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“Lesbiche, dovrebbero sterminarvi, bruciate nei forni”, le ragazze di “Le perle degli omofobi” sotto attacco

- 27/04/2021
erika e martina lesbiche


Essere uccisa. Anzi, sterminata“. È ciò che meriterebbe Erika Mattina, ragazza che gestisce la pagina Instagram “Le perle degli omofobi” insieme alla sua compagna Martina Tammaro, secondo un commentatore social.

Parole che raggelano, indignano, fanno rabbrividire. E soffrire, se si pensa che la ragione di tutta questa rabbia cieca e insana risiede nell’orientamento sessuale di Erika, che negli ultimi mesi è stata protagonista del docureality di Raidue “La caserma”

Da mesi, ormai, le due ragazze convivono quotidianamente con attacchi a contenuto omofobico da parte di sconosciuti. Le shitstorm durante le dirette Instagram, i messaggi privati, i commenti, puntualmente pubblicati dalla coppia, rivelano uno scenario inquietante in cui chiunque, senza alcuna ragione, si sente libero di vomitare i peggiori insulti, e le più crudeli minacce all’indirizzo delle due ragazze, “ree” di manifestare liberamente, come fanno migliaia di coppie eterosessuali, il proprio amore sui social network.

Tutto questo avviene mentre un partito della maggioranza di governo tiene in ostaggio il Ddl Zan contro l‘omotransfobia, legge che permetterebbe a vittime come Erika e Martina di confidare in una maggiore tutela dalla legge e ai vomitatori d’odio di professione di ricevere una pena rieducativa, magari prestando il proprio servizio in lavori socialmente utili legati all’ambito lgbt+.

Se vi state chiedendo chi dovrebbe essere ucc1sa secondo costui, le risposta è ERIKA. Questa cos’è? Lecita libertà di espressione del pensiero?” – hanno commentato le due ragazze su Instagram – E per tutti quelli che “la legge non serve” ma ve lo ficcate in testa che queste cose ci vengono dette solo ed esclusivamente per il nostro orientamento sessuale? Cioè Erika dovrebbe esser sterminata in quanto lesbica. Capito? In quanto lesbica. Vi ricorda niente?

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“Semplicemente esistiamo, iniziate a farvene una ragione”

Questo episodio è solo la punta dell’iceberg di una serie di attacchi di una violenza inaudita che si ripetono ormai da mesi, raccolti dalle ragazze in un post pubblicato ieri, nella Giornata della Visibilità Lesbica.

“Siamo convinte che la foto non abbia bisogno di tante spiegazioni, perché pensiamo parli da sola” – hanno scritto le ragazze – Oggi, più che mai, abbiamo voglia di ricordare che noi esistiamo e continueremo ad esistere anche se qualcuno non vorrebbe (o vorrebbe che rimanessimo chiuse tra le mura di casa nostra). Esistiamo e abbiamo il diritto di vivere il nostro amore come vogliamo, senza sentirci esibizioniste o irrispettose per questo. Semplicemente esistiamo, iniziate a farvene una ragione. Ricordatevi di essere sempre fieri di ciò che siete. Sempre ❤️

Tra i più scontati inviti “alla riservatezza” (nonostante il “massimo rispetto” che vale per tutti, ma che ovviamente viene scomodato solo quando vengono pubblicate foto di coppie gay e lesbiche), c’è perfino chi chiede allo Stato di “tutelare” chi non desidera imbattersi atteggiamenti di affettuosità omosex. Un parossismo che dimostra ampiamente quanto la situazione dell’educazione al rispetto in questo paese sia fuori controllo.

Neanche queste frasi, però, rappresentano la prova peggiore che Erika e Martina si ritrovano a fronteggiare quotidianamente. Cercando tra gli screenshot pubblicati a ritroso, si legge il ridicolo maschio convinto di essere irresistibile, che si propone per sottoporre la coppia a una “cura tradizionale” a base di sesso non consenziente (praticamente uno stupro), e altri raccapriccianti commenti come “bruciate”, “andate a morire nei forni” (vergognosi riferimenti ai campi di concentramento nazisti), “putt4ne lesbiche”, “malati”, “datevi fuoco”, “tr01a bast4rda”, “spero ti pij1 5 ca**i neri in c*lo”, “c3sse”.

A un certo punto, la misura è stata colma. Come riportato da fanpage, Erika e Martina hanno raccolto diversi messaggi per formalizzare una denuncia, di cui si è occupato il sito Antihater, nato per offrire assistenza legale alle vittime di cyberbullismo.

Chiunque ostacoli la legge Zan non solo avalla tutto questo, ma ne è complice diretto. Tutelare una minoranza che, per sua natura, è maggiormente sottoposta a crimini d’odio, discriminazione e aggressioni, fisiche e verbali, necessita di tutele riconosciute dal nostro ordinamento che vadano ben oltre i “futili e abbietti motivi”, perché tutto questo orrore non cela affatto motivi trascurabili, bensì una sistematica, ottusa e morbosa ossessione verso l’orientamento sessuale altrui, che fomenta odio e intolleranza. Non si cede di un millimetro. La dignità delle persone lgbt+ NON è negoziabile. Si calendarizzi subito il Ddl Zan.

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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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