Per la rubrica BL Legalità oggi parleremo del danno da ingiusta detenzione e di tutti i profili connessi a tale danno e che coinvolgono tutte le persone che nella vicenda che ha portato all’ingiusta detenzione sono coinvolte.
Per comprendere bene la problematica, e in che modo coinvolge anche soggetti terzi, occorre fare riferimento a casi concreti muovendosi dal passato ad oggi. Uno dei casi storici riferiti alla predetta tipologia è il Caso Tortora, che ha contribuito all’analisi del problema e allo sviluppo del rimedio.
Il caso Tortora
Enzo Claudio Marcello Tortora è stato un famosissimo conduttore televisivo, autore conduttore radiofonico, attore, giornalista e politico italiano. Nel pieno della propria carriera venne accusato dal Magistrato Giorgio Fontana di aver commesso gravi reati da cui, solo moltissimo tempo dopo, venne assolto poiché completamente estraneo.
Tortora venne, infatti, accusato ingiustamente di associazione cammoristica e traffico di droga. Per tali accuse venne dapprima recluso per sette mesi e successivamente condannato, in primo grado, a scontare dieci anni di carcere.
Solo dopo tre anni, nel secondo grado di giudizio, venne assolto.
In tutto il periodo l’Italia letteralmente si divise tra innocentisti e colpevolisti e la vita di Tortora fu completamente sconvolta e distrutta.
Il risarcimento del danno da ingiusta detenzione all’epoca non esisteva poiché fu introdotto solo col DPR n. 447 del 1988 che poi è stato modificato dalla Legge n. 476/1999 e regolato dagli artt. 314 e 315 cpp.
La pretesa risarcitoria si fonda sul danno procurato dalla privazione della libertà, anche se legittimità disposta dall’Autorità, che si sia rilevata ingiusta.
La detenzione ingiusta, quindi, si configura sia quando venga provata l’innocenza dell’imputato a seguito di una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o perché il fatto non è previsto dalla Legge come reato sia quando intervenga un provvedimento di archiviazione o sia pronunciata sentenza di non luogo a procedere.
Tale richiesta può essere avanzata dal soggetto che abbia subito l’ingiusta detenzione e nel caso di decesso saranno legittimati anche il coniuge, i discendenti, i fratelli, le sorelle ed affini o chi sia legato da un vincolo di adozione.
Il caso Sabani
Successivamente all’approvazione del DPR sopracitato in Italia si è avuto un ulteriore caso di ingiusta detenzione ovvero il Caso Sabani.
Gigi Sabani è stato uno dei personaggi più amati della televisione italiana tra gli anni ’80 e ’90.
Nel 1996 Gigi Sabani fu accusato di induzione alla prostituzione e per tale ragione dovette scontare 13 giorni agli arresti domiciliari. Solo nel 1998 fu prosciolto ma la vicenda comportò l’allontanamento dell’artista dalla televisione italiana ed anche dopo il proscioglimento lo stesso ebbe notevoli difficoltà a rientrare in televisione poiché l’esperienza vissuta lo aveva profondamente turbato.
Il conduttore ed imitatore avviò un procedimento contro il Ministero del Tesoro al fine di ottenere il risarcimento, che fu quantificato in 24 milioni di lire per i giorni che lo stesso scontò ai domiciliari.
Anche oggi, sebbene non si possa parlare di danno da ingiusta detenzione, possiamo osservare diversi casi di accuse rivolti ad artisti che compromettono pesantemente la carriera degli stessi anche in assenza di una sentenza di condanna. Possiamo, altresì osservare come, chiunque manifesti la propria opinione, e la maggior parte delle volte in modo assai violento, lo faccia senza alcuna prova concreta.
In questi casi, coloro i quali diffondono notizie false o accusa, senza averne le prove, possono, ed in realtà dovrebbero, essere responsabili delle proprie azioni.
Il falso accusatore, infatti, può essere denunciato per diffamazione ed anche per calunnia e tutti coloro i quali esprimono opinioni attaccando e svilendo l’accusato rischiano di essere a loro volta accusati di ingiuria e diffamazione.
Sicuramente la libertà di opinione e il diritto di esprimere il proprio pensiero devono essere tutelati, ma questo non comporta che si possa indiscriminatamente scrivere di tutto se non si ha la piena consapevolezza e conoscenza di ciò che si dice.
È curioso, e triste allo stesso tempo, che entrambi i protagonisti delle vicende analizzate in questo articolo siano scomparse prematuramente: Enzo Tortora nel 1988 per un tumore ai polmoni, a pochi mesi dall’assoluzione. Aveva 59 anni. Gigi Sabani nel 2007, per un infarto. Di anni ne aveva solo 55.
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