La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che i lavoratori non possono essere licenziati a causa del loro orientamento sessuale o identità di genere: si tratta di una grande vittoria per la comunità lgbt+ americana nel mese dell’orgoglio.
6 giudici della Corte si sono espressi a favore della sentenza, a fronte dei 3 contrari. il presidente John Roberts e il giudice conservatore Neil Gorsuch, nominato da Donald Trump, hanno votato con i giudici di nomina democratica. I giudici Samuel Alito, Brett Kavanaugh e Clarence Thomas hanno votato contro.
“L’omosessualità o lo stato transgender di un individuo non è rilevante per le decisioni di assunzione“, ha dichiarato Gorsuch. “Questo perché è impossibile discriminare una persona per essere omosessuale o transgender senza discriminare quell’individuo in base al sesso“.
In sintesi, se si dimostra che la modifica del sesso del dipendente avrebbe prodotto una scelta diversa da parte del datore di lavoro, si verifica una violazione del Civil Right Act del 1964.
Mentre i lavoratori in circa la metà del paese sono protetti dalle leggi locali che vietavano la discriminazione basata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, non vi era alcuna legge federale che vietasse esplicitamente ai lavoratori LGBT di essere licenziati su tale base.
Il querelante Gerald Bostock, ha riferito alla stampa di essere “euforico”. “Sono passati sette anni come sapete“. Bostock ha perso il suo incarico di coordinatore dei servizi di assistenza all’infanzia nel 2013 dopo essersi unito a un campionato di softball gay ricreativo.
Insieme a lui, altri due lavoratori, Donald Zarda e Aimee Stephens, che hanno dichiarato di essere stati licenziati dal lavoro perché erano gay o transgender, hanno sostenuto che il titolo VII della legge sui diritti civili, che prevede la non discriminazione per i datori di lavoro in base al “sesso”, si applicasse anche all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
In particolare, Zarda aveva perso il lavoro come istruttore di paracadutismo dopo aver rivelato il suo orientamento sessuale verso una cliente femminile e Stephens, un’organizzatrice di cerimonie funebri transgender, era stata licenziata dopo aver annunciato la sua intenzione di presentarsi al lavoro come donna.
La sentenza della Corte Suprema avrà necessariamente un grande impatto per gli oltre 8 milioni di lavoratori Lgbt in tutto il Paese: la maggior parte degli Stati Usa infatti non li proteggeva fino ad ora dalle discriminazioni sui luoghi di lavoro.
Fonte: CNBC