+++AGGIORNAMENTO+++
Secondo Askanews il Sen. Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia al Senato in quota Lega, ha convocato l’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi per mercoledì 7 aprile alle ore 14, con lo scopo di programmare i lavori della Commissione. Lo riferisce Askanews.
Dopo la caduta del governo Conte bis a causa del leader di Italia Viva Matteo Renzi, la legge Zan, come tutti sanno, si è incagliata in commissione giustizia al Senato dopo l’approvazione del 3 novembre alla Camera.
La causa di questo stallo è da attribuire soprattutto alla Lega, che con il Sen. Andrea Ostellari detiene la presidenza della commissione chiave per la calendarizzazione del testo a Palazzo Madama.
Secondo quanto riferito ieri dall’On. Alessandro Zan, primo firmatario della legge e relatore alla Camera, sarebbe prassi consueta del leghista, che nella sua carica di Presidente dovrebbe ricoprire un ruolo imparziale, sconvocare l’Ufficio di Presidenza della Commissione Giustizia del Senato per evitare la calendarizzazione della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo.
Non è tuttavia un mistero che il carroccio sia contrario alla calendarizzazione: il portavoce della lega al Senato Massimiliano Romeo, raggiunto dall’Ansa, ha ribadito il chiaro no del suo partito a discutere la legge a Palazzo Madama: “E’ un tema divisivo e ideologico che non fa parte dell’agenda politica” – ha detto – “forzature su temi così divisivi rischiano di compromettere quei rapporti all’interno del Parlamento e quel clima di sostegno e unità nazionale che si è creato e potrebbero avere riflessi sul governo. Sarebbe cosa buona e saggia – ha continuato – concentrarsi su questioni a cui i cittadini danno maggiore attenzione come la sanità e la gestione economica della crisi Covid. Le altre sono bandiere politiche. Già oggi chi aggredisce e insulta delle persone per il loro orientamento sessuale, può e deve essere punito“.
Una dichiarazione dal contenuto retorico e del tutto distante dalla realtà del paese. Se è vero che le aggressioni per futili motivi sono già punite dalla legge, si tratta di porre delle tutele maggiori per chi è maggiormente esposto a episodi di violenza per il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere, con tutele specifiche, pene più severe e possibilità di intraprendere percorsi rieducativi mirati. Oltre a tutta una serie di misure per tutelare i giovanissimi che vivono situazioni costanti di violenza e intolleranza domestica e spesso vengono cacciati di casa dai propri genitori.
E non solo: fermare i discorsi d’odio e la propaganda omotransfobica (oltre a quella misogina e abilista) è fondamentale per evitare che il dibattito sui diritti LGBT+ sia inquinato dai consueti avvelenatori ideologici di professione. Non dimentichiamo, poi, che la legge Mancino già prevede aggravanti per gli episodi di violenza e i discorsi d’odio per motivi etnici, razziali, nazionali o religiosi.
Alessandra Maiorino (M5S) “Si autoproclamano omofobi”
Contro l’ostruzionismo della Lega si è schierata anche la sen. pentastellata Alessandra Maiorino, già prima firmataria di una legge contro l’omofobia due anni fa (poi confluita nel testo di Zan), in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica.
“Vergognoso” – ha detto la Maiorino commentando le dichiarazioni di Romeo – “È una chiara autoproclamazione di omofobia. E ci sono persone nel mirino, aggredite e discriminate a cui i leghisti devono rispondere di questo comportamento“.
La volontà, da parte della compagine dell’ex governo giallorosso, di portare a casa la legge Zan, è quanto mai viva: “Andremo alla conta in commissione o in conferenza dei capigruppo per prevedere l’inizio del dibattito sulla legge” – ha continuato Maiorino – “Chiederemo di votare e i numeri sono dalla nostra parte. Il presidente della commissione Giustizia è il leghista Ostellari , il quale tra l’altro ha ventilato l’ipotesi di nominare relatore Simone Pillon che è noto per le sue posizioni contrarie alla legge e ai diritti #Lgbt. A questo punto il confronto su temi così delicati e decisivi deve secondo me investire anche i leader dei partiti“.
Secondo la Sen. Monica Cirinnà, autrice della legge sulle unioni civili, la legge Zan è tenuta in ostaggio contra legem: “È bullismo parlamentare” – ha affermato all’Agenzia Spraynews – “Un’operazione squadristica perché tu puoi votare contro, ma non impedire che la Commissione e l’Aula discutano. Visto che non sentono ragioni, bisognerà investire direttamente la Capogruppo centrale e, possibilmente, anche la Presidente del Senato. Le regole sono regole e devono valere per tutti“.
Opporsi alla calendarizzazione del #DDLZan contro la #omotransfobia, ecco lo spirito europeo della #Lega.
— Enrico Letta (@EnricoLetta) March 31, 2021
Giù le mani dalla nostra legge!
Sui diritti e sulla dignità delle persone LGBT+ non si indietreggia di un millimetro. Non siamo e non saremo una merce di scambio. Ciò che però fa davvero paura, più della sparizione dai radar della legge al Senato, è la minaccia (perché non si tratta di un’ipotesi ventilata ma di una minaccia bella e buona) di nominare Simone Pillon, autore di innumerevoli fake news sulla legge Zan, relatore del testo.
A questo gioco non ci stiamo: non è possibile fare politica in modo così basso né di affidare una legge tanto importante per una comunità intera ad una personalità politica così intollerante, la quale avrebbe come unico scopo lo smantellamento, preciso, puntuale, sistematico, di un testo costruito con enormi difficoltà cercando un compromesso tra le istanze della comunità LGBT+ e le posizioni ideologiche irremovibili.
Auspichiamo che la chiesta della conta da parte dell’asse M5S – PD – LeU porti finalmente alla calendarizzazione del testo e al voto in aula; si lasci che la democrazia parlamentare faccia il suo corso. E giù le grinfie dalla nostra legge.
Cliccare qui per l’analisi della nostra condirettrice Avv. Sara Astorino
Il mondo dello spettacolo a favore della Legge Zan
Intanto la legge Zan sta incassando il sostegno di volti noti dello spettacolo. Dal giornalista Maurizio Costanzo, che in più occasioni, nel suo Costanzo Show ha rimarcato la necessità di tutelare la comunità lgbt+ da episodi di violenza ingiustificati, alla cantante Elodie, che ah definito “indegni di essere in Parlamento” i politici della Lega per l’ostruzionismo alla calendarizzazione del testo contro l’omofobia (e che per questo è stata oggetto di pesantissimi attacchi sui social network).
A fare eco alla cantante di Andromeda è stato Fedez, che ha ribadito la necessità di “dare più diritti a chi non ne ha“, e ricordando (purtroppo ce n’è ancora bisogno) che nel ddl “non si parla di utero in affitto“. Il rapper ha, inoltre, del bisogno di tutelare la libertà delle nuove generazioni. “Se mio figlio Leone un giorno decidesse di mettersi gonna, smalto e rossetto per me non ci sarebbe alcun problema, perché chiunque ha il diritto di esprimersi come meglio crede“.
Anche la cantante Levante si è rivolta direttamente al sen. Pillon, augurandogli, con un tweet, di cominciare presto “un percorso di terapia che lo aiuti a comprendere l’importanza dell’altro, il diritto dell’altro a essere chi vuole (liberamente) e il dovere di uno stato a tutelarne la libertà“.