“Su richiesta dei capigruppo di opposizione – in virtù delle positività e delle quarantene che riguardano i loro gruppi – ci sarà lo slittamento del ddl Zan. Il provvedimento sarà esaminato la settimana seguente“.
Con le 60 piazze italiane ancora calde, che sabato 17 ottobre hanno urlato a gran voce il bisogno di portare a casa la tanto agognata legge contro l’omotransfobia, è arrivata una doccia fredda da Montecitorio, dove il presidente della Camera Roberto Fico, alla luce dei contagi registrati tra alcuni deputati, ha annunciato lo slittamento del dibattito sulla legge Zan di 7 giorni.
Non sarà, però, solo la discussione del ddl Zan a farne le spese, bensì tutti i provvedimenti che prevedono una votazione.
Nei prossimi giorni, come precisa la nota, “l’attività della Camera continuerà: in Aula con le discussioni generali, le interrogazioni e le interpellanze, e nelle commissioni parlamentari. È confermata anche la riunione della Giunta per il regolamento“.
Ciò che tuttavia è trapelato, come spiegato da gaynews, è che le opposizioni avrebbero richiesto un rinvio della sola legge Zan, un giochetto ostruzionistico pericoloso per la democrazia e uno schiaffo alle 60 piazze riunitesi sabato per manifestare, e che solo a fine serata si sarebbe evitato il peggio estendendo il rinvio a tutti i provvedimenti in esame, provocando una sostanziale paralisi, seppur temporanea, dell’attività legislativa.
Siamo certi che non sarà questo l’ultimo tentativo, da parte delle opposizioni, di portare la legge ad un punto morto, e la nuova ondata di contagi potrà solo rallentare un percorso che sin da subito è apparso tutto in salita e irto di ostacoli.
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