Per il Ddl Zan contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, il percorso parlamentare è sempre più tortuoso.
Nella seduta di ieri dell’Ufficio di Presidenza della Commissione Giustizia al Senato, che avrebbe dovuto portare alla calendarizzazione del ddl Zan già approvato alla Camera il 4 novembre, il presidente Andrea Ostellari (Lega) ha rinviato ancora una volta la messa in discussione del testo per un cavillo procedurale, appellandosi al primo comma dell’art. 51 del regolamento del Senato. Il Presidente ha definito la calendarizzazione della legge Zan “tecnicamente non procedibile“: scopriamo perché.
L’art. 51 articolo recita che i “disegni di legge aventi oggetti identici o strettamente connessi sono posti congiuntamente all’ordine del giorno della Commissione competente” e fa riferimento alle proposte legislative giacenti al Senato sullo stesso tema della legge Zan, che sono 4.
Attraverso una rapida ricerca nell’archivio del Senato della Repubblica possiamo constatare che tra queste vi è la proposta di legge a nome Alessandra Maiorino (qui la nostra analisi), una che vede come prima firmataria la democratica Monica Cirinnà, il ddl Scalfarotto appartenente alla XVII legislatura (anch’esso approvato alla Camera e mai discusso in Senato) e la proposta di istituzione della Giornata Nazionale contro l’omofobia a firma Lo Giudice (PD), anch’essa appartenente alla XVII legislatura.
Quali saranno i prossimi passi?
Stando a quanto spiegato dall’On. Alessandro Zan, già relatore della legge alla Camera, ad Andrea Scanzi durante la diretta di ieri su facebook, Ostellari si rivolgerà all’Ufficio di Presidenza del Senato (che vede a capo la Presidente Maria Elisabetta Casellati) per chiedere l’accorpamento dei disegni di legge. Quando la Casellati darà il via libera, Ostellari dovrà riconvocare l’Ufficio di Presidenza che, a maggioranza (e non all’unanimità come paventato dallo stesso OStellari), dovrà decidere di calendarizzare il testo. E qui i numeri sono dalla parte di chi la legge la vuole, perché tra le forze politiche a favore ci sono PD, M5S, LeU, Italia Viva e Autonomie.
Dopo aver risolto questo problema derivante da un cavillo tecnico, ogni nuova decisione di Ostellari di opporsi alla calendarizzazione del Ddl Zan sarà di natura politica; è eticamente riprovevole che chi detiene una carica di presidenza, che dovrebbe essere per definizione super partes, oggi accolga precisi interessi di partito per rallentare la discussione di una legge che considera “divisiva” e non prioritaria quando in realtà si tratta di una legge di civiltà, che porterà cittadini vulnerabili ai crimini d’odio ad avere maggiore protezione e tutela da parte del sistema giudiziario.
Cosa accadrà quando la legge Zan sarà calendarizzata in Commissione Giustizia?
Si potrà cominciare finalmente il dibattito in Commissione Giustizia, dove la vecchia maggioranza a sostegno del Conte bis (più le autonomie e l’ala liberale di Forza Italia), teoricamente, ha i numeri per reggere il peso della pioggia di emendamenti che pioveranno dalle forze politiche avverse, senza contare che il Sen. Pillon, uno dei principali detrattori del testo Zan, è capogruppo della Lega in Commissione e di certo non risparmierà alcun colpo basso per affossare la legge.
Facendo un rapido calcolo, su 23 componenti (più il presidente Andrea Ostellari), contiamo 13 senatori della commissione giustizia (appartenenti a gruppo Misto, PD, 5S, Autonomie e Italia Viva) potenzialmente a favore della legge, ai quali andrebbero aggiunti quattro parlamentari di Forza Italia/Udc (tra cui l’avvocato Niccolò Ghedini), gruppo che non ha mai avuto una linea condivisa sul testo al suo interno (anche se la capogruppo di FI al Senato, Anna Maria Bernini, è una convinta sostenitrice del ddl Zan e dei diritti lgbt+) e che potrebbe regalare qualche sorpresa.
I numeri, per quanto risicati, parlano chiaro. E forse è proprio per questo che Ostellari e la Lega temporeggiano sul testo evitando una calendarizzazione che, stando a quanto esaminato, porterebbe al via libera della discussione della legge anche in aula.
È importante che il testo della legge Zan non venga intaccato da alcun emendamento in questa fase, perché qualunque modifica approvata in Commissione e votata in aula Senato rispedirebbe alla Camera il ddl facendo perdere tempo prezioso.
Ricapitolando, questi saranno i passaggi: calendarizzazione in Commissione Giustizia -> discussione in Commissione Giustizia (che potrà durare anche alcuni mesi) -> approvazione del testo già approvato alla Camera senza modifiche in Commissione Giustizia -> calendarizzazione in Senato -> discussione del testo in Senato senza modifiche -> Approvazione del testo senza modifiche in Senato -> Il Ddl Zan è Legge dello Stato -> Promulgazione -> Entrata in vigore.
Qualunque emendamento approvato riporterà il ddl Zan alla Camera perché, secondo la Costituzione, una legge deve essere votata dai due rami del Parlamento nella stessa versione. Certo, se la legge Zan tornasse alla Camera con qualche emendamento migliorativo, magari ad esempio il divieto delle terapie riparative (battaglia che BL Magazine porta avanti da due anni), sarebbe emozionante, ma è da ritenersi uno scenario piuttosto improbabile.
Quanto tempo occorrerà?
Ci rifacciamo a quanto riferito dall’On. Zan nell’intervista da Andrea Scanzi: premesso che siamo oltre la metà della legislatura e che a gennaio 2022 il Parlamento dovrà eleggere il nuovo Capo dello Stato (che avrà l’effetto di rallentare l’attività delle due camere dopo la legge di bilancio e la pausa natalizia), con i tempi dilatati dall’ostruzionismo delle destre si farà di tutto per arrivare all’approvazione della Legge Zan al Senato entro novembre 2021, per lasciare spazio alla legge di bilancio che chiude le porte a ogni iniziativa legislativa che comporta una nuova spesa.
È tuttavia fondamentale che la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo vada in porto prima di tornare alle urne per le prossime elezioni politiche, che si terranno nei primi mesi del 2023, in quanto la durata di una proposta di legge copre per prassi un’unica legislatura, finita la quale si dovrà cominciare tutto dall’inizio (deposito legge in Commissione e così via). È stata questa la sorte di molti disegni di legge votati in passato e caduti in disgrazia come il ddl Scalfarotto.
Vi ricordiamo che potete leggere il testo completo della legge Zan cliccando qui sotto su download. La prossima settimana ci occuperemo di segnalare (e confutare) le principali fake news e i pregiudizi più comuni sulla legge contro l’omotransfobia.