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In Albania gli psicologi vietano le terapie di conversione

- 18/05/2020


La notizia è giunta ieri piuttosto inaspettata, ma perfetta per celebrare la ricorrenza della Giornata Internazionale contro l’omo-bi-lesbo-transfobia: gli psicologi albanesi hanno deciso di vietare le cosiddette terapie di conversione, percorsi di “cura”, con un forte impatto dannoso nei confronti di chi si sottopone, con l’obiettivo di cambiare l’orientamento sessuale, l’identità o l’espressione di genere di una persona.

È stata Ambasada PINK / LGBT Pro Shqipëri, la principale organizzazione LGBT del paese, a dare l’annuncio sabato 16 maggio, affermando che la decisione “pone l’ordine degli psicologi in Albania in primo piano rispetto alle istituzioni nel rispetto dei diritti LGBTI“, aggiungendo che il ban alle terapie è “significativamente importante per gli adolescenti LGBTI, spesso costretti dai genitori a sottoporsi alle terapie di conversione”.

Le risoluzioni dell’ordine sono vincolanti e “legalmente valide” per tutti coloro che esercitano la professione di psicologi nel paese, e per entrare in vigore non richiedono il passaggio in Parlamento.

Le terapie di conversione si basano su teorie al di fuori da ogni spirito etico e scientifico della psicanalisi, volte a trattare l’omosessualità come un disordine dello sviluppo o una malattia mentale.

Vengono spesso adottate tecniche controverse e pericolose per la salute fisica e mentale dei pazienti, come iniezioni di testosterone o visione coatta di atti sessuali. Oltre a fantomatiche terapie psicologiche, spesso le “conversioni” possono essere abbinate a percorsi spirituali.

Dati provenienti da altri paesi, secondo quanto riportato da Ambasada Pink, mostrano che le persone che hanno sperimentato la terapia hanno 8,4 volte più probabilità di suicidarsi e sono 5,9 volte più esposti alla depressione.

Omosessualità in Albania

Durante tutta la scorsa settimana le organizzazioni LGBT del paese hanno organizzato in forma virtuale un’edizione del Tirana Pride 2020 a causa della pandemia di coronavirus. Bandiere arcobaleno sono state distribuite tra ministeri e altre istituzioni pubbliche per celebrare lo slogan “Be proud! Raise the flag!“.

Nel 2010 l’Albania ha approvato una legge contro le discriminazioni di matrice omofobica, ma non è previsto il riconoscimento delle coppie dello stesso sesso.

All’interno del paese l’omosessualità è vista con diffuso pregiudizio, e non mancano casi di violenza domestica ai danni di giovani gay. Ambasada Pink parla di “atteggiamenti sociali nei confronti della comunità LGBT generalmente negativi e tra i più sfavorevoli a livello europeo“.

Nonostante questo, da circa dieci anni si svolge la parata dell’orgoglio nella capitale Tirana senza rilevanti problemi di ordine pubblico.

Le terapie di conversione nel mondo

In Europa è Malta la nazione capofila contro le terapie di conversione: nel 2016 il Parlamento ha approvato all’unanimità l’Affermation of Sexual Orientation, Gender Identity and Gender Expression Act, diventando il primo paese dell’Unione Europea a vietare la terapia di conversione. Poche settimane fa anche la Germania ha imposto il divieto, su tutto il territorio nazionale, alle terapie riparative ma solo per i cittadini minorenni.

In Spagna solo 5 comunità autonome hanno vietato la pratica della terapia, mentre in Svizzera, pur non essendoci una proibizione di diritto, vi sono delle sanzioni (anche penali) per i professionisti che promuovono o intraprendono percorsi terapeutici di questo tipo.

Nel resto del mondo, le nazioni che proibiscono per legge i percorsi di conversione sono Ecuador, Brasile, Taiwan, Argentina, Samoa, Fiji.

In Australia, Canada e Stati Uniti solo alcune amministrazioni locali vietano tale pratica.

In Italia non si è mai affrontato alcun dibattito parlamentare sull’argomento.

fonti: France24, AbcNews

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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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