Oggi vi vogliamo far conoscere una realtà italiana che per Diritti Umani dovrebbe essere un esempio per tutto il Bel Paese.
In Sud Tirolo? In Brianza? In Veneto?
A scanso di qualunque stereotipo vogliamo raccontarvi di Cinquefrondi, un comune calabrese a pochi chilometri da Reggio Calabria alle pendici dell’Aspromonte.
Dovete sapere che in questo comune sono tante le “best pratics” in tema di diritti umani che abbiamo intervistato, per voi, il suo primo cittadino: Michele Conia.
A Cinquefrondi esiste una Casa dei Diritti Umani.
Un vero e proprio “condominio” di associazioni, un incubatore sociale e culturale paragonabile, in piccolo, al Museion di Alessandria d’Egitto. Un umanesimo 3.0 che stupisce per la modernità e per le attività che promuove e propone.
Michele Conia, classe 1976, è avvocato, papà della piccola Anna ed innamorato della sua terra.
Negli anni è sempre stato impegnato a migliorare il suo territorio di cui, ora, ne è primo cittadino. Ha fatto scrivere “CINQUEFRONDI COMUNE DEI DIRITTI” nel suo municipio, “Affinché chiunque possa sentirsi tutelato e rappresentato nel mio comune calabrese” afferma il Sindaco Conia.
Precisiamo che l’intervista che state per leggere è stata realizzata prima che alcune testate locali calabresi diramassero la notizia che il sindaco Conia, per la sua attività di tutela dei più deboli, è stato oggetto di minacce da parte di persone non identificate che, citiamo testualmente “dopo aver forzato una finestra, si sono introdotte in una casa di campagna di proprietà del padre del primo cittadino e, dopo avere danneggiato alcuni mobili, hanno tracciato sul muto esterno dell’abitazione alcune croci con a fianco le iniziali del sindaco”. (fonte: zoom24.it)
L’accaduto è stato denunciato prontamente ai carabinieri, che hanno avviato le indagini per identificare i responsabili del gesto.
La redazione di BL Magazine esprime la più viva solidarietà al sindaco Conia e alla sua famiglia per questo gesto intimidatorio, inqualificabile e vigliacco. BL Magazine sarà sempre dalla parte di chi si batte, nella legalità, per la difesa dei diritti umani.
Contattiamo il sindaco che esige che gli venga dato del tu!
Michele, raccontaci da quale esigenza è nata l’idea di creare una “Casa dei Diritti Umani” a Cinquefrondi…
“È nata dall’esigenza di trovare una casa a tutte le associazioni del nostro comune. La tendenza della nostra epoca, in tutte le realtà, è quella di togliere gli spazi sociali, togliere le sedi alle associazioni. Io ho voluto dare un segnale forte: abbiamo preso un vecchio immobile in disuso, l’ex mercato coperto. Lo abbiamo restaurato e lo abbiamo intitolato a Vittorio Arrigoni, per celebrare il suo messaggio “Restiamo Umani”. È uno spazio dove le associazioni possono incontrarsi e dove possono essere erogati molti servizi alla cittadinanza.“
Quali Associazioni hanno trovato “casa” da voi?
“Proprio nella “casa” ci sono cinque associazioni, ma abbiamo dato sedi alle altre nella stessa via o di fronte la Casa dei Diritti Umani… Dalla associazione per i diritti delle donne, una associazione socio culturale che si occupa di creare eventi, l’associazione dei donatori di sangue, i volontari ambulanzieri, e una associazione di motociclisti che promuove attività benefiche. Poi, appena fuori della casa c’è una associazione tutta al femminile che promuove attività socioculturali , una associazione che promuove il teatro e le arti visive, e poi c’è lo SPRAR dove facciamo accoglienza“
Controllando sul sito di Cinquefrondi scopriamo che il piccolo comune calabrese annovera moltissime associazioni e che la cittadinanza attiva è pane quotidiano! Controllate voi stessi: http://www.comune.cinquefrondi.rc.it/partecipa/associazioni
Parlando di Sprar, Michele, vorrei chiedere la tua, dato che ci troviamo all’alba di nuove regole riguardo l’accoglienza dei migranti. Cosa ne pensi del nuovo Decreto Legge “Sicurezza”?
“Credo sia chiaro il mio punto di vista, ma credo fortemente che sia un ddl controproducente rispetto alla comunicazione di quel Ministro. I fratelli migranti diventeranno degli” invisibili” che faranno aumentare le problematiche sbattendoli fuori dai centri di accoglienza. Forse dietro tutto questo c’è una strategia ben precisa: alimentare il terrore e creare un “nemico comune”. Un’altra problematica, di cui nessuno ne parla, è il licenziamento di moltissimi professionisti italiani: perderanno il loro posto di lavoro dato che si elimineranno questi centri. Per chi dice “prima gli Italiani” è una contraddizione. Tanti giovani laureati italiani, che avevano trovato un posto di lavoro nella loro terra, ora saranno costretti ad emigrare. Stiamo togliendo lavoro a giovani professionisti. Sono culturalmente agli antipodi di questa cultura che si è creata: per me non esistono barriere e confini. Non dovremmo mai tirarci indietro se c’è qualcuno che ha bisogno di aiuto e sostegno. Non bisogna guardare né il sesso, né il colore della pelle, né l’etnia: una persona è una persona.. “
L’Italia non sarà presente alla sottoscrizione del Global Compact for Migration proposta dall’ONU. Quali sono i tuoi commenti e come immagini il tuo Comune, la tua realtà tra 365 giorni?
“La situazione è allarmante. Credo, come ho detto prima, che ci sia una strategia di fondo. Aumentare il problema, aumentare la paura fa aumentare consenso popolare nell’elettorato. Come sindaco, ma anche quando non lo sarò più, mi opporrò con tutto me stesso difenderò le persone senza stare a guardare la loro origine, il loro genere. Dovrebbe essere l’abc per ogni essere umano… Quello che temo è che questo giro di vite, questi cambiamenti, creeranno problemi molto grandi. Vedo tempi molto bui per la nostra Italia. Purtroppo do quasi per scontato che a beneficiare di questa situazione saranno le organizzazioni mafiose: il piccolo stato che è l’Italia non può fermare il processo di questa enorme migrazione di massa. Ostacolando l’accoglienza, le mafie trarranno i loro utili con mezzi e strumenti che noi tutti conosciamo. “
Salutiamo il Sindaco Conia e non possiamo che invitarvi a conoscere e visitare Cinquefrondi in provincia di Reggio Calabria.