solo all’interno di rapporti di parentela.
A chi appartiene l’ovulo impiantato nell’utero della madre surrogata?
Anche qui non si può definire una risposta univoca. In alcuni ordinamenti è previsto solo l’impianto dell’ovulo della madre richiedente, in altri è consentito, o addirittura obbligatorio usufruire di una donatrice. La madre incubatrice può essere o meno donatrice dell’ovulo: alcune normative nazionali lo vietano espressamente per evitare la sovrapposizione tra la maternità biologica e la gestazione (maternità surrogata gestazionale).
La donna può essere inseminata artificialmente o con lo sperma di un membro della coppia o lo sperma di un donatore (maternità surrogata tradizionale).
È vero che è una prerogativa delle democrazie occidentali avanzate?
Assolutamente no! Anzi, le grandi potenze europee, ad eccezione del Regno Unito, vietano la gpa. Francia, Spagna, Germania e persino la modernissima Norvegia proibiscono tale pratica. La consentono il Canada, alcuni stati degli USA (tra cui California e Florida), il Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo, Grecia, Svezia e Finlandia. Ad est lo scenario si allarga: Armenia, Cipro, Ucraina, Bielorussia, Russia, India, Vietnam, Thailandia, Australia e Sudafrica.
Dove possono rivolgersi gli omosessuali per ricorrere la gpa?
Sono pochissime le nazioni in cui una coppia gay, in Europa oppure oltreoceano, può ricorrere alla gpa. In USA lo stato più all’avanguardia è la California, dove i costi sono molto alti, oppure in Canada dove è previsto solo un rimborso per le spese sanitarie. In molte altre nazioni che pure permettono la gpa per coppie dello stesso sesso, questa è consentita ai soli residenti. Un esempio? Regno Unito, Israele.
In alcuni casi, la soluzione per sviare la legge è quella di proporsi come uomo o donna single.
La settimana prossima affronteremo un focus geografico in cui la situazione vi sarà più chiara.
Controversie
Nel febbraio del 2016 a Parigi si è tenuto un convegno per l’abolizione universale della surrogazione di maternità , organizzato dalle associazioni femministe francesi e patrocinato dal parlamento di Parigi, al quale hanno aderito ricercatrici, giuriste, medici, attiviste e attivisti per i diritti umani di tutto il mondo. A conclusione dei lavori dell’assemblea, è stata formulata la richiesta formale perché la pratica della maternità surrogata venga proibita e resa illegale in tutto il mondo in quanto ritenuta “disumanizzante” e contraria alla dignità e ai diritti delle donne e dei neonati (fonte: huffington post).
In Italia un gruppo di parlamentari di centrodestra ha depositato una proposta di legge per vietare la pratica della gpa in Italia anche se realizzata all’estero.
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