Questa settimana per la rubrica BL Legalità cercheremo di spiegare i motivi per cui la sentenza emessa dalla Corte d’Appello nel caso Vannini ha giustamente generato malumori e un enorme sconcerto.
Tutto è connesso alla definizione di omicidio colposo.
Cosa si intende per “omicidio colposo”?
A norma dell’art. 589 cp si configura il reato di omicidio colposo quando “chiunque cagioni per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto è commesso commesso con violazione delle norme (sulla disciplina della circolazione stradale) o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da due a sette anni. Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni quindici”.
La parte sulla disciplina della circolazione stradale è stata messa tra parentesi poiché nel 2016, in virtù dell’approvazione della Legge 41 del 23 Marzo 2016, sono state soppresse in virtù dell’introduzione dell’art. 589 bis nel codice penale che disciplina l’ipotesi di omicidio stradale.
Compresa la definizione bisogna fare un esempio di omicidio colposo partendo dal presupposto che in questi casi l’omicida, o anche reo, non volesse uccidere qualcuno.
L’omicidio colposo, quindi, si verifica ogni volta che per colpa, determinata da imprudenza, negligenza, imperizia, inosservanza di ordine e disciplina, si verifica la morte di qualcuno. Il tutto deve essere involontario.
Ad esempio: un soggetto si reca presso un supermercato, fa accidentalmente cadere una bottiglia d’olio. A seguito della caduta della predetta bottiglia una persona scivola, batte la testa e muore sul colpo. O anche a causa della fitta nebbia un’automobilista non vede il pedone, così lo investe ed a seguito dell’urto il pedone decede.
Questi sono esempi di omicidio colposo.
Conoscendo la definizione di omicidio colposo e avendo un esempio dello stesso occorre trasporre queste nostre conoscenze nel caso Vannini per verificare se sussiste o meno la fattispecie dell’omicidio colposo.
La ricostruzione del caso Vannini
La prima domanda è abbastanza scontata: il Signor Cintoli voleva o meno uccidere Marco Vannini? Per quello che è a nostra conoscenza il colpo dovrebbe essere stato accidentale. Se il colpo è stato accidentale allora non sussiste volontà ergo l’omicidio sarebbe colposo.
Prossima domanda: è stato il colpo ad uccidere Marco Vannini?
La risposta alla domanda, almeno per chi scrive, è scontata.
Non è stato il colpo in se e per se ad uccidere Marco Vannini, è stato il comportamento successivamente tenuto ad ucciderlo.
Questo comportamento è stato volontario.
I soccorsi non sono stati chiamati nell’immediatezza dell’evento, l’intervento degli operatori sanitari è stato rallentato e ad agli stessi è stata narrata una situazione ed una circostanza diversa.
Proprio le predette circostanza, che se evitate avrebbero potuto salvare Marco Vannini o comunque escludere la volontarietà del comportamento, avevano fatto sì che la condanna di primo grado fosse pari a quindici anni di reclusione.
Non si comprende perché nel secondo grado di giudizio vi sia stato un diverso inquadramento della fattispecie di reato, non si comprende perché le circostanze che in primo grado erano state inquadrate in modo tale da portare ad una condanna a 15 anni siano state valutate in modo diverso.
Questa sentenza lascia sconcerti ed amareggiati.