Le coppie omosessuali in Croazia hanno conquistato il diritto di accesso all’adozione di minori alle stesse condizioni delle coppie eterosessuali.
A stabilirlo non è stata una legge del Parlamento ma l’Alta corte amministrativa del Paese, che ha respinto il ricorso del Ministero della famiglia pronunciandosi a favore di una coppia omosessuale di Zagabria, che voleva essere iscritta nel registro dei potenziali genitori adottivi.
La storia
La battaglia legale di Mladen Kožić e Ivo Šegota è iniziata otto anni fa, quando il centro di assistenza sociale ha respinto la loro richiesta di essere inseriti nel registro dei possibili genitori adottivi dopo una valutazione della loro idoneità, alla stregua delle coppie eterosessuali.
Tutte le loro successive richieste sono state respinte con la spiegazione che la legge croata sulle unioni civili, in vigore dal 2014, non prevedesse il diritto all’adozione pur garantendo alle coppie omosessuali tutti gli altri diritti di un matrimonio tradizionale.
L’associazione croata “Famiglie Arcobaleno” (Dugine Obitelji) ha annunciato il 5 maggio una sentenza storica da parte del tribunale amministrativo di Zagabria, con la quale, per la prima volta, la corte si era espressa a favore del diritto all’adozione per le coppie dello stesso sesso, di fatto equiparando le famiglie eterosessuali e omosessuali anche se a queste ultime è precluso l’istituto del matrimonio.
Il giorno successivo all’annuncio, il Ministero della Famiglia aveva avanzato ricorso al massimo grado della giustizia amministrativa, che si è espressa mercoledì 26 affermando che la motivazione è discriminatoria.
La corte ha respinto l’argomento del ministero secondo cui le coppie dello stesso sesso non dovrebbero accedere a una valutazione per i genitori adottivi a causa dell’obiettivo di “proteggere gli interessi del bambino“, citando il dettato della Convenzione europea sui diritti umani che considera illegali le distinzioni basate sull’orientamento sessuale, anche nel diritto di famiglia.
In sostanza, il tribunale ha ordinato ai centri sociali di accogliere le richieste di iscrizione al registro delle coppie dello stesso sesso e, se ritenute idonee all’adozione, di inserirle nelle liste di attesa, che in Croazia sono molto lunghe, per l’adozione di minori senza famiglia.
Una vittoria della legalità nonostante tutto
“Il Tribunale amministrativo di Zagabria ha agito correttamente, rispettando la Costituzione della Repubblica di Croazia, le convenzioni internazionali e le nostre leggi“, ha affermato Daniel Martinović, presidente della Rainbow Family Association. “Siamo molto felici per questo verdetto e per tutte le altre coppie che stanno valutando l’adozione e che vogliono allargare la propria famiglia in questo modo“.
La notizia ha però scontentato le frange conservatrici della società croata, profondamente cattolica: dai gruppi religiosi, che si sono battuti per limitare il diritto degli omosessuali di affidare i bambini o adottarli, ai tifosi di estrema destra di una squadra di calcio di Fiume, già noti per alcuni episodi di violenza, che in segno di protesta contro la sentenza del tribunale amministrativo di Zagabria hanno danno fuoco alla bandiera arcobaleno affissa sul Palazzo municipale della città. Il video dell’atto vandalico è stato diffuso sul canale Instagram “Riječani 1987”
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